Durante il Consiglio dei Ministri dell'Agricoltura svoltosi in Lussemburgo, gli Stati membri europei hanno raggiunto nella tarda notte fra il 20 e il 21 ottobre un accordo generale sulla Politica Agricola Comune 2021-27.
L'intesa arriva dopo più di due anni di negoziati e sarà discussa in trilogo con la Commissione e il Parlamento europeo nelle settimane successive al voto, per arrivare a un esito entro la primavera del 2021. Questa base di partenza porta con sè un'evoluzione dell'impianto tradizionale della Politica Agricola Comune: per la prima volta i fondi saranno assegnati in base ai risultati raggiunti anziché al rispetto delle norme di conformità.
L'accordo prevede che ogni Stato membro presenti un Piano Strategico Nazionale per la definizione e attuazione di tutti gli interventi, a seguito di un'analisi dei fabbisogni. Le Regioni, attraverso le proprie Autorità di Gestione, potranno continuare ad attuare gli interventi inerenti lo sviluppo rurale.
La PAC è la più grande forma di sussidi diretti al settore agricolo, circa il 34,5% del Bilancio comunitario del 2020, e la Commissione europea chiede il sostegno degli obiettivi climatici e ambientali in linea con il Green Deal.
La nuova PAC entrerà in vigore il 1° gennaio 2023 al termine dei due anni di transizione, e tenta di allineare la politica agricola europea alla sfida dei cambiamenti climatici e della sostenibilità. Una percentuale minima del 30% delle spese del II Pilastro (Sviluppo Rurale) dovrà essere destinata a misure agro-ambientali, ed almeno il 20% delle risorse del I pilastro (pagamenti diretti) dovranno essere allocate a schemi ecologici, ovvero a misure come l'inerbimento dei frutteti, la riduzione dei fitofarmaci e fertilizzanti, i metodi di agricoltura biologica e ulteriori pratiche agricole benefiche per l'ambiente.
Passa così la proposta tedesca a dispetto della posizione italiana: per la ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova, la percentuale di fondi da destinare agli schemi dovrebbe essere decisa dagli Stati membri nei rispettivi Piani Strategici in base alle esigenze nazionali e, in ogni caso, il livello del 20%, voluto dalla presidenza tedesca, è troppo alto.
Per gli ambientalisti e il gruppo dei Verdi (Greens/EFA) si tratta di pannicelli caldi, poco efficaci rispetto alla drammatica perdita di biodiversità che si sta consumando in Europa.
Nell'accordo c'è anche una particolare attenzione dedicata ai giovani agricoltori e ai piccoli agricoltori: i primi potranno beneficiare di un contributo per iniziare l'attività fino a 100.000 euro, mentre per i secondi è prevista maggiore semplificazione e l'esonero da eventuali tagli dei pagamenti diretti necessari per costituire una riserva anticrisi.
Su richiesta italiana si prevede, inoltre, la possibilità di destinare una piccola percentuale dei pagamenti agli agricoltori per costituire un fondo con funzioni assicurative nel caso di eventi avversi.
"Abbiamo assicurato un buon equilibrio tra sostenibilità e sicurezza alimentare", ha detto la ministra tedesca Julia Kloeckner in conferenza stampa. Le conclusioni del Consiglio "sono un buon punto di partenza per il negoziato con la Commissione e l'Europarlamento", ha aggiunto il commissario UE all'agricoltura Janusz Wojciechowski.
"Siamo molto soddisfatti dei compromessi raggiunti in merito alle nostre produzioni bandiera - ha commentato la Ministra Teresa Bellanova -. Saremo finalmente in grado di attuare interventi di investimento e ristrutturazione nel settore dell'olio di oliva, a beneficio anche dei produttori danneggiati dalla xylella, così come di continuare a sostenere il settore vitivinicolo, ad esempio finanziando l'impianto di nuovi vigneti".
Photo by Jakub Kapusnak
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