La pandemia di Covid-19 ha segnato una battuta d'arresto per lo sviluppo sostenibile: nel 2020, per la prima volta dal 2015 quando i Paesi dell'ONU sottoscrissero l'Agenda 2030, il mondo è andato indietro sul cammino verso gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS, in inglese SDG). Il punteggio medio del Global SDG Index, infatti, è diminuito.
Il calo della performance sugli OSS a livello globale è dovuto in gran parte all'aumento dei tassi di povertà e di disoccupazione in seguito allo scoppio della pandemia. Lo afferma il rapporto annuale del centro studi ONU Sustainable Development Solutions Network (SDSN), il Sustainable Development Report (SDR), che comprende il SDG Index e Dashboard, pubblicato dalla Cambridge University Press e realizzato da esperti indipendenti guidato da Jeffrey Sachs, presidente del Sustainable Development Solutions Network.
Sustainable Development Report 2021
Il report, oltre ad analizzare lo stato di avanzamento a livello globale degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, evidenzia, infatti, gli impatti a breve termine del Covid-19 su ciascun SDG, descrivendo come si possa favorire il processo di ricostruzione post-pandemia. L'edizione 2021 del rapporto è più attenta alle Sei Trasformazioni (Educazione, genere e disuguaglianza, Salute, benessere e demografia, Decarbonizzazione energetica e industria sostenibile, Cibo, terra, acqua e oceani sostenibili, Città e comunità Sostenibili, Rivoluzione digitale per lo sviluppo sostenibile) e alle principali misure politiche ritenute indispensabili per monitorare la loro implementazione a livello nazionale.
Ricchi e Poveri
Il Covid-19 ha messo in luce la limitata capacità dei Paesi in via di sviluppo a basso reddito (LIDCs) di attingere ai finanziamenti del mercato. Mentre i governi dei Paesi ad alto reddito si sono largamente indebitati in risposta alla pandemia, i LIDCs non hanno potuto farlo a causa della loro minore solvibilità di mercato. La principale implicazione nel breve termine del diverso spazio fiscale tra le nazioni è la probabilità che i Paesi ricchi si riprendano dalla pandemia più rapidamente dei Paesi poveri. "Per ripristinare i progressi verso gli OSS - afferma Jeffrey D. Sachs, presidente dell'Sdsn e principale autore del rapporto - i Paesi in via di sviluppo hanno bisogno di un significativo aumento dello spazio fiscale, attraverso una riforma globale e un ampliamento del finanziamento da parte delle banche multilaterali di sviluppo. Le spese fiscali dovrebbero sostenere le sei trasformazioni chiave degli OSS istruzione di qualità per tutti, copertura sanitaria universale, energia pulita e industria, agricoltura e gestione del suolo sostenibili, infrastrutture urbane sostenibili e accesso universale alle tecnologie digitali".
Il rapporto identifica quattro modi per aumentare lo spazio fiscale dei LIDCs:
- Migliore gestione monetaria globale, in particolare maggiore liquidità per i LIDCs
- Migliore riscossione delle imposte sostenuta da diverse riforme fiscali globali
- Maggiore intermediazione finanziaria da parte delle banche multilaterali di sviluppo (MDBs) per sostenere il finanziamento dello sviluppo a lungo termine
- Riduzione del debito.
Guardando alle altre nazioni, la Finlandia è al primo posto dell’SDG Index del 2021, seguita da due Paesi nordici: Svezia e Danimarca. Secondo i dati del sondaggio presi dal Gallup World Poll e pubblicati a marzo dal World Happiness Report, la Finlandia ha conquistato il primo posto come Paese più felice del mondo.
Tuttavia, anche la Finlandia e i nordici si trovano di fronte a importanti problemi relativi ai diversi OSS e sono in ritardo nel loro raggiungimento entro il 2030.
L'Asia orientale e meridionale ha compiuto più progressi negli OSS rispetto a qualsiasi altra regione, sia dal 2010 sia dall'adozione degli obiettivi nel 2015. I tre Paesi che hanno compiuto i maggiori progressi nel punteggio dell’SDG Index dal 2015 sono il Bangladesh, la Costa d'Avorio, e l’Afghanistan. Al contrario, i tre Paesi che sono scesi di più nella classifica sono il Venezuela, Tuvalu e il Brasile.
L'Italia
"Il nostro Paese, i cui dati si focalizzano principalmente sul periodo prepandemico - evidenzia SDSN Italia -, si classifica al 26° posto. Nonostante il miglioramento della posizione in classifica rispetto all’anno precedente, la situazione del nostro Paese non evidenzia variazioni significative in termini di raggiungimento degli SDG". Miglioramenti rispetto allo scorso anno sono visibili per il Goal 6 - Acqua e servizi igienico-sanitari, e il Goal 7 - Energia pulita e accessibile. Perdurano i maggiori ritardi per il Goal 9 - Imprese, innovazioni e infrastrutture, il Goal 13 - Lotta contro il cambiamento climatico, e il Goal 14 - Vita sott’acqua. Peggiora, inoltre, il trend del Goal 15 - Vita sulla terra, mentre sembra migliorare quello del Goal 3 - Salute e benessere, nonostante sia atteso un suo peggioramento causato dal periodo pandemico.
Per quanto riguarda l’Italia, si evidenzia inoltre "una discreta discrepanza tra il sostegno politico espresso a favore degli SDG e l’integrazione dei 17 Obiettivi nei processi strategici di politica pubblica".
L’indagine condotta quest’anno da SDSN sugli sforzi del Governo per implementare gli SDG a livello nazionale rivela che "meno della metà dei Paesi intervistati (20 su 48) menziona gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile o utilizza termini ad essi correlati negli ultimi documenti di bilancio ufficiale. A distanza di oltre cinque anni dall’adozione degli SDGs, sussistono notevoli lacune nelle statistiche ufficiali che non consentono di ottenere, per diversi Obiettivi, dati tempestivi in molte aree geografiche; questo accade, in particolar modo, per il Goal 4 - Istruzione di qualità, Goal 5 - Uguaglianza di genere, Goal 12 - Consumo e produzione responsabili, Goal 13 - Azione per il clima e Goal 14 - Vita sott’acqua".
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