Zootecnia sostenibile: -10% le emissioni in 3 anni

Zootecnia sostenibile: -10% le emissioni in 3 anni

Dieta e benessere animale, uso intelligente delle deiezioni, gestione dei reflui per fertilizzare i campi al centro del progetto Life Beef Carbon coordinato dal CREA

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05

Novembre
2021

La zootecnia sostenibile può e deve dare il suo contributo nella battaglia globale per contenere l’impatto del cambiamento climatico attraverso la riduzione delle emissioni: è quello che emerge dai risultati del progetto Life Beef Carbon, coordinato per l’Italia dal CREA Zootecnia e Acquacoltura, presentati il 5 novembre in occasione del convegno Linee guida per la neutralità di carbonio negli allevamenti di bovini da carne.
Nato con l’obiettivo di ridurre del 15% le emissioni di gas ad effetto serra negli allevamenti bovini da carne in 10 anni, Life Beef Carbon ha superato le aspettative: in Italia, uno dei Paesi produttori di carne coinvolti insieme a Francia, Irlanda e Spagna, le emissioni si sono ridotte in 3 anni del 10% in media, del 15% qualora venga adottata più di una strategia di mitigazione.

Le misure adottate e il calcolo dell'impronta ambientale

Le misure che si sono rivelate più efficaci per la mitigazione sono risultate il miglioramento della dieta e dell’alimentazione dell’animale, la cura per il benessere, l’uso delle deiezioni zootecniche per produrre energia rinnovabile, la gestione dei reflui zootecnici per la fertilizzazione di campi.
Il progetto ha evidenziato anche il ruolo chiave svolto dal miglioramento delle prestazioni produttive per ridurre l’intensità di emissione. Il CREA sottolinea che anche l’adozione anche solo di alcune delle misure, soprattutto quelle tese al miglioramento delle condizioni di benessere degli animali, apporti vantaggi economici per l’allevatore.
Tutto ciò ha consentito, quindi, la riduzione del carbon footprint (impronta di carbonio) della carne prodotta, calcolato a partire da una serie di dati raccolti quali la superficie aziendale, gli animali allevati, le colture, l’alimentazione e il tipo di allevamento, includendo i gas ad effetto serra emessi sia nell’ambito dell’allevamento sia per produrre i mangimi acquistati, i fertilizzanti, le sementi, i fitofarmaci, i combustibili e l’energia elettrica.

Durante il convegno, allevatori e operatori del settore hanno acquisito strumenti e metodologie per la valutazione dell’impronta di carbonio a livello aziendale, applicabili sia a un sistema di misurazione, comunicazione e verifica e sia alla costruzione di un mercato volontario delle quote di riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra nel settore zootecnico.
Sono anche state presentate le Linee guida per il raggiungimento della neutralità di carbonio negli allevamenti di bovini da carne, presto a disposizione di tutti gli allevatori sul sito del CREA, che contribuiranno a far centrare alle aziende zootecniche un obiettivo molto ambizioso: il traguardo della neutralità di carbonio, di arrivare cioè ad un equilibrio tra le emissioni e l’assorbimento di CO2. Per il CREA si tratta del punto di partenza per l’evoluzione dell’intero settore, un passo in avanti per migliorare la sostenibilità degli allevamenti da carne e dei bovini in generale.

Il progetto
Life Beef Carbon “Demonstration actions to mitigate the carbon footprint of beef production in France, Ireland, Italy and Spain (Azioni dimostrative per la riduzione dell’impronta di carbonio degli allevamenti da carne in Francia, Irlanda, Italia e Spagna), della durata di 6 anni (gennaio 2016-dicembre del 2021), è nato con l’intento di ridurre del 15% le emissioni di gas ad effetto serra in 172 allevamenti innovativi distribuiti fra Francia, Irlanda, Italia e Spagna con il coinvolgimento di circa 2000 allevamenti come controllo. Il progetto, coordinato dall’Institut de l’Elevage (IDELE) francese, ha visto la partecipazione per l’Italia del CREA, come partner leader nazionale, e di due associazioni di allevatori: l’ASPROCARNE (Organizzazione Produttori Carne-Piemonte) e l’UNICARVE (Associazione allevatori carni bovine-Veneto).

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