Svelati i segreti della melanzana e della sua biodiversità

Svelati i segreti della melanzana e della sua biodiversità

Un gruppo di ricerca composto da ENEA, CREA e Università di Verona e Torino ha decodificato il genoma della melanzana, aprendo alla coltivazione di varietà sempre più resistenti alle conseguenze dei cambiamenti climatici

Notizie dal mondo agroalimentare:
prodotti, mercati, tecnologie, processi di filiera

16

Settembre
2019

La melanzana è uno degli ortaggi più consumati al mondo e l’Italia ne è il principale produttore europeo. È stata domesticata oltre 2.000 anni fa in Asia e nel tempo ha subito un "collo di bottiglia" genetico che ne ha ridotto la biodiversità e la resistenza a malattie e a stress ambientali.

Da questi presupposti è partito il lavoro del gruppo di ricerca a guida italiana composto da ENEA, CREA e Università di Verona e Torino che ha decodificato il genoma della melanzana, aprendo così nuove strade alla coltivazione di varietà sempre più resistenti. Lo studio, pubblicato sulla rivista Scientific Reports del gruppo Nature, è stato condotto in collaborazione con l’Università di Napoli, l'israeliano Weizmann Institute of Science e la University of California.

“La melanzana, come la patata e il pomodoro di cui abbiamo decodificato i genomi nel 2011 e 2012, appartiene alla famiglia delle Solanacee che comprende circa 2.500 specie diverse. La sequenza genomica ha confermato che la grande diversità morfologica delle Solanacee si è generata partendo da un numero di geni molto simile (circa 35mila in ognuna delle tre specie). Oltre alla melanzana più diffusa in Italia - la specie Solanum melongena - esistono in natura circa cinquanta specie affini, di cui alcune a rischio estinzione a causa dei cambiamenti climatici”, ha spiegato Giovanni Giuliano, dirigente di ricerca della Divisione ENEA di Biotecnologie e agroindustria.

“Il genoma è stato ottenuto tramite una combinazione di tecnologie di sequenziamento di ultima generazione e mappatura ottica - ha specificato Massimo Delle donne, ordinario di Genetica presso il Dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Verona -. La qualità dei dati è elevatissima e testimonia quanto siano cresciute le competenze italiane nel campo della genomica."

“La melanzana sequenziata (chiamata 67/3) è stata sviluppata dal CREA incrociando la varietà Tunisina della tipologia tipicamente italiana Violetta con una linea di origine asiatica, per correggerne il difetto della polpa soffice che assorbe parecchio olio in cottura. La progenie è stata poi continuamente selezionata per i sei anni successivi, fino ad arrivare appunto alla 67/3, da cui abbiamo costituito numerose famiglie imparentate, che hanno permesso di ordinare correttamente le sequenze del genoma. Questo ci ha consentito di comprendere la base genetica di una serie di caratteri agronomici importanti, accelerando i programmi di miglioramento genetico, tramite marcatori molecolari associati ai geni di interesse. In particolare, ci siamo concentrati sui geni coinvolti nella colorazione e nella maturazione del frutto e nella resistenza a patogeni fungini”, ha concluso Giuseppe Leonardo Rotino, dirigente di ricerca presso il CREA Genomica e Bionformatica.

A chromosome-anchored eggplant genome sequence reveals key events in Solanaceae evolution


Condividi su: