Grano bio: i risultati di BioDurum

Grano bio: i risultati di BioDurum

Il CREA ha presentato i processi innovativi dei sistemi cerealicoli biologici per la qualità e la sostenibilità della filiera

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prodotti, mercati, tecnologie, processi di filiera

01

Dicembre
2020

Sono stati resi pubblici lo scorso 26 novembre, durante un convegno online, i risultati di "BioDurum - Rafforzamento dei sistemi produttivi del grano duro biologico italiano", finanziato dal MiPAAF e coordinato dal CREA, con la partecipazione della FIRAB (Fondazione italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica) e di diverse imprese del settore.
Il progetto, che ha affrontato le priorità individuate dal "Piano strategico nazionale per lo sviluppo del sistema biologico", ha definito processi innovativi per i sistemi cerealicoli biologici, in particolare quelli meridionali basati sul frumento duro, al fine di garantire un reddito adeguato alle aziende della filiera, la qualità effettiva dei prodotti, la tutela dell’ambiente e la gestione sostenibile delle risorse.

Il progetto

Dal 2017 al 2020, ricercatori, tecnici e imprese agricole, in un’ottica di condivisione della conoscenza e di trasferimento tecnologico, hanno attivato una rete di aziende pilota per analizzare criticità, sperimentare innovazioni e segnalare esigenze specifiche a cui il progetto ha fornito risposte sia con soluzioni agronomiche mirate sia con nuovi (e vecchi) genotipi selezionati proprio per i sistemi colturali biologici.

"Il progetto - ha spiegato il coordinatore Massimo Palumbo, dirigente di ricerca CREA Cerealicoltura e Colture Industriali - ci ha permesso di elaborare specifiche indicazioni per rendere sempre più competitiva e sostenibile la cerealicoltura bio, soprattutto al Sud, condividendole e sviluppandole con tutti gli attori della filiera. Tra le innovazioni più rilevanti, vorrei sottolineare quelle riguardanti le scelte varietali, le possibilità offerte dall’agricoltura digitale e gli strumenti per la valutazione oggettiva della sostenibilità delle aziende bio".

I risultati
  • Individuazione di nuovi genotipi di grano duro (varietà, vecchie popolazioni e miscugli) idonei ai sistemi colturali bio; le nuove varietà di grano duro selezionate dal CREA in Puglia e in Sicilia per la cerealicoltura biologica hanno mostrato rese e qualità superiori alle varietà già esistenti.

  • Messa a punto di “BioDurum_MCA”, per valutare la sostenibilità delle aziende cerealicole biologiche: si tratta di uno strumento informatico, basato sull’integrazione di due software (Excel e DEXi), sviluppato insieme alle aziende del settore, che prende in esame numerosi indicatori di ordine agroambientale, economico e sociale, per poter valutare in modo scientifico i sistemi produttivi già esistenti e le possibili strategie di cambiamento, al fine di selezionare le opzioni più sostenibili.

  • Diffusione di importanti innovazioni nel settore della meccanizzazione (con la sperimentazione presso gli agricoltori della seminatrice SEMINBIO, messa a punto e brevettata dal CREA per favorire il controllo delle erbe infestanti) e della agricoltura digitale con nuove tecnologie per la salvaguardia della fertilità del suolo, come la valutazione dello stato di salute delle colture mediante l’utilizzo di droni e il sistema di mappatura dei suoli realizzato attraverso una tecnologia di rilevamento basato sulla conducibilità geoelettrica.

  • Definizione di percorsi agronomici e sistemi colturali ad elevato grado di diversificazione, capaci di sostenere produzioni e qualità e di fornire miglioramenti agroambientali, come gli avvicendamenti con colture emergenti, quali canapa industriale e colture proteaginose, leguminose soprattutto.

Adesso preme che si realizzi il vantaggio per tutto il sistema produttivo trasferendo questo patrimonio tecnologico alla filiera. Mai come questa volta è necessario "metterlo a terra".

Credit: CREA


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