Consultazione pubblica della Strategia Nazionale Biodiversità 2030

Consultazione pubblica della Strategia Nazionale Biodiversità 2030

Le osservazioni e i contributi vanno trasmessi al MiTE entro il 22 maggio 2022

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26

Aprile
2022

Nel 2021 il Ministero della Transizione Ecologica ha avviato il processo di definizione della Strategia Nazionale per la Biodiversità al 2030, il nuovo documento che, in coerenza gli obiettivi della Strategia Europea per la Biodiversità al 2030, delinea una visione di sviluppo incentrata sulla necessità di invertire a livello globale l’attuale tendenza alla perdita di biodiversità e al collasso degli ecosistemi.

Cos'è la "Strategia Nazionale per la Biodiversità 2030"

La Strategia Nazionale rappresenta lo strumento attraverso il quale l’Italia intende contribuire all’obiettivo internazionale di garantire che entro il 2050 tutti gli ecosistemi del pianeta siano ripristinati, resilienti e adeguatamente protetti

A partire dal bilancio conclusivo della passata Strategia Nazionale Biodiversità 2020, dalle indicazioni contenute nel Quarto Rapporto sullo Stato del Capitale Naturale e in coerenza con gli obiettivi di conservazione e ripristino del patrimonio naturale previsti dalla nuova Strategia Europea per la Biodiversità, la nuova Strategia Nazionale prevede l’identificazione di una serie di obiettivi specifici che rappresentano la declinazione su scala nazionale delle priorità europee e degli impegni definiti in ambito internazionale, all’interno di alcuni ambiti tematici di intervento: Aree Protette, Agricoltura, Foreste, Acque interne, Mare. Per ciascun obiettivo sono individuate azioni specifiche e indicatori sviluppati appositamente per verificarne il raggiungimento.

Per raggiungere gli obiettivi di conservazione della biodiversità e di recupero funzionale e strutturale degli ecosistemi sarà necessario integrare tali obiettivi nella politica agricola, in stretta connessione con la Strategia Farm to Fork, forestale e della pesca, nelle politiche in materia di lotta e adattamento al cambiamento climatico, di sviluppo sostenibile e dell'economia circolare, nonché nella pianificazione territoriale.

Il processo di definizione e di attuazione della Strategia Nazionale per la Biodiversità richiede un approccio multidisciplinare e una forte collaborazione tra i decisori politici e le amministrazioni centrali e regionali, con il supporto del mondo scientifico e dei portatori di interesse. Sarà necessario anche il rafforzamento degli attuali organi di governance: Comitato Paritetico, Osservatorio Nazionale e Tavolo di Consultazione, che supportano l’ attività della Conferenza Stato-Regioni, organo di decisione politica.

Perdita della biodiversità in Italia

A livello europeo, la biodiversità in Italia è al primo posto per ricchezza di specie, un immenso capitale troppo spesso dimenticato. L’Italia è uno dei Paesi al mondo più ricchi di biodiversità, sia vegetale sia animale. Le cause di questa ricchezza stanno nell’eterogeneità ambientale prodotta dalla natura variegata del nostro territorio, caratterizzata da molti tipi di habitat: ambienti alpini, continentali e mediterranei, oltre alle tante isole.
Sappiamo di 7.600 specie vegetali e 58.000 specie animali che si concentrano in una superficie terrestre pari solo allo 0,2% di quella mondiale e al 7%di quella europea.
Ma questa ricchezza di biodiversità è seriamente minacciata e parti di essa rischiano di essere irrimediabilmente perdute. Dall'ultimo numero del periodico creafuturo del CREA dedicato alla biodiversità riportiamo i dati più significativi ricavati dalla lista rossa nazionale del V Reporting della Direttiva Habitat e dai report della Società Italiana di Biologia Marina: i dati mostrano criticità per la flora e per la fauna. Ad esempio, delle piante inferiori il 40% di alghe, licheni, muschi, felci è in pericolo. Gli anfibi sono la specie più a rischio (due specie su tre sono minacciate), la metà dei vertebrati presenti in Italia è minacciata e circa un quarto degli uccelli sono a forte rischio di estinzione (Fig. 5).

Figura 5 – Principali criticità per la fauna e per la flora (Fonte: WWF) 

Oltre alle cause di minaccia sopra riportate, fattori di pressione, quali il consumo di suolo per nuovi insediamenti civili e industriali, e l’inquinamento del suolo e delle acque, continuano a esercitare la loro intensità sulla biodiversità nazionale. Sono 1.020, circa il 15% del totale, le specie vegetali superiori che ora sono minacciate di estinzione. 
Di lavoro da fare, per il MiTE, ce n'è davvero tantissimo.

La prima versione della Strategia è consultabile

Il Ministero della Transizione Ecologica, con il supporto di ISPRA, ha predisposto una prima versione della Strategia, sottoposta a fine 2021 a consultazione di amministrazioni, enti e portatori d’interesse. Sulla base delle osservazioni pervenute è stato predisposto il testo attuale, completato da un file Excel che riporta gli esiti della prima fase di consultazione.

Al fine di garantire la più ampia partecipazione, il MiTE ha aperto la consultazione pubblica della Strategia Nazionale Biodiversità 2030.

Le osservazioni e i contributi vanno trasmessi mediante la compilazione del modulo dedicato, da inviare entro il 22 maggio 2022 al seguente indirizzo: PNM@Pec.Mite.Gov.it


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