Un decalogo che coinvolga imprese e consumatori per accelerare la transizione agroecologica, applicando le norme della Legge sull'agricoltura biologica e, nello stesso tempo, per fornire al Paese una riserva strategica agricola che permetta di fronteggiare le crisi alimentari. Il decalogo è stato presentato il 10 maggio a Roma, durante il convegno È l’ora dell’agricoltura bio, una risorsa strategica per uscire dalla crisi, dalle associazioni Aiab, AssoBio, Associazione per l'agricoltura biodinamica e FederBio.
All'incontro hanno partecipato anche il Ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli, il Sottosegretario Francesco Battistoni e i parlamentari che hanno proposto e lavorato per l’approvazione della legge.
I lavori si sono concentrati sull'esigenza primaria del settore: "dare gambe" agli obiettivi stabiliti dalla Legge approvata a marzo, in un momento in cui saranno messi in campo 3 miliardi di euro per favorire lo sviluppo del bio; questo grazie ai finanziamenti del PNRR, ma anche del Fondo per il biologico e del Piano strategico della PAC.
Queste risorse, hanno affermato apoditticamente le associazioni, dovranno essere spese bene, in maniera programmata e integrata, per garantire la crescita del settore. Una crescita fondamentale per tutto il comparto, dato che ogni anno in Italia chiudono 30mila aziende agricole; un dato che conferma che in molti casi l'agricoltura convenzionale non è in grado di garantire un reddito adeguato agli agricoltori.
Con il biologico, che cura la fertilità della terra, valorizza la qualità dei prodotti e del territorio rilanciando circuiti locali di produzione e consumo, una parte di questi agricoltori, hanno affermato le associazioni, potrebbero rimanere in campo, assicurando una riserva strategica di cibo.
Esattamente come per le rinnovabili, il biologico è la strada per sostenere le crisi internazionali come quella del conflitto in Ucraina, puntando su sistemi di produzione più indipendenti da input esterni e più resilienti, e allo stesso tempo in grado di prendere con decisione la strada della transizione ecologica.
Applicare e valorizzare la Legge sul bio
Le associazioni hanno ricordato che la Legge sul biologico prevede il marchio Made in Italy Bio che può favorire la realizzazione di filiere biologiche 100% nazionali e al giusto prezzo, per valorizzare la qualità italiana e affermarla verso l’export; il riconoscimento dei distretti biologici per territori dove è il biologico il modello di produzione di riferimento e che costituiscono un’opportunità strategica per le aree interne e le aree naturali protette. Inoltre la legge ha aperto la strada a innovazione, ricerca, formazione degli agricoltori per favorire la conversione al biologico, e la comunicazione e informazione dei cittadini per sostenere l’aumento dei consumi dei prodotti bio.
Il Biodecalogo per spendere bene i soldi pubblici
Il decalogo messo a punto dalle associazioni punta ad accelerare la transizione agroecologica. Vediamolo per punti:
- Filiere di made in Italy Bio fondate sul giusto prezzo per agricoltori e consumatori.
- Fiscalità ambientale e crediti di imposta per i costi di certificazione per abbattere i prezzi al consumatore senza costi aggiuntivi per le imprese.
- Distretti biologici per favorire sistemi locali di produzione e consumo e valorizzare il territorio rurale a partire dalle aree interne e dalle aree naturali protette.
- Incentivazione delle imprese agricole che integrano attività agricole, zootecniche e forestali, capaci di favorire la biodiversità e chiudere il ciclo dei nutrienti
- Ricerca, innovazione, formazione e consulenza per supportare gli agricoltori e i territori nella transizione al bio.
- Sviluppo della ristorazione collettiva attraverso organizzazioni di prodotto e strumenti adeguati d’informazione e consulenza.
- Comunicazione e campagne d’informazione ai cittadini per conoscere i valori del bio e favorire l’aumento dei consumi di biologico
- Innovazione digitale e piattaforma di tracciabilità unica in favore di consumatore
- Semplificazione burocratica. È l’agricoltore che non inquina a dover sostenere il costo della dimostrazione, sia in termini di tempo sia di soldi.
- Obbligo del biologico in aree protette ed EFA (aree di interesse ecologico).
Patuanelli: "bisogna aumentare le vendite di prodotti bio"
Il Ministro Patuanelli è intervenuto al convegno sottolineando come il Paese abbia la responsabilità di difendere un primato importante nel biologico, come testimoniato dalla recente approvazione della Legge in materia che rappresenta un veicolo di importanti novità per il sostegno della filiera. Il provvedimento infatti, come ha sottolineato il Ministro, mira a rafforzare la penetrazione dei prodotti bio nel mercato.
"Le azioni messe in campo - ha affermato il Ministro - risultano strategiche per supportare la transizione green e sostenere le sfide future e le mutate esigenze di consumo dei cittadini, anche nell'ottica di allineare l'Italia agli ambiziosi obiettivi europei delle strategie Farm to Fork e Biodiversità 2030 e favorire l'accesso agli investimenti nel contesto della PAC e del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza".
Condividi su: