Una giuria di San Francisco ha stabilito che Monsanto, acquisita nel 2016 dalla multinazione tedesca Bayer, ha agito in modo negligente non mettendo adeguatamente in guardia sui pericoli del Roundup accusato di causare il linfoma non-Hodgkin e altri tipi di tumore. Per questo dovrà risarcire con 80 milioni di dollari Edwin Haderman, un residente della California che si è ammalato di cancro in seguito alla sua esposizione al diserbante Roundup.
Il verdetto della giuria contro Bayer-Monsanto era atteso dagli analisti dopo che al termine della prima fase del processo i sei giurati avevano già raggiunto la conclusione che Roundup era la causa della malattia di Hardeman.
La cifra di 80 milioni, di cui 75 milioni in danni, è decisamente inferiore ai 289,2 milioni di dollari riconosciuti lo scorso agosto da una giuria di San Francisco a Dewayne Johson, ex giardiniere di un parco. Questa è stata la prima storica sentenza nella quale un tribunale ha definito come cancerogeno il glifosato contenuto nel Roundup e nel Ranger Pro, i due prodotti utilizzati dal 46enne Johson per irrorare gli spazi esterni delle scuole di cui era giardiniere a Benicia, nella Bay Area. La sentenza ha creato un precedente importante per le altre querele già avviate, circa 5mila negli USA, e che ora hanno prodotto un secondo epilogo avverso a Bayer-Monsanto.
L'avvocato Jennifer Moore, legale di Edwin Hardeman, nell'arringa finale del processo ha messo in evidenza come "una società responsabile dovrebbe testare i suoi prodotti e dire ai consumatori di essere consapevole che possono causare il cancro. Monsanto non lo ha fatto".
Di non grande efficacia la risposta di Bayer-Monsanto che ha affermato di aver agito in modo "ragionevole sulla base delle prove scientifiche - così ha spiegato Brian Stekloff, legale di Monsanto - mettendo in evidenza come l'accusa stava chiedendo alla giuria di credere al fatto che i dipendenti della società avrebbero creato una cospirazione per causare il cancro".
Ricordiamo che in Italia resta il divieto, introdotto dal Ministero della Salute ad agosto 2016, “di uso del glifosato nelle aree frequentate dalla popolazione o da gruppi vulnerabili quali parchi, giardini, campi sportivi e zone ricreative, aree gioco per bambini, cortili e aree verdi interne a complessi scolastici e strutture sanitarie, ma anche in campagna in pre-raccolta al solo scopo di ottimizzare il raccolto o la trebbiatura".
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