Cos'è la sostenibilità alimentare per i giovani?

Cos'è la sostenibilità alimentare per i giovani?

AstraRicerche interroga i giovani sulla transizione ecologica: solo 4 intervistati su 10 si fidano degli annunci "green" delle aziende

Notizie dal mondo agroalimentare:
prodotti, mercati, tecnologie, processi di filiera

26

Maggio
2021

Attenzione alla sostenibilità ambientale, lotta allo spreco alimentare, preferenza  per i prodotti di eccellenza made in Italy, DOP e IGP: sono questi i capisaldi di una filiera agroalimentare ideale per i giovani italiani che emergono dallo studio condotto da AstraRicerche per McDonald’s sulle aspettative e i comportamenti dei giovani (15-25 anni) nei confronti della transizione ecologica. Le giovani generazioni conoscono in modo chiaro, molto più del campione generale, il concetto di transizione ecologica della filiera alimentare (60% vs 42.2%), ma affermano anche di volerne sapere di più (40% vs 35.0%).

GenZ e cibo

Per gli appartenenti alla Generazione Z la rilevanza dell’alimentazione è molto cresciuta negli ultimi 5 anni; si parla di una percentuale pari al 45% a livello nazionale, contro il 34.4% del campione Italia. L’interesse per il cibo porta i giovani a muoversi per visitare sagre, eventi e fiere a tema, sia all’interno della propria regione, per il 33%, sia in altre regioni, per il 21%.
La Generazione Z si caratterizza anche per grande attenzione alla sostenibilità ambientale e sociale - 7 giovani su 10 -, e allo stesso tempo per la diffidenza nei confronti degli annunci che le aziende fanno in questo ambito: si fidano davvero solo 4 intervistati su 10.
Quando si parla di sostenibilità del cibo i giovani danno la priorità alla sostenibilità ambientale (72%), a cui seguono sostenibilità economica di filiera (66%) e sostenibilità sociale (66%).
Il 97% della GenZ si dice disposto a pagare di più un prodotto garantito come sostenibile, nella maggior parte dei casi (56%) perché pensa che i prodotti sostenibili siano anche migliori dal punto di vista qualitativo.

L'impatto ambientale

La generazione Z, quando si parla di impatto negativo delle diverse fasi della filiera, mette al primo posto gli sprechi del consumatore (51%), seguiti dal trasporto (47%), dalla lavorazione/trasformazione industriale (44%), e dal packaging (40%).

Locale è buono

Transizione ecologica per i giovani significa anche valorizzazione del cibo e delle eccellenze locali; la maggior parte di loro, il 51%, ritiene che le differenti tradizioni alimentari delle regioni siano uno dei massimi punti di forza del nostro Paese. Per il 58% dei giovani intervistati, la definizione di cibo locale corrisponde a quella regionale o del gruppo di regioni limitrofe; una percezione più ampia rispetto al campione nazionale, che parla di cibo regionale per il 45.3% e provinciale o comunale per il 38.5%.
Elevatissimo il livello di conoscenza delle certificazioni DOP e IGP: 91% dei giovani intervistati. Minore ma comunque alto il livello di fiducia nelle certificazioni alimentari: il 66% dei giovani italiani ritiene il marchio made in Italy sinonimo di garanzia; per il 62% di loro lo è anche il marchio DOP, e per il 56% il marchio IGP.

La ristorazione: un'eccellenza

Anello più a valle della filiera agroalimentare è la ristorazione, che ha il ruolo di connettere la produzione e la distribuzione con il consumatore. Per AstraRicerche, la ristorazione tra i giovani italiani ha un'immagine positiva: è considerata un’eccellenza riconosciuta in tutto il mondo (70%), parte fondamentale dell’economia (66%), in grado di dare lavoro a moltissimi italiani (66%).
Il 58% dei giovani intervistati si aspetta che il settore della ristorazione si adoperi per educare il consumatore ai corretti stili alimentari e inviti i cittadini ad essere responsabili (55%); il 57% desidera che la politica ambientale dei locali in cui si reca sia ben esplicitata, il 56% preferirà i punti di ristorazione che lo faranno e il 52% presta già attenzione al fatto che siano impegnati per ridurre l’impatto ambientale.

Photo by Markus Spiske


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