Gli italiani mostrano una crescente sensibilità alla sostenibilità, ambientale ma anche sociale, quando fanno la spesa. Prima di fattori come marca, packaging, aspetto del prodotto, dei valori nutrizionali e del tempo a disposizione per cucinare, poco più di un connazionale su cinque (22%) considera molto importante nelle decisioni di acquisto la trasparenza sia sulle origini sia sulle modalità di produzione, allevamento e coltivazione, generalmente non indicate sulle confezioni e le etichette. A questi si aggiunge, per uno su sei (17%), l’importanza anche valori come la tutela delle condizioni di lavoro delle persone nelle filiere. A rilevarlo l’Osservatorio Reale Mutua sull’agricoltura in collaborazione con Slow Food.
I trend di acquisto: cosa e dove
Queste priorità si traducono in una tendenza alla scelta di prodotti del territorio (29%), di prodotti di stagione (36%), anche per sostenere le economie agricole locali (30%) e perché ritenuti più buoni di quelli fuori periodo (12%).
Dai valori al carrello, in che cosa si traducono le scelte di acquisto e consumo degli italiani? Uno su tre (34%) dichiara di consumare frutta più volte al giorno, e un altro 34% una volta al giorno. Discorso simile per la verdura, rispettivamente al 32% e 28%.
Pasta e riso sono consumati una volta al giorno dal 39%, quasi uno su due (42%) mangia i legumi due o tre volte a settimana, sensibilmente meno i cereali (29%). Tra gli altri dati di rilievo, il pesce finisce nel piatto del 43% una volta a settimana, come la carne rossa, mentre a essere mangiata con più frequenza è la carne bianca (due o tre volte a settimana dal 51%).
Nella settimana tipo, oltre otto italiani su dieci (86%) preferiscono i cibi freschi a quelli precotti, pronti o surgelati, e se il supermercato resta il canale preferito (77%) una fetta consistente guarda anche a mercati di zona (28%) e botteghe di quartiere (16%).
"I dati dell’Osservatorio Reale Mutua suggeriscono che gli italiani hanno acquisito una sempre maggiore consapevolezza rispetto ai valori legati a un cibo buono, pulito e giusto: territorialità, stagionalità - afferma Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia - e la ricerca di prodotti non processati lo testimoniano. Ma c’è di più: inizia a diffondersi anche la consapevolezza che un regime alimentare è sano non solo quando è adeguato dal punto di vista nutrizionale, ma se promuove la salute umana e rispetta quella del pianeta. Questa sensibilità degli italiani non può essere sprecata: la politica deve dare risposte precise e mettere in campo strumenti che consentano scelte alimentari consone e garantiscano la massima trasparenza della filiera produttiva a cominciare dalle etichette, chiare ed esaustive di tutti i valori che gli italiani vogliono ritrovare nel loro cibo".
Photo by Sarah Pflug
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