Cresce la superficie vitata in Italia

Cresce la superficie vitata in Italia

I movimenti espansivi riguardano tutto lo stivale. Anche la brand equity del vino è globalmente in ripresa

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prodotti, mercati, tecnologie, processi di filiera

19

Maggio
2022

Secondo l’Osservatorio del Vino di Unione Italiana Vini, il vigneto italiano è tornato ad una superficie vitata pari ai valori della pre riforma OCM (Organizzazione Comune dei Mercati) creata nel contesto della PAC, e concepita per gestire la produzione e il commercio della maggior parte del settore agricolo dell'Unione.

La crescita prevista per il 2022 segna un +1% rispetto al 2021, fino a 680.000 ettari vitati. Le nuove autorizzazioni e reimpianti hanno annullato quasi completamente l’effetto degli estirpi: tolti 11.800 ettari nel 2021, reimpiantati 11.300.

Il Veneto è la regione con il più significativo processo di espansione, seguita da Sicilia e Puglia: le tre regioni fanno insieme il 42% dell’incremento, ma interessanti movimenti espansivi sono visibili ovunque, tranne che in Lombardia, a testimonianza che la spinta di sviluppo non riguarda più solo le regioni del nord.

Stabile al 2017 il vigneto mondiale con 7,3 milioni di ettari. Il rallentamento sarebbe dovuto alla minor crescita degli ettari vitati in Cina e al nuovo sistema di autorizzazioni europee all’impianto.

Il valore del marchio risale in tutto il mondo

La quinta edizione del Global Wine Brand Power Index 2022 di Wine Intelligence rivela un rialzo della brand equity del vino a livello globale. Non si è certo ancora ai livelli pre-pandemia ma la guarigione in corso è evidente e segue la forte erosione della salute dei marchi del vino seguita alla pandemia del Covid-19.
L’analisi di Wine Intelligence si basa sulle opinioni di 25.000 consumatori di vino di 25 mercati chiave, così da rappresentare i circa 400 milioni di bevitori di vino del mondo. Quest’anno nella base statistica il mercato della Russia è stato sostituito da quello della Danimarca

Alla testa del Wine brand power index rimangono ancora saldi i marchi Yellow Tail (Casella Family Brands) e Casillero del Diablo (gruppo cileno Viña Concha y Toro). I loro punteggi nell’indice distaccano decisamente quelli degli altri marchi più forti ed entrambi si posizionano davanti a tutti nei 25 mercati passati in rassegna: il marchio australiano in 10 mercati (tra cui gli Stati Uniti), quello cileno in 14.

Al terzo posto si è posizionato il marchio Barefoot, marchio californiano che cammina in alto per 13 posizioni rispetto alla classifica 2021.
Seguono Gallo Family Vineyards (California), Jacob’s Creek (Australia), Gato Negro (Cile), Santa Carolina (Cile) che fa segnare la più importante ascesa quest’anno, Mouton Cadet (Francia), J.P. Chenet (Francia); chiude la top ten il marchio australiano Lindeman’s.
In significativa ascesa nel punteggio d’indice anche Aphotic (California) che guadagna cinque posizioni fino alla 14°, Dark Horse (California, gruppo Gallo) che guadagna otto posizioni fino alla 25° posizione.

 


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