Il Consiglio dei Ministri ha approvato ieri 19 ottobre 2021 il Documento programmatico di Bilancio 2022, una "manovra" che vale 23 miliardi di euro, pari all'1,2% del PIL, destinata per un terzo alla riduzione delle tasse. Fra i provvedimenti adottati, vi è anche il rinvio al 2023 della plastic tax e della sugar tax.
La tassa sulle bevande analcoliche zuccherate, che doveva entrare in vigore dal 1° gennaio 2022, è stata procrastinata nuovamente: in origine doveva essere introdotta nel 2020. L'imposta ammonta a 10 euro per ettolitro, nel caso dei prodotti finiti, a 0,25 euro per chilogrammo, nel caso di polveri o altri elementi solidi che si trasformano in bevande tramite diluizione. Quando e se entrerà in vigore, si applicherà a tutte le bibite che abbiano le due caratteristiche di essere analcoliche e zuccherate.
La sugar tax sarà pagata in Italia dal fabbricante della bibita e dal soggetto che effettua il condizionamento, o dal soggetto per conto del quale le bevande edulcorate sono ottenute dal fabbricante, o dall’esercente l’impianto di condizionamento. Se il prodotto proviene da Paesi UE sarà pagata dall’acquirente, da Paesi extra-Ue dall’importatore.
La plastic tax è l'imposta sul consumo della plastica monouso che sarebbe dovuta partire nel luglio del 2020 e che ha subito diversi rinvii. Gli obiettivi della plastic tax sono disincentivare l'utilizzo di prodotti di plastica e portare progressivamente a una diminuzione della produzione della stessa. Fa riferimento a una direttiva europea, la 2019/904/UE, per ridurre l'impatto sull'ambiente dei prodotti in plastica. L'imposta, così come disegnata nell'ultima versione, vale 45 centesimi di euro per ogni chilo venduto di MACSI, i prodotti di plastica monouso.
Inizialmente tarata su 1 euro al kg, la plastic tax era stata introdotta dalla legge di bilancio di fine 2019 per il 2020 dal secondo governo Conte, e sarebbe dovuta entrare in vigore nell'estate del 2020. Poi il decreto Rilancio l'aveva rinviata al gennaio del 2021, e la Legge di Bilancio per il 2021 l'aveva fatta slittare a luglio dello stesso anno. Il Decreto Sostegni bis aveva definito il nuovo rinvio: inizio 2022.
Invece entrerà in vigore dal 2023.
Assobibe si lamenta
"Per tornare ai livelli pre pandemia e garantire una crescita duratura nel tempo, le imprese hanno bisogno di segnali coerenti dal Governo, non della conferma di nuove tasse su un singolo settore produttivo. Apprendiamo con favore il taglio delle tasse previsto in Manovra, è un segnale di attenzione verso le imprese, ma l’ennesimo rinvio di Plastic e Sugar tax non è sufficiente, serve un indirizzo adeguato a programmare investimenti nel Paese". Con queste parole Giangiacomo Pierini, Presidente Assobibe Associazione di Confindustria che rappresenta i produttori di bevande analcoliche, all’audizione in Conferenza delle Regioni ha rivolto un appello al Governo affinché "intervenga in maniera definitiva sulle due imposte che pendono sul settore come una spada di Damocle".
Legambiente: "il provvedimento non partirà mai"
Il Presidente di Legambiente Stefano Ciafani ha sottolineato come il rinvio della plastic tax rappresenti "l'ennesima occasione mancata, perché posticipare ancora l'entrata in vigore significa non fare partire mai il provvedimento, visto che tra un anno saremo in campagna elettorale e ci sarà con ogni probabilità un nuovo slittamento. Eppure l'Italia, negli ultimi dieci anni, ha fatto da apripista nella lotta all'inquinamento da plastica e nell'innovazione industriale per ridurlo, appunto con la bioplastica. La decarbonizzazione della filiera petrolchimica si velocizza penalizzando i prodotti più inquinanti, cosa che appunto fa la plastic tax. Con il rinvio si rallenta la transizione verso un maggiore utilizzo di plastiche verdi e meno inquinanti".
Photo: Steven Weeks
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