L’Olanda riduce il numero di animali allevati del 30%

L’Olanda riduce il numero di animali allevati del 30%

Greenpeace: "Da Amsterdam un segnale forte agli altri Paesi". Risarcimenti e incentivi agli allevatori

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23

Febbraio
2022

Il governo olandese, una compagine di centro-destra presieduta dal premier liberale Mark Rutte, ha reso noti i suoi piani per dimezzare le emissioni di azoto nazionali entro il 2030, anche attraverso la riduzione del 30% dei capi allevati.  
"Si tratta del primo Paese in Europa a prendere questa strada che il mondo scientifico indica ormai da tempo, avvertendo che le soluzioni tecnologiche - commenta Greenpeace - non sono sufficienti a ridurre gli impatti del settore zootecnico, se non si interviene anche sul numero e sulla densità degli animali allevati". 
L’accordo di coalizione prevede 25 miliardi di euro di risarcimenti e incentivi destinati agli allevatori per accompagnare questa transizione.

Il punto di partenza: la messa in mora del governo olandese

"In Olanda - ricorda Greenpeace - per decenni gli alti livelli di emissioni e di carichi di azoto, dovuti principalmente alla zootecnia, hanno progressivamente deteriorato gli habitat naturali più vulnerabili". A maggio 2021 Greenpeace Nederland aveva inviato al governo una lettera di messa in mora per il mancato rispetto della Direttiva Habitat (articolo 6 paragrafo 2), che impone agli Stati membri di adottare misure appropriate per arrestare il deterioramento degli habitat naturali. La messa in mora era stata accompagnata da un dettagliato rapporto in cui si dimostrava che gli habitat naturali più vulnerabili erano già gravemente compromessi a causa degli elevati livelli di azoto e che serviva un drastico cambio di rotta.
Greenpeace Nederland ha denunciato pubblicamente la negligenza del governo, minacciando di portare lo Stato in tribunale, come sta avvenendo in diversi Paesi europei per l’inadempienza verso la crisi climatica. Nei mesi successivi il governo si è messo all’opera per definire l’accordo di coalizione reso pubblico pochi giorni fa, che vedrà anche il contributo di banche, dell’industria della trasformazione e della distribuzione, al fine di rafforzare la posizione degli allevatori nelle filiere.

Greenpeace Nederland è in attesa di un piano da parte del governo che illustri come saranno spesi i 25 miliardi.

Azoto e ambiente: un abbinamento micidiale

L’eccesso di azoto, spiega Greenpeace, sconvolge il funzionamento degli ecosistemi, provocando il collasso della biodiversità autoctona. Ciò che rimane sono aree acidificate e sovrafertilizzate con l’azoto dove vivono sempre meno specie autoctone nei Paesi Bassi e in Europa. 
Tutti i settori devono contribuire a risolvere il problema, compresi l’allevamento, l’aviazione, il traffico e l’industria.

E l'Italia? Procedure di infrazione per mancato rispetto della Direttiva nitrati

Simona Savini di Greenpeace Italia afferma: "Ora più che mai è necessario sostenere una reale transizione ecologica del settore, riducendo gli animali allevati ma garantendo al tempo stesso al maggior numero possibile di agricoltori qualità e valorizzazione del loro lavoro. L’Olanda manda un segnale forte anche agli altri Paesi europei: è ora di agire con coraggio se si vuole davvero fermare la distruzione della natura in Europa e in altre regioni del mondo, visto che i terreni destinati all’alimentazione animale continuano a divorare preziosi habitat naturali. L’Italia è tra i Paesi europei oggetto di procedure di infrazione per il mancato rispetto della direttiva nitrati, proprio a causa degli eccessivi carichi di azoto dovuti per lo più alla zootecnia intensiva.

Con un’inchiesta svolta in Lombardia, la regione italiana che ospita gran parte del patrimonio zootecnico nazionale, Greenpeace ha rivelato come più di un comune lombardo su dieci sia a rischio ambientale per eccessivi carichi di azoto.
"Ma la riduzione della densità e del numero dei capi allevati - conclude Simona Savini - continua a essere un tabù per la politica italiana".

Fonte: greenreport.it


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