Cos’è il food design di cui tanto si parla? Come si può realizzare nella filiera italiana alla luce del nuovo paradigma del Green Deal e della strategia Farm to Fork? Come migliorare la sostenibilità delle produzione, preservandone al contempo la qualità e la tipicità tutte italiane? Di questo si è discusso durante la prima edizione del Food Design Day, dal titolo Italian Food Design, ridisegnare il cibo italiano in un’ottica di sostenibilità, una giornata di confronto fra il mondo della ricerca e i rappresentanti dei giovani produttori delle piccole e medie imprese italiane, promosso dal CREA Alimenti e Nutrizione, che si è svolto lunedì 13 dicembre 2021.
Durante l’incontro è stato presentato l'hub Sustainable Food Design, progetto creato da Stefania Ruggeri, ricercatrice CREA Alimenti e Nutrizione, che intende documentare le esperienze e i progetti dell'Italian Food Design, ovvero il modo nuovo di riprogettare i prodotti del nostro agroalimentare sposando una maggiore sostenibilità ambientale e sociale con una migliore qualità nutrizionale e organolettica.
L'hub Sustainable Food Design ha tra le finalità quello di integrare discipline diverse come le biotecnologie, l'agronomia, l'ecologia, la nutrizione, la chimica degli alimenti, il design, la gastronomia, la comunicazione e le scienze sociali, con lo scopo di accompagnare i produttori italiani nel percorso della transizione verde, anche attraverso dei veri e propri brand di sostenibilità.
Nel progetto sono già attive ricerche - informano dal CREA - che promuovono concretamente la nuova visione del concetto di qualità alimentare, in grado di coniugare i valori del gusto, territorio e tradizione con quelli della sostenibilità ambientale e sociale.
"L'hub - afferma la ricercatrice Stefania Ruggeri - è un contenitore dove saranno fatte diverse azioni con l'intento di migliorare la sostenibilità delle PMI e supportare la transizione ecologica, ma allo stesso tempo trasmettere al consumatore il prodotto rinnovato motivandolo verso scelte diverse. Il compito non sarà quello di limitarci al campo di azione del CREA ma di collaborare con altri interlocutori per raccontare il nuovo prodotto".
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