Le brutte sorprese del Catologo dei sussidi ambientali dannosi e favorevoli 2017

Le brutte sorprese del Catologo dei sussidi ambientali dannosi e favorevoli 2017

Il Ministero dell'Ambiente ha reso pubblico il volume che illustra le ricadute degli incentivi ambientali riconosciuti alle aziende: si favoriscono maggiormente le attività dannose

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12

Luglio
2019

È online sul sito del Ministero dell'Ambiente il “Catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi e dei sussidi ambientalmente favorevoli” 2017. Come previsto dall’art. 68 della Legge 28 dicembre 2015, n. 221 (Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali) il Ministero deve realizzarlo e pubblicarlo annualmente entro il 30 giugno.
Per la redazione del Catalogo il Ministero dell'Ambiente si avvale, oltre che delle informazioni nella disponibilità propria e dell'ISPRA, delle informazioni rese dall'ISTAT, dalla Banca d'Italia, dai Ministeri, dalle Regioni e dagli enti locali, dalle università e dagli altri centri di ricerca, che forniscono i dati secondo uno schema predisposto dal Ministero dell'Ambiente. Numerosi sussidi accolti in questo Catalogo includono elementi di stima. Altri sono ancora da quantificare. Altri saranno identificati nelle edizioni future.

In base alla legge, i sussidi del catalogo sono intesi nella loro definizione più ampia e comprendono, tra gli altri, gli incentivi, le agevolazioni, i finanziamenti agevolati e le esenzioni. Vengono così illustrati e conteggiati i SAF (Sussidio Ambientalmente Favorevole), e i SAD (Sussidio Ambientalmente Dannoso).
Da pagina 128 a pagina 179 si trova il rendiconto dettagliato della filiera agroalimentare.

Obiettivo del catalogo è sostenere Parlamento e governo nella definizione delle politiche ambientali. Ma qualcosa non funziona visto che il documento ha identificato sussidi favorevoli stimati per il 2017 in 15,2 miliardi di euro, mentre quelli dannosi in ben 19,3 miliardi. Fra i dannosi, i sussidi alle fonti fossili sono stimati in 16,8.

Nella prefazione del Catalogo, il Ministro Costa afferma: "Molti sussidi sono stati adottati nel nostro Paese in favore dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile (non ultimo quello sul verde privato urbano) ed è bene riflettere su un loro utilizzo razionale ed efficiente. Ma molti altri sussidi, adottati con motivazioni degne e legittime, hanno effetti ambientali negativi, danno segnali di prezzo sbagliati, se non perversi, rispetto alle scelte di consumo, produzione e investimento di cittadini e imprese. Molti Paesi, oltre l’Italia, fanno ancora un utilizzo significativo di sussidi ambientalmente dannosi. Per questo sono importanti gli impegni G7 e G20 per, ad esempio, la rimozione dei sussidi alle fonti fossili entro il 2025. Tutti i sussidi alle fonti fossili devono ritenersi economicamente e ambientalmente inefficienti: senza la loro rimozione diventerà estremamente difficile, se non impossibile, raggiungere gli obiettivi che ci siamo dati come comunità globale a Parigi e all’ONU."

Catalogo dei sussidi, seconda edizione (2018 - stima dati 2017)


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