I bambini mangiano più frutta e verdura se coinvolti nella preparazione dei pasti

I bambini mangiano più frutta e verdura se coinvolti nella preparazione dei pasti

Lo dimostra uno studio del CREA sui comportamenti alimentari infantili durante e dopo la pandemia

Notizie dal mondo agroalimentare:
prodotti, mercati, tecnologie, processi di filiera

16

Gennaio
2023

A cura della Redazione F&T

L'impatto della pandemia di COVID-19 sulle abitudini alimentari e sulla neofobia nei bambini nel quadro del contesto familiare e dei comportamenti dei genitori: uno studio in una regione centrale italiana
è il titolo della ricerca del CREA Alimenti e Nutrizione appena pubblicata su Frontiers in Nutrition che dimostra quanto coinvolgere i figli più piccoli nella preparazione dei pasti in modo giocoso li convinca a consumare più frutta e verdura, limitando forme estreme di neofobia alimentare, ossia il rifiuto selettivo di taluni alimenti.

La ricerca è stata svolta su un campione di 99 bambini in età scolare della regione Lazio, ma rappresentativo anche a livello nazionale, per esaminare i cambiamenti delle loro abitudini nutrizionali nel corso e nel post pandemia da Covid-19 e l’eventuale impatto sui fenomeni di ripudio di cibi specifici.

Durante la pandemia, la convivenza forzata determinata dal lockdown ha prodotto l’aumento del numero dei pasti consumati in famiglia.

La condivisione dei pasti si è associata alla scelta di verdure e legumi: circa il 95% dei bambini che ha consumato maggiormente questi alimenti, aveva effettuato entrambi i pasti principali nel nucleo familiare e nel 35% dei casi è risultato che ne mangiavano di più rispetto a quanto accadeva nel periodo pre-pandemico. 

Azioni e reazioni

Un campione di 99 bambini tra i 6 e gli 11 anni ha preso parte a una valutazione retrospettiva effettuata con un questionario autosomministrato. Sono state studiate le abitudini alimentari, i livelli di attività fisica e gli indicatori dello stile di vita sia pre che post pandemia. Inoltre, è stata valutata la neofobia alimentare del bambino utilizzando la "Scala della neofobia alimentare (CFNS)".
I risultati hanno mostrato che, per gran parte del campione (97%), il rifiuto selettivo del cibo non è cambiato durante il periodo della pandemia. Circa il 70% dei partecipanti non ha mutato le proprie abitudini alimentari, ma alcuni sottogruppi hanno riportato un aumento del consumo di frutta (22,2%), verdura (19,2%) e legumi (21,2%).
Com’era prevedibile, a causa delle misure restrittive, è stato rilevante l'impatto della pandemia sulla sedentarietà, che è passata dal 25,3 al 70,7%.
La neofobia non è stata associata allo stato ponderale (p-value 0,5). Tuttavia, nei bambini normopeso è stata riscontrata una più alta prevalenza di neofobia di livello intermedio (78,4%).
È stato interessante notare come durante l’isolamento sociale, il 39,4% dei bambini studiati sono stati coinvolti nella preparazione dei pasti e come sia aumentata la percentuale che ha condiviso tutti i pasti con la famiglia (32,3% vs. 78,8%).

Nello studio condotto dai ricercatori CREA Annalisa Di Nucci, Umberto Scognamiglio, Federica Grant e Laura Rossi, i comportamenti genitoriali non coercitivi in reazione al rifiuto del cibo - cioè il dialogo e la preparazione dei cibi meno graditi in una modalità maggiormente apprezzabile dal bambino - sono stati associati a bassi livelli di neofobia (valore p <0,05). Al contrario, l’unica strategia associata al livello di neofobia è stata la disapprovazione mostrata dal genitore, a cui, infatti, corrisponde nel proprio figlio un livello intermedio o alto di ripudio di cibi.  
"Una delle cause del basso consumo di frutta e verdura nei bambini potrebbe essere la neofobia alimentare - ha spiegato Umberto Scognamiglio ricercatore CREA Alimenti e Nutrizione che ha coordinato lo studio - definita come la riluttanza a mangiare cibi nuovi o sconosciuti: un comportamento molto comune tra i bambini con un ben definito esordio ed evoluzione. Il nostro studio dimostra come le strategie educative adottate dal genitore al momento del pasto possano influenzare in modo determinante le abitudini alimentari e il livello di neofobia del bambino."

The impact of COVID-19 pandemic on food habits and neophobia in children in the framework of the family context and parents’ behaviors: A study in an Italian central region →

Foto: crea.gov.it

RIPRODUZIONE RISERVATA ©Copyright FOOD&TEC


Condividi su: