Si è svolto il 22 e il 23 marzo a Bruxelles il vertice dei Ministri dell'agroalimentare dell'Unione europea dove sono stati dibattuti:
- il pacchetto di riforme della Politica Agricola Comune post 2020
- le strategie per il raggiungimento degli obiettivi fissati dal Green Deal e dalla strategia Farm to Fork
- il New Delivery Model
- innovazione e transizione digitale.
Il Ministro delle Politiche Agricole e Forestali, Stefano Patuanelli, ha esposto la posizione italiana sui vari punti affrontati durante i due giorni del vertice, sottolineando la necessità di procedere all'accordo per la nuova PAC, andando al di là delle criticità e delle differenti posizioni dei paesi membri.
Sostanziale convergenza da parte del Ministro sia alla definizione di agricoltore attivo flessibile, individuato attraverso criteri stabiliti dagli Stati membri, nel rispetto del principio di sussidiarietà, purché ogni Paese possa valutare se è necessario individuare questo soggetto e, in caso affermativo, avere ampi margini per la sua definizione, sia su capping*, degressività dei pagamenti e pagamento redistributivo, su cui si deve guardare all'esito del Consiglio europeo dello scorso luglio e muoversi verso una loro applicazione facoltativa a livello di Stato membro basata sull'oggettiva analisi dei fabbisogni.
Per quanto riguarda il livello di convergenza interna dei diritti all'aiuto entro il 2026, il Ministro ha sottolineato come sia preferibile per l'Italia mantenere il livello minimo del 75% come proposto dalla Commissione, tenendo anche conto che il processo di convergenza è una delicata operazione che va attentamente programmata a livello di singolo Paese.
Il Ministro Patuanelli ha poi proposto di continuare a lavorare per rendere il New Delivery Model**, il nuovo modello di governance, più semplice ed efficace, riducendo la burocrazia e la reportistica, con interventi dei Piani strategici facilmente attuabili a livello regionale, evitando che si preveda un doppio livello di controlli, performance e regolarità, che comporterebbero un aggravio amministrativo.
Patuanelli ha infine chiesto di rivedere il mandato che riguarda l'utilizzo degli strumenti di gestione del rischio, e che prevedono i meccanismi di supporto per gli agricoltori per affrontare i disastri causati da eventi climatici catastrofali, alzando l'aliquota attuale, dall'1 ad almeno il 3%.
* A seguito della riforma della PAC per il periodo successivo al 2013, gli Stati membri possono scegliere di fissare un tetto all’importo del pagamento di base che ogni agricoltore riceve. L’ammontare dei fondi risparmiati tramite questo meccanismo resta nella gestione dello Stato membro interessato e viene trasferito alla dotazione per lo sviluppo rurale. Questa azione è volontaria per gli Stati membri ed è un’applicazione specifica della digressività. Il capping rappresenta il tentativo di porre un tetto all'ammontare massimo di pagamenti diretti di cui ciascuna azienda agricola dell'UE può beneficiare. Ciò rappresenta una prima parziale risposta alla questione della distorsione della distribuzione aziendale degli aiuti diretti, secondo cui una percentuale relativamente bassa di aziende riesce a catturare una mole consistente di pagamenti diretti.
** Il New Delivery Model prevede il passaggio da un sistema basato sull’applicazione di regole, controlli e sanzioni a uno schema focalizzato sulla performance, in termini di risultati e di efficacia della spesa. Deve essere attuato dagli Stati membri attraverso la predisposizione di piani strategici nei quali indicare come intendono raggiungere gli obiettivi previsti a livello europeo utilizzando gli strumenti della PAC e richiede nuove procedure gestionali e finanziarie.
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