"Nelle prossime settimane vedrà la luce il Decreto Legge sul dissesto idrogeologico. Intendiamo intervenire con norme di ulteriore semplificazione e velocizzazione del sistema operativo che oggi presiede alla difesa del suolo e alla sicurezza idraulica. L’Italia è il Paese europeo a più alto rischio per le caratteristiche geologiche e morfologiche del proprio territorio e i mutamenti climatici hanno accentuato i fattori di rischio. Nessun Paese è chiamato ad affrontare, come il nostro, il tema della sicurezza idraulica e della difesa del suolo, con tali complessità e articolazioni delle situazioni territoriali". Così il sottosegretario all’Ambiente con delega al dissesto idrogeologico, Roberto Morassut, durante il webinar con ANCI, che si è tenuto lo scorso 30 ottobre.
Le risorse disponibili sono importanti, e ulteriori sono stanziabili a valere sui fondi FSC dei programmi 2020/2026 e soprattutto del Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza.
Nell’orizzonte 2026, tra fondi FSC e PNRR, l'Italia può infatti puntare su ulteriori 10 miliardi di risorse disponibili. Da qui nasce la necessità di un Decreto urgente che migliori le prestazioni della macchina operativa per la prevenzione, consolidandone il funzionamento. Secondo il Ministero dell'Ambiente è necessario:
- aumentare quantità e qualità di risorse tecniche e professionali che operino nelle amministrazioni competenti ai vari livelli
- intervenire normativamente su alcuni aspetti legislativi in materia di espropri e autorizzazioni ambientali per rendere più rapida l’approvazione e l’attuazione dei progetti
- rafforzare il ruolo di coordinamento del Ministero e dotare Comuni, Province e Regioni di supporti tecnici adeguati
- implementare il sistema Rendis utilizzando le tecnologie satellitari e lasciando alle amministrazioni un maggiore margine di selezione ai fini della lettura migliore del rischio idrogeologico e dell’emergenza.
Col Decreto saranno portate a sistema le innovazioni introdotte nel DL Semplificazioni e nel DPCM "Criteri degli interventi" prossimo all’approvazione.
La predisposizione del Decreto sta avvenendo in un rapporto di consultazione con le Commissioni Ambiente di Camera e Senato, la Conferenza delle Regioni, l'Unione dei Comuni Montani, l'Unione delle Provincie, le Autorità distrettuali e l'Associazione Nazionale dei Comuni, i quali stanno inviando le loro proposte per la redazione del Decreto.
"Attualmente - ha reso noto Roberto Morassut - in base agli ultimi monitoraggi sulla spesa, siamo in grado di dire che nel decennio 2010/2020, sui 4 miliardi programmati, le Regioni hanno impegnato circa il 60% delle risorse: dobbiamo tutti fare di più e meglio. La difesa delle comunità dal rischio idraulico e geologico non ha colori politici o partitici".