Cantina Settecani, azienda vitivinicola nata nel 1923 nel cuore del Grasparossa, ai confini delle località modenesi di Castelvetro, Castelnuovo Rangone e Spilamberto, nel 2019 amplia la certificazione secondo il Protocollo VIVA estendendola dal prodotto a tutta la realtà aziendale. Si tratta di una scelta impegnativa che nasce con lo scopo di misurare e migliorare la performance di sostenibilità della filiera vite-vino.
Nel 2016 il Ministero dell'Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare aveva già riconosciuto il conseguimento del Protocollo VIVA al prodotto 7 Bolle Lambrusco Grasparossa di Castelvetro D.O.P., vinificato con metodi tradizionali e uve provenienti dai vigneti dei soci. Nel 2018 lo studio relativo al Lambrusco è stato rinnovato e integrato con la certificazione dell'organizzazione, sempre secondo la regolamentazione che rende riconoscibili i vini e le aziende completamente sostenibili che sono prodotti e producono impattando al minimo sul territorio. Nel 2019 la Cantina Settecani è stata una delle prime realtà in Italia a ottenere questo tipo di certificazione.
In parte attuato, in parte in corso è il programma di miglioramento che prevede la riduzione degli impatti ambientali e il miglioramento dell'esito degli indicatori di sostenibilità VIVA dei soci conferitori, in un progetto che parte dalla campagna e coinvolge tutta la filiera, fino alla Cantina stessa. Quest'ultima ha attuato interventi di miglioramento delle prestazioni energetiche, selezionato imballaggi meno pesanti e meno impattanti sull'ambiente e implementato la sicurezza sul lavoro del personale impiegato.

"Per il 2020 Cantina Settecani e i suoi 200 associati si propongono di mantenere le importanti certificazioni VIVA di Organizzazione e di Prodotto - ha affermato Paolo Martinelli, Presidente della Cantina Settecani - tramite l'aggiornamento degli indicatori relativi alla vendemmia 2019, e di estendere il campo di applicazione anche al Pignoletto".
Sostenibilità. Nel concreto
Ma quali sono i reali effetti delle scelte compiute dalla Cantina Settecani e che l'hanno condotta all'ottenimento della certificazione VIVA? Siamo partiti dall'installazione di sistemi automatici di lavaggio delle autoclavi che si traducono in risparmio energetico e della risorsa acqua. Di conseguenza la Cantina si aspetta una riduzione degli indicatori ARIA (Carbon Footprint) e ACQUA (Water Footprint) di cui al Protocollo VIVA, che saranno quantificati per la vendemmia 2019 in occasione del rinnovo dell’etichetta VIVA che ha validità biennale.
Per quanto riguarda la scelta di imballaggi meno pesanti si preventivano una riduzione dell’indicatore ARIA (cioè la CO2 equivalente associata alla fase di produzione del packaging, ad esempio della bottiglia o della scatola di cartone), una decurtazione del consumo di materia prima e, di conseguenza, dei kg di rifiuti prodotti nella fase di fine vita degli imballi primari e secondari del vino. Anche in questo caso la quantificazione delle riduzioni, in termini di indicatore ARIA, verrà effettuata per la vendemmia 2019.
L'azienda ha anche effettuato degli interventi volti a migliorare l’efficienza degli impianti produttivi. Tra gli altri, segnaliamo che è stata realizzata la coibentazione delle tubazioni trasporto vino per ridurre le dispersioni termiche; è stato rifatto l'impianto di distribuzione della linea “freddo”, per migliorare la resa di tale impianto con conseguente risparmio di frigorie; si è provveduto a installare un sistema di gestione centralizzato delle autoclavi utile a un maggior controllo del processo produttivo.

L'azienda si è anche provvista di una idonea piazzola per il lavaggio delle attrezzature di campagna, che permette il recupero delle acque di lavaggio e il loro corretto smaltimento come rifiuti. In questo modo tutta l'acqua utilizzata per il lavaggio delle attrezzature viene raccolta e smaltita come rifiuto presso aziende autorizzate, con riduzione della cosiddetta “impronta di acqua grigia” e, di conseguenza, riduzione delle potenziali contaminazioni della matrice acque/suolo. La Cantina Settecani ha inoltre avviato un progetto in collaborazione con l’università di Piacenza denominato “Minerva” che prevede la realizzazione di una piazzola utile alla depurazione delle acque di lavaggio dei mezzi agricoli e alla sua filtrazione in bio-bed. Questo consentirà il risparmio non solo dell’acqua, riutilizzabile per scopi irrigui, ma porrà rimedio all’inquinamento puntiforme, causa principale dell’inquinamento delle falde e dei pozzi.
In campagna saranno puntualmente registrati i consumi di gasolio agricolo, che solitamente non sono misurati. Il monitoraggio di un consumo è il primo passo verso il risparmio: conoscere quanto si consuma permette di capire dove si può migliorare. Tale azione sarà anch’essa rendicontata al termine della vendemmia 2019.
Scopo finale di tutte queste azioni è la diminuzione della CO2 emessa, che deve calare a ogni certificazione e rispettare i piani di miglioramento notificati al Ministero dell’Ambiente.
L’indicatore ACQUA definisce l’obiettivo di un uso minore e, se possibile, del riciclo. Inoltre comanda la scelta dei prodotti fitosanitari che danno origine a inquinamento delle falde, e sono disciplinati dalla lotta integrata della Regione Emilia Romagna e definisce l’utilizzo di tecniche in vigneto agronomiche per evitare ruscellamenti e compattamenti e migliorare la fertilità del suolo.
Quest’anno il dato relativo alla CO2 emessa diminuirà. In particolare i dati certificati da DNV e presentati al Ministero sono i seguenti:
CO2 emessa nel 2016 per bottiglia prodotta 1.056 kg
CO2 emessa nel 2018 per bottiglia prodotta 1.034 kg.
Si tratta di un percorso lento ma di miglioramento continuo, che include ambiente e sociale, oltre a obiettivi che rientrano nella politica dell'azienda modenese.
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