Sostiene l'ONu che se si vogliono affrontare in modo razionale e con successo le crisi legate a clima, perdita di biodiversità e degrado del suolo, gli investimenti per la riforestazione, la tutela degli ecosistemi e della biodiversità dovranno triplicare da qui al 2030 e quadruplicare al 2050: dai 133 miliardi di dollari all'anno del 2020, in dieci anni bisognerà arrivare a 400 miliardi, e in trenta anni a 536 miliardi annu. Lo sostiene il rapporto State of Finance for Nature, pubblicato il 27 maggio 2021 da UNEP (Programma per l’Ambiente delle Nazioni Unite), WEF (World Economic Forum) e ELD (Economics of Land Degradation) Initiative, e redatto dalla società di consulenza Vivid Economics, a supporto del Decennio delle Nazioni Unite per il Ripristino dell’Ecosistema (2021-2030).
Il rapporto indica che gli investimenti annuali per la natura nel 2020 sono stati di 133 miliardi di dollari, lo 0,10% del Pil globale. Per l'86% sono stati in carico ai governi, solo per il 14% della finanza privata (18 miliardi). Secondo l'UNEP, per affrontare con efficacia le crisi ambientali globali, questi investimenti dovranno arrivare a complessivi 8.100 miliardi in trent'anni. Soltanto la riforestazione richiederà 203 miliardi di spesa annua.
Il rapporto sottolinea che solo il 2,5% degli stimoli economici messi in cantiere per il dopo-pandemia riguarda la natura.
Per superare il divario di investimenti, UNEP "sollecita i governi, le istituzioni finanziarie e le imprese a superare questo gap di investimenti" mettendo la natura al centro del processo decisionale del settore pubblico e privato relativo alle sfide della società, compresa la lotta alle crisi climatiche e della biodiversità.
In UE c'è tanto da fare per la biodiversità
Una legge europea sulla biodiversità e un investimento di 20 miliardi annui per contrastare il degrado ambientale: queste le richieste del Parlamento europeo incluse nella relazione sulla strategia UE sulla biodiversità per il 2030, approvata dalla commissione Ambiente con 62 voti a favore, 4 contro e 12 astensioni.
Presente nel testo anche la proposta di creare una piattaforma europea per l'inverdimento urbano che includa obiettivi vincolanti sulla biodiversità urbana, come una quota minima di tetti verdi e un sistema di monitoraggio degli impollinatori a livello UE con obiettivi e indicatori chiari per fermarne il declino.
L'Eurocamera esprime anche critiche verso il fallimento delle istituzioni UE nel raggiungimento degli obiettivi di biodiversità del 2020 e richiede una nuova strategia che affronti adeguatamente tutti e cinque i principali fattori del cambiamento ambientale: lo sfruttamento del suolo e del mare, lo sfruttamento diretto degli organismi, il cambiamento climatico, l'inquinamento e le specie esotiche invasive. Gli eurodeputati chiedono anche un "accordo di Parigi" per la biodiversità da siglare alla conferenza delle Nazioni unite nell'ottobre 2021. La relazione sarà sottoposta al voto della plenaria in giugno.
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