PNRR: le proposte di Legambiente

PNRR: le proposte di Legambiente

Discussi con 6 ministri i capisaldi per il Recovery: bonifiche, biodistretti, economia circolare, Taranto green, eolico, mobilità pulita

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prodotti, mercati, tecnologie, processi di filiera

31

Marzo
2021

"Un’Italia più verde, innovativa e inclusiva": oltre che il titolo del Recovery made in Legambiente, è l'auspicio razionale dell'associazione che il 30 marzo ha presentato le sue proposte per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza su Sky e, in streaming, sui canali web e social di Legambiente e Nuova Ecologia.
Il Recovery Plan di Legambiente è frutto di un dialogo durato sei mesi con istituzioni, imprese, associazioni, sindacati, e di una scrittura condivisa. Il faro, ça va sans dire, è la lotta alla crisi climatica che riguarda trasversalmente le priorità nazionali di intervento. 
Nel documento, l’associazione ambientalista descrive, regione per regione, quelle che a suo avviso sono le opere da realizzare e quelle da evitare, indicando in maniera chiara come spendere i quasi 69 miliardi di euro destinati alla "Rivoluzione verde e transizione ecologica" e i 32 miliardi destinati alle "Infrastrutture per la mobilità sostenibile": 23 priorità di intervento, 63 progetti territoriali da finanziare e 5 riforme trasversali necessarie per accelerare la transizione ecologica e rendere la Penisola più moderna e sostenibile. 

"Ormai mancano solo 30 giorni alla scadenza fissata da Bruxelles per l'invio del PNRR - ha spiegato il Presidente il Legambiente, Stefano Ciafani -. Dal nuovo Esecutivo guidato da Mario Draghi ci aspettiamo scelte coraggiose e radicali sui progetti da finanziare, puntando solo sulle tecnologie pulite per la produzione di energia rinnovabile, sull’idrogeno verde, sugli impianti di economia circolare, sulla mobilità a emissioni zero in città e sulle tratte extra urbane, sulla rigenerazione urbana, sull’agroecologia, sul turismo sostenibile e sulle aree protette. Solo così si potrà concretizzare la transizione ecologica di cui si parla da anni e proiettare davvero l’Italia al 2030 rendendola più verde, pulita e inclusiva".

Le 10 opere faro

Legambiente ha illustrato ai Ministri le 10 opere che devono guidare, non solo simbolicamente, la stagione di riforme da qui al 2030.

  • Riconversione green del distretto industriale di Taranto e Brindisi, in Puglia
  • Mobilità ad emissioni zero nei capoluoghi di provincia della Pianura Padana e del Centro Sud
  • Bonifica di Terra dei fuochi, Valle del Sacco, Val d'Agri, Gela e delle falde inquinate da PFAS in Veneto
  • Realizzazione di parchi eolici offshore in Sardegna, nel Canale Sicilia e in Adriatico per accelerare la diffusione delle rinnovabili
  • Delocalizzazione delle strutture dalle aree ad elevato rischio idrogeologico come nelle province di Crotone e Vibo Valentia in Calabria, di Messina in Sicilia e in Campania
  • Economia circolare: realizzazione di digestori anaerobici per il trattamento della frazione organica differenziata, con produzione di biometano e compost di qualità, per le aree metropolitane del Centro Sud: Roma, Napoli, Reggio Calabria, Bari, Catania, Palermo, Messina e Cagliari
  • Autosufficienza di ogni provincia negli impianti di riciclo che, oltre ad evitare costi, danni ambientali e rischi di smaltimento illegale del turismo dei rifiuti, permetterebbe la fertilizzazione del suolo e la decarbonizzazione dei trasporti
  • Ricostruzione innovativa delle aree terremotate del Centro Italia e connessione ecologica, digitale e cicloturistica dell'Appennino
  • Infrastrutture ferroviarie per Calabria e Sicilia
  • Sviluppo del biologico e dell'agroecologia sulle Alpi, negli Appennini e nelle aree rurali attraverso la creazione di biodistretti.

La discussione

Legambiente è stata critica verso alcuni punti del PNRR contenuti nelle bozze o di cui si è discusso. Tra i progetti da evitare e che l’associazione ambientalista boccia ci sono, ad esempio, l’impianto di cattura e stoccaggio di CO2 proposto da Eni a Ravenna, il ponte sullo stretto di Messina, quelli legati alla produzione di idrogeno da fonti fossili, i nuovi invasi, gli impianti TMB di trattamento meccanico biologico dei rifiuti, gli impianti di innevamento artificiale e di risalita al di sotto dei 1.800 m.s.l.m., gli incentivi legati all’acquisto dei veicoli a combustione interna.

Ma tutto il mondo ambientalista ha espresso dubbi sulle bozze del Recovery Plan uscite finora. Edo Ronchi della Fondazione Sviluppo Sostenibile ha affermato che manca attenzione per l'economia circolare, Anna Donati dell'Alleanza Mobilità Dolce ha lamentato gli scarsi investimenti per la mobilità pulita nelle città. Anna Iovino di Fridays for Future ha accusato il Governo di fare promesse sul lungo periodo e di fare ben poco per il presente.

Per il Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, con la pandemia "le sensibilità ambientali si sono rafforzate ed estese", e ora è possibile una strategia economica che tuteli l'ecosistema creando nuove attività produttive e posti di lavoro.
Il Ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, ha messo l'accento sulla necessità di riformare e velocizzare le procedure autorizzative delle opere, e come pure Enrico Giovannini, Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, si è detto favorevole alle consultazioni pubbliche preventive con i cittadini. Giovannini ha anche annunciato che sono in discussione incentivi fiscali per la mobilità elettrica.
Agrisolare, razionalizzazione della logistica dell'agroalimentare e contratti di filiera sono le tre linee di azione del Ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli.
Il Ministro del Lavoro Andrea Orlando sta studiando come usare gli ammortizzatori sociali nel processo di transizione verde delle imprese.
Per la Ministra del Sud Mara Carfagna, al Mezzogiorno andranno circa metà dei fondi per la "Rivoluzione verde".

Il Segretario generale della CGIL, Maurizio Landini, ha auspicato che dopo l'emergenza non si torni alle politiche di austerità.
Il Procuratore Nazionale Antimafia, Federico Cafiero De Raho, ha lanciato l'allarme sul rischio che le mafie si infiltrino anche nelle opere per la transizione ecologica.

"Un’Italia più verde, innovativa e inclusiva. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che serve al Paese"


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