È entrata in vigore il 30 aprile 2019 la direttiva UE contro le pratiche sleali nei rapporti tra le imprese del settore agroalimentare.
Per la prima volta, sottolinea un comunicato della Commissione europea, "16 pratiche commerciali sleali imposte unilateralmente da qualsiasi partner commerciale - dettaglianti, trasformatori alimentari, grossisti, cooperative, organizzazioni di produttori, produttori isolati - saranno vietate in tutta l'Unione".
La direttiva è stata pubblicata in Gazzetta UE e i Paesi membri hanno due anni di tempo per recepirla.
Queste, nel dettaglio, le pratiche sanzionabili:
- ritardi nei pagamenti per prodotti deperibili;
- modifiche unilaterali e retroattive dei contratti;
- cancellazione di ordini e prodotti deperibili con breve preavviso;
- pagamento per deterioramento di prodotti venduti e consegnati;
- imposizione di pagamenti per servizi non correlati alla vendita;
- rifiuto di concedere un contratto scritto se richiesto;
- abuso di informazioni confidenziali;
- ritorsioni commerciali o minaccia per denuncia di pratiche sleali;
- pagamento per gestione reclami non dovuti dal fornitore;
- restituzioni di prodotti invenduti o sprecati;
- pagamento per immissione di prodotti sul mercato;
- pagamento di spese promozionali, pubblicitarie e advertising;
- pagamento di gestione del prodotto una volta consegnato.
Tra gli altri compiti, i singoli Paesi hanno quello di designare le autorità responsabili dell'applicazione delle nuove norme, con il potere di imporre ammende e avviare indagini dopo i reclami.
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