Nel mercato attuale una grande parte di imballaggi in plastica sono utilizzati dalle bevande, che devono avere sempre più una funzione di comunicazione, grazie al design elegante, e devono anche ispirarsi a concetti di sostenibilità.
La Germania che da sempre ha messo in atto politiche per il riciclo e il recupero di questi imballaggi ha tirato le somme di oltre dieci anni di sperimentazione e i risultati non solo quelli sperati.
Nel 2004 infatti l’obiettivo da raggiungere nel riciclo dei materiali di imballaggio era l’80%, ma tale quota è scesa al 60% fino ad arrivare nel 2014 al 45%. Al tempo stesso, la quantità di rifiuti generata da vuoti a perdere di bevande è aumentata di circa il 30%.
Secondo i dati attuali del Governo Federale tedesco, il consumo di imballaggi è passato dalle quasi 465.000 tonnellate del 2004 a 600.300 tonnellate.
Purtroppo anche il sistema virtuoso di raccolta, lavaggio e riempimento delle bottiglie genera dei costi non sostenibili dalle aziende, soprattuto in occasioni di offerte speciali che, sono proponibili nei punti vendita dove si genera il maggiore numero di acquisti, solo con l’utilizzo di vuoti a perdere.
Anche i produttori di macchine sono chiamati a fare la loro parte, affinché producano tecnologie sempre più mirate alla gestione responsabile delle risorse naturali che permettano processi di produzione sostenibili. Ogni accorgimento studiato, maggiori livelli di automatizzazione e motori efficienti permettono di ridurre il consumo di corrente elettrica e mezzi produttivi e di incrementare l’efficienza energetica. Processi innovativi e ottimizzati abbassano anche il consumo di acqua, mentre concetti meccanici avanzati prolungano gli intervalli di manutenzione, permettendo un ulteriore risparmio di energia.
Alcune soluzioni proposte dalle aziende
Il produttore di smoothie True Fruits, al contrario di molti suoi concorrenti, propone i suoi drink in bottiglie cilindriche di vetro stampato da 250 o 750 ml, con l’obiettivo anche di trasmettere, con un design pulito, valori di onestà, purezza e trasparenza. Affinché le bottiglie, una volta consumata la bevanda, non finiscano nel container per raccolta del vetro, l’azienda ha fornito la soluzione che trasforma il materiale usato in un nuovo prodotto. Sono stati sviluppati accessori quali tappi di chiusura permanenti, spargizucchero, spargisale o spezie, dosatori per olio, aceto o salse, così come un colino da tè.
Un ulteriore approccio per bevande in confezione ecologica è offerto dalle bioplastiche. Lo scorso anno, Coca Cola ha presentato la nuova generazione di “PlantBottle™”, composta al 100 percento da materie prime rinnovabili, annunciandone l’imminente lancio sul mercato. Per la produzione di questi materiali biologici della cosiddetta “First Generation” è previsto l’impiego di biomasse, come ad esempio scarti di legno. Scienziati dell’Università di Hohenheim (Germania) stanno conducendo esperimenti con un altro materiale naturale per la produzione di bottiglie: le radici di indivia belga, finora utilizzate per generare biogas. Queste radici non commestibili formano il 30% della pianta. Da qui i ricercatori ricavano idrossi metil furfurale (HMF) impuro, utilizzabile per produrre le cosiddette bottiglie in PEF.
Prima, però, che le bottiglie vegetali rimpiazzino gli esemplari in PET è necessario ancora molto lavoro di ricerca.
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