Firmato il

Firmato il "Protocollo Aria Pulita"

Sono sei i ministeri coinvolti insieme alla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome: un fondo complessivo di 800 milioni e un piano biennale per il miglioramento della qualità dell'aria

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06

Giugno
2019

In occasione del Clean Air Dialogue, tenutosi all’Environment Park di Torino il 4 e 5 giugno 2019, è stato firmato il Protocollo Aria Pulita, che istituisce un Piano d’azione della durata di 24 mesi per il miglioramento della qualità dell’aria con un impegno di 400 milioni di euro annui.

Il protocollo è stato sottoscritto dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, dal Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, dal Ministro della Salute Giulia Grillo, dal Viceministro dell’Economia e delle Finanze Laura Castelli, dal Sottosegretario dello Sviluppo Economico Davide Crippa, dal Sottosegretario alle Politiche agricole Alessandra Pesce e dal Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome Stefano Bonaccini.

“Abbiamo riunito qui a Torino - ha osservato il ministro dell’Ambiente Sergio Costa - gli Stati generali dell’aria, una due giorni senza precedenti: in modo strutturato rispetto al passato per affrontare quella che è una vera e propria emergenza. Ogni giorno muoiono prematuramente 219 persone a causa dello smog, come dice l’OMS: 80mila circa morti all’anno. Numeri che dobbiamo azzerare”. “Oggi - ha aggiunto Costa - abbiamo firmato un Protocollo che è un Piano d’azione operativo. Agiremo come ministri e in accordo con le Regioni con impegni concreti, perché è importante lavorare insieme. Ci siamo assunti una responsabilità politica pubblica, amministrativa e gestionale. Vogliamo fare da battistrada anche per gli altri Paesi europei in procedura d’infrazione”.

Ricordiamo che l'Italia ha due procedure d'infrazione aperte da parte dell'UE per la non corretta applicazione della direttiva 2008/50/CE, per il reiterato superamento dei valori limite del materiale particolato PM10 e del biossido di azoto sul territorio italiano.

Dovessero arrivare delle condanne della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, potrebbero scattare importanti oneri economici e la possibile riduzione dei Fondi Strutturali per l’Italia.

L'Unità di coordinamento del Piano d’azione per il miglioramento della qualità dell’aria viene istituita presso la Presidenza del Consiglio dei ministri ed entro sei mesi dal proprio insediamento individuerà ulteriori misure eventualmente adottabili a livello nazionale e a livello locale in materia di contrasto all’inquinamento atmosferico e per il miglioramento della qualità dell’aria, formulando al riguardo proposte di razionalizzazione e di semplificazione.

Quali azioni?

Il Piano d’azione ha una durata di due anni ed è articolato in cinque ambiti di intervento: uno trasversale e quattro tematici. Per ciascun ambito sono individuate specifiche azioni operative inquadrate in una strategia unica e complessiva.
Gli ambiti di intervento:

  • Misure trasversali, che vanno dalla razionalizzazione dei sussidi ambientalmente dannosi al già citato fondo annuale per il finanziamento del Programma nazionale di controllo dell’inquinamento atmosferico, fino a 400 milioni di euro all’anno;
  • Agricoltura, con interventi per l’abbattimento delle emissioni di ammoniaca e limitazioni all’abbruciamento dei residui vegetali;
  • Mobilità, con l’introduzione di criteri ambientali nella circolazione in ambito extraurbano, limitatamente ai tratti autostradali adiacenti ai centri urbani, con particolare riferimento alla riduzione dei limiti di velocità.
  • Riscaldamento civile, con misure di riduzione delle emissioni inquinanti derivanti dalle stufe a biomassa e dagli impianti termici alimentati a biomassa
  • Uscita dal carbone, prevista per l’Italia nel 2025, con un’accelerazione per le centrali termoelettriche che ricadono nelle aree oggetto delle procedure di infrazione, attraverso la loro chiusura o la loro trasformazione.

Le azioni che riguardano il Ministero per lo Sviluppo economico e in particolare il settore dell’energia, prevedono la definizione del Fondo per il finanziamento del programma nazionale di controllo dell’inquinamento atmosferico, il disincentivo all’acquisto di veicoli ad alte emissioni inquinanti, la riduzione delle emissioni inquinanti derivanti dagli impianti termici alimentati a biomassa, nonché limitazioni all’utilizzo degli impianti di riscaldamento alimentati a gasolio e una riduzione delle emissioni inquinanti derivanti dalla chiusura o trasformazione di impianti termoelettrici alimentati a carbone.

"Protocollo d’intesa che istituisce il Piano d’azione per il miglioramento della qualità dell’aria”


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