La Giornata della Terra: è ormai una corsa contro il tempo in tutto il mondo per tagliare la CO2 e tentare di arrestare la febbre del Pianeta: è questa la battaglia sollecitata dagli scienziati e che sembra aver ormai convinto anche la politica.
Il tema che viene sviluppato in questa edizione della Giornata della Terra è Restore Our Earth e ai consueti eventi in tutto il mondo organizzati da associazioni nazionali e coordinati dalla ONG statunitense earthday.org, oggi si affianca un summit virtuale sul clima di 40 capi di Stato e di Governo, indetto dal presidente degli Stati Uniti, Joe Biden.
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden raddoppierà l'obiettivo degli USA sul clima con un taglio delle emissioni fra il 50 e il 52% entro il 2030. Lo ha annunciato proprio oggi in occasione del summit sul clima.
Gli USA colgono così l'occasione della Giornata della Terra per dichiarare il loro ritorno in una posizione attiva a livello globale sul tema, esortando quindi gli altri Paesi a seguirli sulla stessa strada. In questo summit sul clima, fra gli invitati ci sono i 17 Paesi responsabili dell'80% delle emissioni di gas serra. Il cambiamento climatico è ormai leit motiv di big di ogni settore che guardano al 2030 per abbassare il tasso di inquinamento e al 2050 per azzerarlo.
Intanto, ieri, l'UE ha annunciato un obiettivo più ambizioso: raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e l'obiettivo intermedio di ridurre le emissioni nette di gas serra di almeno il 55% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990
"Comunque la decisione di Biden di rientrare nell'Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici è solo l'inizio di uno sforzo aggressivo che comprende anche tentare di spingere gli altri Paesi nella stessa direzione" scrive il New York Times. Il giornale sottolinea quindi quale sia l'obiettivo politico del summit voluto dal presidente USA: "dimostrare che l'approccio dell'ex presidente Donald Trump verso i cambiamenti climatici era un'aberrazione".
"Il mondo deve essere serio nei suoi impegni per l'ambiente e contro i cambiamenti climatici": è questo il messaggio del premier britannico Boris Johnson al vertice dei leader globali, vertice nel quale Johnson formalizza il preannunciato ruolo di leader fra i G7 del Regno, Presidente quest'anno della conferenza ONU CoP 26 sul clima, con l'accelerazione dell'obiettivo del taglio delle emissioni di carbonio dal 68% nel 2030 al 78% nel 2035 (contro il raddoppio a non oltre una riduzione del 50-52% per il 2030 indicata da Biden per gli USA).
Un 2020 disastroso
I gas serra continuano a aumentare, e non si placa la tendenza al riscaldamento del Pianeta. Questi i principali risultati del rapporto di Copernicus climate change service (C3S) sullo stato del clima in Europa nel 2020; è stato "l'anno più caldo" mai registrato per l'Europa con "almeno 0,4 gradi sopra la media dei 5 anni più caldi (tutti nell'ultimo decennio)"; temperature bollenti in autunno, e soprattutto in inverno (3,4 gradi sopra la media). Da record i livelli delle precipitazioni. Nella Siberia artica il 2020 è stato l'anno più caldo di sempre. L'effetto Covid porta a "leggere riduzioni" delle emissioni causate dall'uomo.
Il rapporto sul clima del 2020, messo a punto da Copernicus - il programma di punta di osservazione della Terra dell'UE, coordinato e gestito dalla commissione Europea e implementato dal Centro europeo per le previsioni a medio termine - racconta il contesto globale, le condizioni in Europa e un focus sulle zone artiche. Sono due gli elementi chiave: la crescita dei gas serra e la tendenza al riscaldamento delle temperature.
Le concentrazioni di gas serra sono aumentate - viene spiegato - la CO2 dello 0,6% nel 2020 ma a un ritmo "leggermente inferiore rispetto agli ultimi anni", e il metano (CH4) dello 0,8% "più rapidamente".
Nel 2020 le concentrazioni di gas serra hanno raggiunto la media annuale globale più alta dal 2003. Le misurazioni a terra mostrano invece una costante tendenza all'aumento. Alcuni effetti hanno "indotto leggere riduzioni delle emissioni causate dall'uomo nei periodi di lockdown" a causa dell'emergenza Covid-19".
Per quanto riguarda le temperature, a livello globale, il 2020 è stato uno dei tre anni più caldi mai registrati, mentre gli ultimi sei anni sono stati i più caldi mai registrati. Temperature superiori alla media sono state registrate principalmente in Siberia settentrionale e in alcune parti adiacenti all'Artide dove "le anomalie hanno raggiunto i 6 gradi. Il Pacifico equatoriale ha registrato temperature inferiori alla media, associate a La Nina". "È più importante che mai - osserva Carlo Buontempo, direttore di Copernicus climate change service (C3S) - utilizzare le informazioni disponibili per agire e adattarsi al cambiamento climatico e accelerare i nostri sforzi per ridurre i rischi futuri".
Le relazioni interrotte
"Abbiamo spezzato i legami che ci univano al Creatore, agli altri esseri umani e al resto del creato. Abbiamo bisogno di risanare queste relazioni danneggiate, che sono essenziali per sostenere noi stessi e l'intero tessuto della vita. #EarthDay". È il tweet di Papa Francesco nella Giornata della Terra.
Condividi su: