COP27:

COP27: "Climate change catastrofico, ora azione credibile"

Così il Segretario dell'ONU all'apertura dei lavori di Sharm el-Sheik. Assenti Cina, India e Russia

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07

Novembre
2022

di Salvina Salerno

"Con l’inizio della COP27, il nostro Pianeta sta inviando un segnale di soccorso. L’ultimo rapporto sullo stato del clima globale è una cronaca del caos climatico. Come mostra così chiaramente l’Organizzazione meteorologica mondiale, il cambiamento sta avvenendo a una velocità catastrofica: vite e mezzi di sussistenza devastanti in ogni continente". Lo afferma il Segretario Generale dell’ONU Antonio Guterres, in un messaggio inviato per l’inizio della COP27 di Sharm el-Sheik.
"Gli ultimi otto anni - ha aggiunto - sono stati i più caldi mai registrati, rendendo ogni ondata di caldo più intensa e pericolosa per la vita, soprattutto per le popolazioni vulnerabili. Il livello del mare sta aumentando a una velocità doppia rispetto agli anni ’90, rappresentando una minaccia esistenziale per gli stati insulari bassi e minacciando miliardi di persone nelle regioni costiere. Gli stessi record di scioglimento dei ghiacciai si stanno dissolvendo, mettendo a repentaglio la sicurezza idrica per interi continenti. Le persone e le comunità ovunque devono essere protette dai rischi immediati e sempre crescenti dell’emergenza climatica. Ecco perché stiamo spingendo così tanto per i sistemi di allerta precoce universali entro cinque anni. Dobbiamo rispondere al segnale di soccorso del pianeta con l’azione: un’azione per il clima ambiziosa e credibile. COP27 deve essere il luogo, e ora deve essere il momento".

I Paesi che inquinano di più sono assenti

Alla COP27 partecipano, fino al 18 novembre, 200 delegati provenienti da altrettanti Paesi. Assenti i rappresentanti di Cina, India e Russia.
Difficile da centrare i due obiettivi principali del summit: limitare riscaldamento globale a 1.5°C, e rispondere alle necessità dei Paesi, quelli più poveri, che già oggi subiscono impatti molto gravi, sia in termini di finanziamenti per interventi di mitigazione e di adattamento sia con una struttura finanziaria per le perdite e i danni causati dai cambiamenti climatici.

OMS: climate change e aumento della mortalità mondiale

Nel primo giorno di conferenza, l’Organizzazione mondiale della sanità ha esordito così: "Si prevede che tra il 2030 e il 2050 il cambiamento climatico provocherà circa 250mila morti in più all’anno per malnutrizione, malaria e diarrea e stress da caldo", mentre si stima che entro il 2030 i costi dei soli danni diretti dei cambiamenti climatici alla salute saranno compresi tra 2 e 4 miliardi di dollari l’anno.
Il Direttore dell'organizzazione Tedros Adhanom Ghebreyesus ha affermato: "il cambiamento climatico sta facendo ammalare, o rendendo più vulnerabili ad ammalarsi, milioni di persone in tutto il mondo. Ed eventi meteorologici sempre più distruttivi colpiscono in modo sproporzionato le comunità povere ed emarginate".

WWF: la temperatura media globale è già a +1,1°C rispetto ai livelli preindustriali

Il WWF ha appena pubblicato le Aspettative per la COP27, con cui invita leader e governi a sfruttare al massimo l’occasione della COP27, per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C, prima che la crisi climatica evolva in modo catastrofico, e rispondere ai bisogni delle comunità che già oggi subiscono impatti molto gravi,dal Pakistan al Corno d’Africa, per citare due situazioni tuttora drammatiche.
Gli impatti della crisi climatica, sottolinea l’associazione ambientalista, peggiorano di giorno in giorno, con l’attuale aumento della temperatura media globale già a +1,1°C rispetto ai livelli preindustriali.
Il Sesto Rapporto di Valutazione dell’IPCC pubblicato a inizio anno, ha fornito una comprensione più approfondita e dettagliata della scienza dei cambiamenti climatici e degli impatti sempre più dirompenti in tutte le regioni a causa del riscaldamento del pianeta, ma ha anche dato indicazioni sulle soluzioni, partendo dalla necessità ormai non rinviabile di abbattere le emissioni in tutti i settori in modo esponenzialmente più accelerato di quanto fatto sinora.

