La siccità si aggrava, razionamenti dell'acqua più vicini

La siccità si aggrava, razionamenti dell'acqua più vicini

Verso lo stato di emergenza: servirà anche per ristorare gli agricoltori

Notizie dal mondo agroalimentare:
prodotti, mercati, tecnologie, processi di filiera

21

Giugno
2022

Passano i giorni, non piove e l'emergenza siccità si aggrava. Le regioni valutano la possibilità di ordinanze per razionare l'acqua al Nord, come l'uso dell'acqua per i soli fabbisogni primari e il divieto di riempimento delle piscine. Nell'attesa che si dichiari lo stato d'emergenza, l'Autorità di bacino del Po ha dichiarato, in proprio, l'allarme rosso: la situazione del grande fiume è infatti allo stato di emergenza più grave, probabilmente da quando se ne ha memoria.

Il Governo dichiarerà lo stato d'emergenza

Il Governo è intenzionato a concedere lo stato di emergenza che servirà però non per interventi strutturali ma a far avere i ristori alle aziende agricole che rischiano di perdere una parte cospicua del raccolto e a mettere a disposizione le risorse necessarie per far intervenire le autobotti laddove si dovessero seccare i rubinetti. Dall'esecutivo, infatti, arriva la rassicurazione del sottosegretario alla Salute Andrea Costa: "Credo ci siano le condizioni per arrivare a dichiarare lo stato di emergenza", ha detto a SkyTG24. Il sottosegretario ha osservato che "la preoccupazione delle Regioni è giustificata e il Governo condividerà un percorso con le Regioni".
"Dobbiamo sostenere il comparto agricolo, che non è solo produttivo ma vitale per il nostro Paese grazie al presidio e alla manutenzione del nostro territorio".
A Palazzo Chigi c'è stato il primo confronto tra i tecnici dei ministeri e nei prossimi giorni, ha assicurato il ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli, ci sarà un aggiornamento a livello politico. "La situazione è delicata" ammette il titolare del MiPAAF.

Regioni, Comuni e Autorità di bacino: "prevenire lo spreco d'acqua"

Del tema si occuperà anche la Conferenza delle Regioni che in due riunioni, una con il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio, avanzerà le proprie richieste: scontata quella dello stato d'emergenza, alla quale con ogni probabilità dovrebbe esitare una risposta positiva.
Dalle Regioni arriverà anche la richiesta della messa a disposizione dei fondi del PNRR per la realizzazione di nuovi invasi. Possibile anche che si parli di un quadro comune di ordinanze per prevenire lo spreco d'acqua, con il razionamento e l'indicazione a privilegiare l'uso dell'acqua per i fabbisogni primari. Cosa che, in moltissimi casi, i Comuni hanno già fatto in via autonoma. Sul tavolo anche l'ipotesi di un prelievo sempre più massiccio dai laghi, ma serve un accordo politico e un'intesa con i gestori degli invasi idroelettrici, magari prevedendo anche per loro i ristori.

Nella riunione dell'Autorità di Bacino del Po (diventata ormai periodica e già aggiornata al 29 giugno) per coinvolgere nelle decisioni Regioni, mondo agricolo, autorità di bonifica, aziende elettriche e multiutility che si occupano di far arrivare l'acqua nelle case, si è, per il momento, raggiunta una soluzione di compromesso: non sospendere l'irrigazione delle campagne, ma ridurre i prelievi del 20%.
C'è infatti un groviglio di problemi economici e ambientali che si complicano, inesorabilmente, l'uno con l'altro: la portata del Po è ai minimi storici, si vede ad occhio nudo e con le misurazioni della portata; a Pontelagoscuro, nei pressi di Ferrara, è arrivato a 180 metri cubi al secondo, come un fiumiciattolo.
Questo fa sì che il temutissimo cuneo salino avanzi: meno acqua c'è nella parte finale del fiume, più il mare si fa aggressivo e risale rendendo di fatto inutilizzabile l'acqua del fiume per l'irrigazione perché è salata, ma creando anche molti altri problemi per l'ecosistema. Il cuneo è arrivato a 21 km dalla foce e potrebbe avanzare ulteriormente.
L'irrigazione continua grazie al prelievo dai laghi del nord.

"Giunti a questi livelli - dice il segretario dell'Autorità di bacino Meuccio Berselli - ogni decisione porta con sé margini di criticità ma il traguardo è minimizzare il danno quanto più possibile in attesa di potenziali integrazioni amministrative dei territori e organi di governo".

Dal punto di vista dell'approvvigionamento dell'acqua potabile l'attenzione è altissima e si è pronti all'intervento con le autobotti: in questo momento, l'emergenza più grande riguarda il Piemonte dove l'allerta coinvolge 145 Comuni soprattutto nel Novarese e nell'Ossolano e dove il livello del lago Maggiore è sceso di un metro negli ultimi 3 giorni. Il Piemonte ha chiesto aiuto alla Val d'Aosta, che però ha risposto che la situazione è tale che non se lo può permettere.
Problemi si profilano anche nella Bergamasca e nell'Appennino parmense. Attenzione altissima anche nell'area del Delta del Po: la protezione civile ha fatto una ricognizione sui potabilizzatori di Acque Venete e Romagna Acque che servono le utenze di circa 7-800mila persone.
L'Emilia Romagna dalle prossime ore sarà in stato di calamità e nel Lazio il presidente della Regione Nicola Zingaretti definisce "grave" la situazione della provincia di Roma, annunciando lo stesso provvedimento per mercoledì: consentirà di adottare le prime misure e invitare i sindaci a contenere il consumo dell'acqua.

In ogni caso, tutte le ricette individuate sono soluzioni tampone o poco efficaci: l'unica per alleviare in maniera immediata un po' di sofferenza sarebbe la pioggia. Che però, stando alle previsioni non è previsto che arrivi a breve.

Anzi per i prossimi giorni proseguirà il caldo, che complica ulteriormente la situazione della siccità, oltre a far aumentare i consumi di energia, la cui produzione idroelettrica è, ovviamente, ai minimi termini.

Fonte: ANSA
Photo by Simon Berger


Condividi su: