La decima edizione dell'Osservatorio Immagino di GS1 Italy scatta la fotografia semestrale del carrello della spesa degli italiani grazie, come di consueto, all’analisi dei dati di vendita e delle informazioni riportate sulle confezioni dei prodotti, alimentari e non, di largo consumo.
Quest’ultima edizione dello studio ha preso in considerazione un paniere composto da 125.431 prodotti che, nell’anno finito a giugno 2021, hanno generato un giro d’affari di quasi 39 miliardi di euro, l’83% del sell-out totale realizzato da ipermercati e supermercati italiani.
11 le tendenze di consumo rilevate: italianità, metodi di lavorazione, texture dei prodotti, alimenti free from e rich-in, ingredienti benefici, intolleranze, lifestyle, universo dei loghi e delle certificazioni, cura della casa green e della persona.
L'Osservatorio contiene anche uno speciale sul petfood, paniere, in continua crescita, da quasi 3.500 prodotti e oltre 760 milioni di euro di vendite.
Il Barometro sostenibilità, dedicato all’analisi degli oltre 30mila prodotti che riportano sulla confezione almeno un claim o una certificazione green, registra un incremento in numero e in fatturato: 11,5 miliardi di euro a giugno 2021.
Vediamo le tendenze di consumo principali registrate dall'ultimo Osservatorio Immagino.
Free from & rich in
Va fortissimo il segmento dei free from, gli alimenti che dichiarano in etichetta l'assenza o la minore presenza di alcuni ingredienti: senza olio di palma, senza zucchero, senza grassi idrogenati, senza sale, senza additivi, privo di OGM...
Il 25% delle vendite di tutto il paniere alimentare, infatti, è rappresentato dagli alimenti free from. L'ultima crescita complessiva è stata lieve, +0,6%, ma il paniere contiene alimenti molto "vivaci": assenza di antibiotici +18,4%, assenza di zuccheri +7,6%, riduzione di zuccheri +7%, assenza di glutammato +4,2% e di calorie +11,5%. Poi ci sono i prodotti non fritti: +16,5%.
Il claim in cima alle vendite è senza conservanti ed è stabile a -0,6% di vendite.
In leggero decremento annuo (-0,5%) anche il giro d’affari dei quasi 3mila prodotti senza olio di palma, che rappresentano il 6,4% dei free from.
Dal 2017 al 2021, i free from hanno "mostrato un rallentamento costante dell’andamento del sell-out, nonostante le innovazioni introdotte per cogliere le nuove tendenze di consumo (come il senza antibiotici o il non fritto). Il fatto è che i claim più tradizionali e con maggiore quota di mercato hanno rallentato la propria crescita o, in alcuni casi, hanno perso fatturato".
I prodotti rich in, quelli che esibiscono in etichetta claim come ricco di ferro, con Omega 3, con vitamine, integrale, ricco di fibre, fonte di calcio sono oltre 9mila e le loro vendite crescono del +3,2%.
Il segmento top è quello dei prodotti ricchi di fibre, che rappresentano il 4,6% dell’offerta totale, e sviluppano il 3,8% del giro d’affari. Nell’ultima rilevazione le vendite sono cresciute del +3,5%.
Lifestyle: conducono veg e bio
Nella categoria lifestyle ci sono 12mila prodotti, il 14,1% del paniere, che riportano in etichetta claim e loghi come biologico, idoneo a uno stile di vita vegetariano, idoneo a uno stile di vita vegano, halal, kosher. Questi prodotti si sono consolidati negli ultimi anni e acquisiscono sempre più mercato: il giro d’affari è aumentato del 2,3% nell’ultimo anno e le vendite hanno superato i 3,3 miliardi di euro, rappresentatndo il 10,3% di quota sul totale.
L’Osservatorio Immagino definisce queste referenze prodotti identitari perché "soddisfano i requisiti richiesti da quei consumatori che hanno scelto di adottare precisi stili di vita e, quindi, di consumo, come il veganesimo o l’alimentazione conforme ai dettami religiosi".
Il claim che riscuote più successo fra i consumatori è veg, riferito a prodotti sia vegani sia vegetariani, con il 5,2% dell’assortimento e il 5,9% del sell-out. Le vendite sono in crescita del +4%, il giro d’affari è di quasi 2 miliardi di euro. Aumentano del +5,7% il claim vegano e del +5,3% il claim vegetariano.