Il Rapporto del Gruppo di Lavoro 3 dell’IPCC fornisce motivi di ottimismo, rilevando che in ogni settore sono disponibili soluzioni sempre più efficaci dal punto di vista dei costi per dimezzare le emissioni entro il 2030 a livello globale. La siccità nel Corno d’Africa, le alluvioni massicce e senza precedenti in Pakistan e Nigeria, le devastanti tempeste tropicali, gli incendi e le ondate di calore sono solo alcuni dei segni del peggioramento della crisi climatica di cui si è avuto testimonianza nel 2022.
"La COP27 si svolge in Africa, un continente in cui la maggior parte dei Paesi è solo vittima incolpevole del riscaldamento globale provocato dallo sviluppo basato sui combustibili fossili. Ci auguriamo che i Paesi africani esercitino il loro richiamo morale per una transizione accelerata e decisa. Nonostante rappresenti solo il 4% delle emissioni, infatti, l’Africa sta affrontando un’esposizione sproporzionata agli impatti climatici: la stima è che il continente si stia riscaldando 1,5 volte più velocemente della media globale. Il WWF ritiene anche che questa COP sia un’opportunità unica per affrontare le questioni relative all’adattamento al cambiamento climatico, e al cosiddetto Loss and damage: i fenomeni già in atto ci pongono di fronte a problemi complessi, nuovi impatti e rischi esponenzialmente accresciuti per le persone e gli ecosistemi, occorre cercare di assicurare benessere a esseri umani e natura, coscienti che, se non porremo un freno all’escalation delle emissioni climalteranti, rischiamo che le future generazioni non siano in grado di farlo", afferma Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia.

MSF e ICRC: clima, conflitti e emergenze sanitarie

Il clima che cambia sta avendo conseguenze devastanti per le persone che vivono in contesti di conflitto e per chi non ha accesso alle cure mediche di base.
Medici Senza Frontiere (MSF), il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) e il Movimento della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa stanno lavorando a stretto contatto con le comunità dei Paesi in cui i cambiamenti climatici si sono drammaticamente sovrapposti ai conflitti armati e alle emergenze sanitarie. Dei 25 Paesi più vulnerabili ai cambiamenti climatici e meno pronti ad adattarsi, la maggior parte sta vivendo anche un conflitto armato. In molti di essi le persone non hanno accesso all’assistenza sanitaria di base. Quando si verificano shock climatici in Paesi con risorse alimentari, idriche ed economiche limitate, la vita, la salute e i mezzi di sussistenza delle persone sono minacciati.
La Somalia ha sofferto negli ultimi anni cicli irregolari di siccità e inondazioni, che hanno esacerbato una situazione umanitaria già disperata dopo tre decenni di conflitto armato.

Le organizzazioni umanitarie hanno anche risposto alle inondazioni in Sud Sudan e in tutto il Sahel, ai cicloni devastanti in Madagascar e Mozambico e alla grave siccità nel Corno d’Africa. La crisi climatica peggiora le crisi sanitarie e umanitarie.
Un ulteriore riscaldamento del globo, affermano le associazioni, porterà a conseguenze disastrose a meno che non vengano adottate urgenti e lungimiranti misure di riduzione e non venga attivato un sostegno adeguato alle persone e i paesi più colpiti in modo che possano adattarsi ai crescenti rischi climatici. "Oggi i bisogni stanno già superando la capacità di risposta. Questa è una crisi di solidarietà che sta ora aprendo una crisi di moralità. Il mondo non può lasciare senza supporto le persone che subiscono le conseguenze più tragiche di questa situazione", afferma Stephen Cornish, direttore generale di MSF Svizzera.
"Stiamo assistendo agli effetti gravi e combinati di un aumento dei rischi legati ai cambiamenti climatici e ai conflitti armati, dall’Afghanistan alla Somalia, dal Mali allo Yemen. Il nostro lavoro in questi paesi aiuta le persone a fronteggiare la crisi climatica. Ma gli attori umanitari non possono rispondere da soli a questa moltitudine di sfide. Senza un fermo sostegno finanziario e politico ai Paesi più fragili, le sofferenze non potranno che peggiorare", dichiara Robert Mardini, direttore generale della Croce Rossa Internazionale.
Le associaioni chiedono ai leader mondiali di rispettare gli impegni assunti con l’Accordo di Parigi e l’Agenda 2030 e sostenere le popolazioni più vulnerabili e colpite da conflitti ad adattarsi al cambiamento climatico.

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