Il chitosano nei pack del futuro

Il chitosano nei pack del futuro

Spray e pellicole per conservare naturalmente e più a lungo il cibo. Il progetto è finanziato da PRIMA con il coordinamento dell'Università di Pisa

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prodotti, mercati, tecnologie, processi di filiera

25

Maggio
2020

Una pellicola alla cannella per proteggere le mele da insetti e funghi. Uno spray all’aroma di pepe per conservare più a lungo la carne. Tutto a base di chitosano, una sostanza naturale e biodegradabile ricavata in questo caso dagli insetti: è questo lo scenario di un futuro non troppo lontano al quale stanno lavorando gli scienziati di FEDKITO - FrEsh FooD sustainable paKaging in the cIrcular ecOnomy, un progetto triennale appena finanziato nell’ambito di PRIMA - Partnership for Research and Innovation in the Mediterranean Area attualmente il più importante programma di ricerca dell’area euro-mediterranea. Derivato della chitina, il chitosano è uno dei conservanti testati nell’industria alimentare che, dopo la cellulosa, è il più abbondante biopolimero presente in natura

Packagin, oli essenziali, etichetta intelligente

Barbara Conti, del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’Università di Pisa è la coordinatrice del progetto che coinvolge Italia, Francia, Grecia, Tunisia e Marocco con la partecipazione di atenei, istituti di ricerca e aziende. Nell’ambito di Fedkito i ricercatori svilupperanno diversi packaging a base di chitosano arricchiti di oli essenziali in base alle caratteristiche di cibi che dovranno essere conservati, quindi film per proteggere frutta fresca e vegetali, spray per la carne, e liquido per i prodotti caseari. 
"Per potenziare gli effetti protettivi del chitosano - spiega Conti - abbiamo avuto l’idea è di aggiungere degli oli essenziali che sceglieremo sulla base di abbinamenti di un’analisi sensoriale che tengano conto del gusto e degli aromi in modo da dare ai consumatori un ulteriore valore aggiunto".

I ricercatori, inoltre, sperimenteranno anche una speciale etichetta intelligente dotata di biosensori per misurare l’eventuale presenza di micotossine, residui di pesticidi e residui che possono compromettere la qualità e la salubrità dei cibi anche durante le fasi di trasporto, e stoccaggio e vendita al dettaglio. "Lavoriamo secondo una prospettiva di protezione integrata che sia anche sostenibile per l’ambiente - conclude  Conti - il progetto si basa infatti anche sul principio dell’economia circolare e così ricaveremo la chitina per il chitosano dagli stessi insetti utilizzati per degradare ed eliminare i rifiuti e gli scarti della filiera agroalimentare".


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