Di grande peso le referenze bio, che rappresentano ben il 9,3% del paniere del lifestyle pari al 3,6% delle vendite in valore; nel periodo 2020 e 2021 hanno stabilizzato il loro peso sul paniere food.
L'Osservatorio fa notare che "il fenomeno dei consumi identitari si è guadagnato sempre più spazio a scaffale e nelle vendite dei prodotti del largo consumo confezionato. Tra giugno 2018 e giugno 2021, la sua incidenza sul giro d’affari del totale food è passata dall’8,1% al 10,3%".
Gli alimenti veg e bio hanno trainato la crescita dei prodotti lifestyle.
"I prodotti presentati in etichetta come veg, ossia adatti a vegetariani e vegani, si sono distinti per la crescita costante di cui hanno beneficiato nel quadriennio (+5% circa), che li ha fatti salire dal 3,6% di quota del giugno 2018 al 5,9% del giugno 2021".
Made in Italy
Il mondo dell’italianità in etichetta nell'Osservatorio racchiude le referenze che riportano in etichetta made in Italy, prodotto in Italia, solo ingredienti italiani, 100% italiano, le Indicazioni geografiche protette - IGP, DOP, DOC, DOCG -, la bandiera italiana, il nome della Regione di riferimento. Questi alimenti trovano sempre più spazio nel carrello della spesa.
Si legge nell'Osservatorio: "Dopo essere stato uno dei fenomeni di maggior successo degli ultimi anni, nei 12 mesi che vanno dal giugno 2020 al giugno 2021 ha messo a segno un’ulteriore crescita del +1,8%, superando gli 8,7 miliardi di euro di giro d’affari", arrivando a rappresentare il 26,9% del sell-out di tutto l'alimentare. In supermercati e ipermercati sono oltre 22mila i prodotti che si contraddistinguono per la loro italianità.
Dal 2017 al 2021 "l’italianità ha aumentato in modo significativo il suo peso sul carrello della spesa. L’analisi di medio periodo condotta dall’Osservatorio Immagino mostra un’importante crescita del peso di questi prodotti sul giro d’affari di super e ipermercati nel food: tra giugno 2018 e giugno 2021, la quota a valore è passata dal 22,5% al 26,9%, con un incremento di 4,4 punti percentuali".
Sostenibilità in etichetta
A giugno 2021, le referenze che riportano in etichetta almeno un claim o una certificazione relativi alla sostenibilità hanno superato quota 30mila, vale a dire il 23,9% del totale dei prodotti. Il giro d’affari è arrivato a 11,5 miliardi di euro, in aumento di +3,2% rispetto ai 12 mesi precedenti.
Nello stesso periodo è cresciuto anche il numero delle indicazioni green rilevate sulle loro confezioni, che riguardano il management sostenibile delle risorse, l'agricoltura e l'allevamento sostenibili, la responsabilità sociale o il rispetto degli animali.
Il management sostenibile delle risorse comprende 15 claim quali: sostenibilità, riciclabile, con materiale riciclato, sustainable cleaning, meno plastica, riduzione impatto ambientale, CO2, compostabile, biodegradabile, riduzione sprechi, senza fosfati vegetali (cura casa e persona), ecolabel, mater-bi, cleanright e ok compost. Quest’area riguarda oltre 12mila prodotti per un giro d’affari di oltre 6,1 miliardi di euro, pari al 15,7% del giro d’affari del largo consumo confezionato monitorato.
Crescono anche le vendite dei prodotti che rispettano il benessere degli animali con claim presenti sulle etichette di 2.884 prodotti (2,3% del paniere totale) per un giro d'affari superiore a 1,5 miliardi di euro: +5,7% rispetto all’anno precedente.
L’area della responsabilità sociale in etichetta comprende 7.400 prodotti dotati di certificazioni (FSC, UTZ, Fairtrade, PEFC e Rainforest Alliance) che hanno generato 3,8 miliardi di euro di vendite. Il fatturato è aumentato del +5,6%.
La decima edizione dell'Osservatorio Immagino è scaricabile dal sito osservatorioimmagino.it
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