La filiera alimentare del post pandemia? Sostenibile

La filiera alimentare del post pandemia? Sostenibile

Le guide UNI aiutano le aziende a contribuire allo sviluppo etico e alla responsabilità sociale

Notizie dal mondo agroalimentare:
prodotti, mercati, tecnologie, processi di filiera

08

Marzo
2021

A cura di Amina Ciampella*

Dopo questo lungo periodo in cui la pandemia ci separa e isola, abbiamo bisogno di credere nella speranza di farcela, economicamente e socialmente, anche adottando strategie che inglobano i 17 obiettivi per la Sviluppo Sostenibile ONU 2030 (nel seguito SDGs) e le norme che ci orientano verso la responsabilità sociale.

Pensare a uno Sviluppo Sostenibile planetario durante e a seguito di una sfida pandemica planetaria: quali sono gli elementi per uno sviluppo sostenibile e quali le policy capaci di generarlo?
La nostra Costituzione, all’art 9, primo capoverso, recita "La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica": vi è pertanto una grande responsabilità nel mettere in atto politiche culturali e tecnico scientifiche che ne consentano un’efficace promozione.

Gli SDGs, in questa straordinaria situazione di difficoltà, possono consentirci di osare, di evolverci da visionari a realizzatori di piccole e grandi trasformazioni in ogni ambito sociale, economico e ambientale.

Il perseguimento della responsabilità sociale, cioè della responsabilità di un’organizzazione per gli impatti delle sue decisioni e delle sue attività sulla società e sull’ambiente, attraverso un comportamento etico e trasparente, può concretamente diventare uno strumento per il cambiamento. La UNI ISO 26000 Guida alla responsabilità sociale è l’adozione nazionale in lingua italiana della norma internazionale ISO 26000 (edizione novembre 2010), che può essere utilizzata come parte di attività politiche pubbliche, e ha l’intento di aiutare le organizzazioni a contribuire allo sviluppo sostenibile. Non è una norma di sistema di gestione, non ha scopi certificativi, non contiene requisiti: è appunto una "guida".

Lo sviluppo sostenibile può essere considerato come una maniera di esprimere le più ampie aspettative della società nel suo complesso: è lo sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle future generazioni di soddisfare i loro bisogni, si riferisce all’integrazione degli obiettivi di un’elevata qualità della vita, salute e prosperità con la giustizia sociale e il mantenimento della capacità della terra di supportare la vita in tutta la sua diversità. Questi obiettivi sociali, economici e ambientali sono interdipendenti e si rinforzano mutuamente. Vi è dunque una relazione tra responsabilità sociale e sviluppo sostenibile: un’organizzazione che si avvicina alla responsabilità sociale e la mette in pratica, ha come principale obiettivo quello di massimizzare il proprio contributo a favore dello sviluppo sostenibile.

In relazione alla filiera alimentare, la specifica tecnica UNI ISO/TS 26030, marzo 2020, Responsabilità Sociale e Sviluppo Sostenibile - Linee guida all’uso della ISO 26000:2010 nella filiera alimentare, può guidare organizzazioni e stakeholder nel definire il loro impegno in comportamenti socialmente responsabili nell’intera catena del valore delle loro attività.
I sette principi di responsabilità sociale affrontati nella ISO 26000:2010 sono:

  • responsabilità di rendere conto (accountability)
  • trasparenza
  • comportamento etico
  • rispetto degli interessi degli stakeholder
  • rispetto del principio di legalità
  • rispetto delle norme internazionali di comportamento
  • rispetto dei diritti umani.

Obiettivo principale della specifica tecnica UNI ISO/TS 26030 è di aiutare le organizzazioni, indipendentemente dalle loro dimensioni e ubicazioni, a redigere un elenco di raccomandazioni e orientarsi verso un comportamento socialmente più responsabile e coerente con i 7 principi elencati. La struttura della UNI ISO/TS 26030 consiste nella declinazione dei 7 principi con pertinenti aspetti specifici che li analizzano in maggiore dettaglio e interessanti appendici informative che correlano alcune esemplificative buone prassi agli SDGs e ogni punto della specifica tecnica agli SDGs.

Nell’analizzare i vari livelli di approfondimento della gerarchia proposta, e alla luce del difficile momento attraversato dalla società contemporanea minacciata della sua stessa esistenza dalla crisi pandemica attuale, è quanto mai opportuno trattare il tema della governance, che sarà particolarmente impegnativo nell’immediato per imprese e stakeholder. Gli aspetti specifici che afferiscono alla governance sono tutti strettamente correlati ai 17 SDGs. Una sfida enorme, ma anche un bell’esercizio di dettaglio e di integrazione: non ci si può dimenticare alcun aspetto di interconnessione per arrivare a una circolarità della governance.

In particolare: ogni aspetto della politica e del piano strategico dell’organizzazione vanno riletti con l’ottica della sostenibilità sociale, con grande enfasi per la formazione, per le analisi di mercato, per gli indirizzi internazionali provenienti da SDGs, Global Compact, FAO, OCSE, GRI (Global Report Initiative).

Tale via, per quanto complessa, risulta essere l’unica percorribile per tendere a un lento successo concreto, per aggiustamenti successivi, che comporti, tra l’altro, la connessione con gli stakeholder, il monitoraggio della sicurezza alimentare, l’accountability e il rispetto del principio della trasparenza.
L’attualità testimonia che molte delle prospettive politiche per il prossimo futuro stanno adottando questa circolarità strategica dall’economia all’ambiente, dalla salute al lavoro, dalla tracciabilità alla privacy, dal diritto alle libertà personali: interconnessione è la parola chiave del futuro che verrà.

Concludo, così come ho cominciato, con la speranza, riportando uno stralcio da "La speranza bambina" del poeta francese Charles Péguy (1873-1914):
"La Speranza è una bambina da nulla. Che è venuta al mondo il giorno di Natale dell’anno scorso. Che gioca ancora con babbo Gennaio. Eppure è questa bambina che traverserà i mondi. Questa bambina da nulla".

Non abbandoniamo la speranza di farcela, di cercare il cammino che produce conoscenza, di impiegare la globalizzazione per un miglioramento generalizzato ed efficace, per un sistema alimentare sicuro, onesto, proficuo, salutare, equamente diffuso: ricordando che la qualità del capitale umano è il valore decisivo per lo sviluppo sostenibile.

*Amina Ciampella è membro dell’UNI/CT 003 Agroalimentare
Articolo estratto da U&C n. 7 - Luglio-Agosto 2020


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