"Settantasette Paesi si sono impegnati a ridurre le emissioni nette di carbonio entro il 2050. Settanta Paesi hanno annunciato che aumenteranno i loro contributi nazionali determinati entro il 2020. Oltre 100 leader del settore privato si sono impegnati ad accelerare il loro passaggio alla green economy". Lo ha detto il segretario generale dell'ONU Antonio Guterres in chiusura del Climate Action Summit svoltosi al Palazzo di Vetro di New York.
Da notare che le settantasette nazioni con un piano per le zero emissioni al 2050 sono principalmente piccoli Paesi che rappresentano il 6,8% delle emissioni climalteranti.
Tra gli altri impegni, Guterres ha citato l'International Development Finance Club, che ha annunciato la mobilitazione di mille miliardi di dollari in finanziamenti per l'energia pulita entro il 2025 in 20 Paesi meno sviluppati. E ancora "130 banche hanno aderito ad allineare le proprie attività agli obiettivi dell'accordo di Parigi e agli obiettivi di sviluppo sostenibile".
"Dobbiamo assolutamente garantire l'attuazione dell'impegno da parte dei Paesi sviluppati di mobilitare cento miliardi di dollari all'anno da fonti pubbliche e private entro il 2020 - ha detto ancora il segretario generale ONU a chiusura del vertice - per adeguamento e contenimento nei Paesi in via di sviluppo".
Rimane però il fatto che nessun piano concreto è stato presentato dai grandi inquinatori, come Cina, India e Stati Uniti. Al contrario India, Cina e Turchia progettano di espandere l’uso del carbone
I giovani
Commosso e pieno di rabbia l'intervento dell'attivista Greta Thunberg rivolto ai rappresentanti politici presenti al vertice: "Avete rubato i miei sogni e la mia infanzia: ci state deludendo, ma i giovani stanno iniziando a capire il vostro tradimento, gli occhi di tutte le generazioni future sono su di voi, e se sceglierete di fallire non vi perdoneremo mai. Il mondo si sta svegliando e il cambiamento sta arrivando, che vi piaccia o no". Il dato più desolante è che a quattro anni dall'accordo di Parigi, "si osserva come gli impegni assunti dagli Stati sono ancora molto fluidi e lontani dal raggiungere gli obiettivi fissati".
Il ministro italiano dell'Ambiente, Sergio Costa, è così intervenuto: "Se molti Paesi del mondo stanno adottando norme per il contrasto ai cambiamenti climatici e di coscienza ambientale, se noi, in Italia stiamo discutendo di un Decreto Clima che vede incentivi per la riduzione degli imballaggi, per l'acquisto di prodotti sfusi, per la riforestazione urbana per lo stoccaggio della CO2, di agevolazioni per la mobilità sostenibile e della valorizzazione dei rifiuti attraverso l'economia circolare, è anche grazie a questa straordinaria mobilitazione dei giovani di tutto il mondo".
"Li ho voluti ringraziare di persona qui al summit sul clima di New York, dove erano presenti i delegati under 30 di tutto il mondo - ha aggiunto Costa -. E sono felice di annunciare che nel 2020 l'Italia ospiterà la prima COP dei giovani della storia, che ho fortemente voluto. Questa occasione servirà per portare la posizione dei giovani di tutto il mondo nelle stanze decisionali della COP 26 di Glasgow. Loro sono il futuro, e dobbiamo assicurare loro lo spazio che meritano".
Condividi su: