Miele: giù la produzione fino a -95%

Miele: giù la produzione fino a -95%

Da Nord a Sud produzione quasi azzerata. Le stesse api "non hanno sufficienti scorte per passare indenni l'inverno"

Notizie dal mondo agroalimentare:
prodotti, mercati, tecnologie, processi di filiera

14

Settembre
2021

La situazione è davvero drammatica per le api e gli apicoltori tanto che l'annata apistica 2021 è destinata a entrare nelle cronache del settore come la più critica degli ultimi decenni. In regioni come la Toscana e l'Emilia-Romagna la produzione di miele subisce un calo del 95%.
In Lombardia il danno subito dalla sola mancata produzione di acacia supera i 30 milioni di euro: in media un alveare ha prodotto tra 500 gr/1 kg contro i 20 kg degli scorsi anni. Una criticità che ha toccato anche i territori del Sud con la produzione di miele d'arancio quasi azzerata in molte zone della Sicilia e della Puglia e una produzione media inferiore del 50%, così come per il miele di sulla.

La riduzione così drastica della produzione ha fatto saltare anche la Settimana del miele di Montalcino (Siena), che ha alle spalle quasi mezzo secolo di edizioni annuali.

L'Associazione Apicoltori Arezzo Siena e Grosseto, rammaricata per l'annullamento della rassegna, sottolinea la necessità di "stimolare la politica ad aiutare gli apicoltori che soffrono la mancata produzione di miele e che dovranno provvedere al mantenimento delle api" a causa della drastica riduzione dovuta all'andamento climatico della scorsa primavera.
"Le stesse api - osserva l'Associazione - non hanno sufficienti scorte per poter passare indenni l'inverno che sta bussando alle porte".
L'ASGA sta progettando un coinvolgimento delle associazioni di categoria per "la salvaguardia del territorio e della sua meravigliosa biodiversità, trovando insieme delle sinergie per aiutare questi importantissimi animali a sopravvivere e produrre impollinazione per il benessere fondamentale della campagna e delle sue preziose colture".

Le condizioni climatiche avevano seriamente compromesso le produzioni primaverili di tarassaco e di ciliegio, con anche la quasi totale perdita della produzione di miele di acacia, causa un clima fortemente sfavorevole di sbalzi climatici, basse temperature e inaspettate gelate registrate sia al Nord sia nel Centro Italia. Sempre eventi atmosferici avversi hanno gravemente compromesso le fioriture di mandorli, ciliegia, asfodelo, trifoglio e agrumi al Sud azzerando di fatto le produzioni di nettare necessario per permettere alle api di colonizzarsi e svilupparsi per i raccolti successivi.
Il clima degli ultimi mesi ha reso difficoltosa la raccolta e l'immagazzinamento del nettare, che è servito innanzitutto per il nutrimento delle api: in molti casi gli allevatori sono stati costretti a costosi interventi di nutrizione artificiale degli alveari per evitare che morissero di fame e per salvare gli allevamenti.

Un settore in grande sofferenza che, come hanno avuto modo di ricordare anche le associazioni di categoria, non ha risparmiato nemmeno le api regine: le fecondazioni, sempre a causa delle condizioni atmosferiche, si sono ridotte di circa il 20%.

Foto: Asgamontalcino.it


Condividi su: