Il 20 maggio per l'Italia è la "Giornata Mondiale dell'Ape Italiana", una sottospecie di ape autoctona che si è propagata in poco più di un secolo in tutto il Pianeta e che risulta diffusa, apprezzata e presente su scala planetaria. "Un caso unico - spiega FAI-Federazione Apicoltori Italiani - che motiva ancor di più le ragioni dell'orgoglio e dell'impegno della comunità apistica nazionale a tutelare e salvaguardare questo prezioso patrimonio della nostra biodiversità". La Giornata Mondiale delle Api, affermano Confagricoltura e la FAI, "deve essere l'occasione per promuovere presso l'opinione pubblica iniziative per far conoscere di più la vita delle api, il loro ruolo nel preservare la biodiversità".
L'apicoltura italiana costituisce un importante settore del comparto agricolo nazionale, per la capacità produttiva raggiunta e per la funzione impollinatrice che le api svolgono a favore degli ambienti rurali, naturali e urbani. La FAI ricorda che la categoria apistica, grazie anche all'impegno con Confagricoltura, ha conseguito, dal 2004, lo status di "produzione agricola" riconosciuto dal nostro Codice civile.
Gli apicoltori censiti sono circa 55.000, cui se ne aggiungono almeno altri 5.000 che, specie tra i giovani, stanno manifestando entusiasmo e propositi di investimento in questo settore. Il patrimonio apistico nazionale è in crescita e, nonostante le numerose avversità, nel 2018 ha raggiunto 1.500.000 alveari, con una produzione potenziale di circa 23.000 tonnellate e un volume d'affari stimato in 150 milioni di euro, cui sono da aggiungere 2 miliardi di euro di valore della produzione delle sole colture di interesse agro-alimentare.
Intanto Coldiretti annuncia che per via del brutto tempo l'attuale raccolta del miele è praticamente azzerata: le api trovano poco nettare da portare all'alveare e il poco miele prodotto lo mangiano per sopravvivere. La sofferenza delle api - ha sottolineato Coldiretti - è uno degli effetti dei cambiamenti climatici in atto che sconvolgono la natura e si manifestano con "la più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense e il rapido passaggio dal sole al maltempo. La pioggia no stop compromette il duro lavoro delle api e serve ora un rapido cambiamento del tempo per salvare gli alveari".
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