Mutti, azienda di Parma specializzata nella trasformazione del pomodoro, ha annunciato la prosecuzione strutturale del cammino di sostenibilità ambientale. Questa scelta deriva anche dalla crescita aziendale, con il raddoppio dei volumi di pomodoro trasformati negli ultimi cinque anni, e dalla forte spinta a rafforzare la presenza nei mercati esteri.
Negli ultimi anni il Gruppo ha avviato varie iniziative volte a identificare l’impronta ecologica associata alle sue attività e a monitorare gli effetti delle misure di mitigazione adottate: da queste premesse nasce il primo Bilancio Ambientale di Mutti, presentato durante la 20° edizione di Cibus.
"Questo lavoro - comunica l'azienda in una nota - non è né un punto di arrivo né un punto di partenza, piuttosto vuole essere una tappa in grado di mettere a sistema le importanti azioni già attuate in passato e, anche attraverso uno schema di monitoraggio progettato insieme alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, aiutare a definire un quadro delle performance aziendali in questo periodo di grande espansione".
Mutti ha raccontato che nell’ambito della sostenibilità ambientale nel 1999 è stata la prima azienda ad adottare il Disciplinare di Produzione Integrata Certificata, a garanzia di una produzione agricola volta a pratiche più sostenibili; nel 2001 ha raggiunto la dichiarazione NON OGM; nel 2010 ha avviato una collaborazione, tuttora in corso, con WWF Italia, volta alla riduzione dell’impronta idrica e di carbonio dell’azienda e della filiera e alla tutela della biodiversità.
"Il nostro primo Bilancio Ambientale - ha dichiarato Francesco Mutti, Amministratore Delegato di Mutti SpA - è il frutto di un lavoro di monitoraggio che, congiuntamente a un investimento iniziale di 1,5 milioni di euro nel periodo 2022-24 dedicato a progetti di sostenibilità ambientale, ci permetterà di accelerare il passo. Questo documento, che redigeremo ogni anno, ci consente di individuare le aree di intervento strategiche, le leve su cui agire a vari livelli di responsabilità e gli obiettivi trasparenti."
Acqua Terra Aria Sole
Per la rendicontazione delle performance ambientali, Mutti impiega apposite informative dei GRI Sustainability Reporting Standards, definiti dal GRI- Global Reporting Initiative. Il Bilancio Ambientale è partecipativo, ossia costruito attraverso il contributo degli stakeholder che con Mutti hanno progettato e implementato iniziative in grado di migliorare gli indici ambientali del Gruppo. CNR, Scuola Sant’Anna di Pisa, WWF Italia, Hort@ - Spin Off dell’Università Cattolica, Ente Parchi del Ducato, sono alcuni dei partner di Mutti che hanno messo a fattor comune il proprio impegno in ambito ambientale.
Partendo dagli elementi naturali di Acqua, Terra, Aria e Sole, che sono alla base del business di Mutti, alcune delle azioni hanno proprio l’obiettivo di far leva su pratiche agricole virtuose per rigenerare il terreno, evitando il processo di desertificazione e, contemporaneamente, salvaguardare l’ecosistema attraverso progetti di riforestazione e corridoi della biodiversità. Tutte le altre variabili acquistano per Mutti ulteriore significato proprio iniziando dal valore del suolo.
I consumi energetici
Considerando l’incremento della produzione, hanno avuto una crescita meno che proporzionale rispetto all’aumento del numero delle tonnellate di prodotto finito: da 1,76 GigaJoule per tonnellata nel 2019 a 1,72 nel 2020. Gli impianti fotovoltaici in due degli stabilimenti del Gruppo, nel periodo dal 2018 al 2020 hanno garantito un risparmio di 1.500 tonnellate di CO2.
L’impronta idrica
A seguito della riduzione del 4,6% tra il 2010 e il 2015 lungo una vasta porzione della catena del valore, resa possibile anche dalla collaborazione di oltre 60 aziende conferenti, l'azienda ha implementato interventi di efficientamento negli stabilimenti, volti in gran parte all’aumento dei quantitativi di acqua riutilizzata e depurata, in modo da ricorrere sempre meno al prelievo di acqua di superficie e da falda.
I rifiuti
Oggi, in Mutti, l’81% dei rifiuti viene recuperato o riciclato. Nel 2020, il rapporto tra rifiuti e prodotto finito è stato del 4,1%, migliore quindi rispetto al 4,7% del 2019. Il pomodoro fresco non idoneo alla trasformazione viene impiegato in zootecnia o per la produzione di biogas.
La biodiversità
Mutti nel 2019 ha sostenuto il progetto di riforestazione denominato KilometroVerdeParma e, in questo contesto, nel 2020 ha lanciato un’iniziativa di piantumazione chiamata Mille Querce. Il progetto ha visto la messa a dimora, a oggi, di 1.100 piante, di cui 130 querce, in un’area di 50mila metri quadrati in zone demaniali dei Comuni di Montechiarugolo, Traversetolo e Sissa Tre Casali, e proseguirà con l’inclusione di ulteriori comuni.
Il packaging
Il lavoro di Mutti sull'imballaggio è ancora in divenire. Nel 2020 risulta riciclabile il 99% degli imballaggi primari e secondari, con obiettivo 100% per l’anno in corso e circa 1/4 del totale risulta derivato da materiale riciclato.
Altri progetti
Nei prossimi mesi l’azienda lavorerà a diversi progetti, come quello di rinaturalizzazione del fiume Po attraverso la creazione di boschi, siepi e filari e ambienti macchia-radura, e "si impegna con i propri partner a definire nuove iniziative volte a migliorare ulteriormente quanto già di positivo è stato fatto in passato". Le evidenze saranno rese note anche grazie allo strumento della rendicontazione.
MUTTI SPA
Nel 1899 Marcellino e Callisto Mutti danno avvio alla prima campagna di trasformazione del pomodoro. Da allora Mutti si dedica esclusivamente al pomodoro 100% italiano, realizzando concentrato, passata e polpa di pomodoro. La gamma si è poi ampliata con l'offerta di sughi e salse pronte.
Oggi il Gruppo Mutti, con 120 anni di storia, è presente in 96 Paesi al mondo, con un fatturato netto nel 2020 di 465 milioni di euro, in crescita del 23% rispetto all’anno precedente. I volumi realizzati dal Gruppo Mutti nel 2020 hanno raggiunto le 285,6 tonnellate, dati in aumento rispetto all’anno precedente (243,2 tonnellate nel 2019). L’export pesa attualmente per il 41% del fatturato.
Parma, Montechiarugolo, è la sede storica e commerciale del Gruppo.
Nel 2016 è terminato il processo di acquisizione di Fiordagosto, uno stabilimento con sede a Oliveto Citra (Salerno) dedicato alla produzione delle varietà tipiche del Sud Italia, come il pomodoro lungo e il ciliegino.
Nel novembre 2017 Mutti ha acquistato lo stabilimento CO.PAD.OR di Collecchio, costituendo prima la nuova società Pomodoro 43044 Srl fusa per incorporazione poi a Mutti SpA dal 1° gennaio 2021, con una capacità produttiva di 300.000 tonnellate.
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