Clima: ogni giorno muoiono 115 persone. Cingolani apre al nucleare

Clima: ogni giorno muoiono 115 persone. Cingolani apre al nucleare

ONU: in 50 anni quintuplicati i fenomeni estremi. Ma il Ministro della Transizione Ecologica se la prende con gli "ambientalisti radical chic"

Notizie dal mondo agroalimentare:
prodotti, mercati, tecnologie, processi di filiera

03

Settembre
2021

L'Organizzazione Meteorologica Mondiale dell'ONU ha reso noti questi dati: ogni giorno 115 persone in media muoiono e si perdono 202 milioni di dollari per disastri e fenomeni estremi della meteorologia innescati dal progressivo cambiamento climatico. Questi eventi dal 1970 al 2019 hanno provocato 2 milioni di vittime in tutto il mondo e causato finora 3.640 miliardi di dollari perdite. Di più: secondo l'OMM, negli ultimi 50 anni il numero di fenomeni estremi è stato pari a 11mila: è cresciuto di cinque volte, e continuerà a crescere in futuro. "Il numero di manifestazioni estreme di clima, meteorologia e acqua sta crescendo, e questi fenomeni diventano sempre più frequenti, come conseguenza del cambiamento climatico", ha dichiarato da Ginevra il segretario dell'OMM, Petteri Taalas.

Oltre il 90% dei morti, scrive l'agenzia dell'ONU, appartiene a Paesi in via di sviluppo. Dei 2 milioni di morti in 50 anni, 650mila sono dovuti a siccità, 577mila a tempeste e uragani, 59mila ad alluvioni e 56mila a temperature estreme, calde o fredde.

Con il perfezionarsi dei soccorsi e dei sistemi di preallarme, la media giornaliera dei morti - pari a 115 se spalmata sui 50 anni presi in considerazione - è tuttavia diminuita negli anni: negli anni '70 e '80 ogni giorno in media per questi fenomeni morivano 170 persone, negli anni '90 erano 90, calate a 40 dal 2010 in poi. "Molto semplicemente, oggi siamo più bravi a salvare vite umane di quanto non siamo mai stati", ha concluso Taalas.

La "transizione ecologica" all'italiana

Proprio in concomitanza con l'uscita di questo Rapporto ONU, il Ministro della Transizione Ecologica, intervenendo a un incontro organizzato da Italia Viva, si è lanciato in considerazioni entusiaste verso il nucleare di ultima generazione, peraltro non ancora esistente, lanciando anatemi verso gli "ecologisti radical-chic" senza specificare a quale categoria dello spirito appartengano quest'ultimi.

"In tema di nucleare -  ha affermato Roberto Cingolani - si stanno affacciando tecnologie di quarta generazione, senza uranio arricchito e acqua pesante. Ci sono Paesi che stanno investendo su questa tecnologia, non è matura, ma è prossima a essere matura. Se a un certo momento si verifica che i chili di rifiuto radioattivo sono pochissimi, la sicurezza elevata e il costo basso è da folli non considerare questa tecnologia".

"Il mondo è pieno di ambientalisti radical chic ed è pieno di ambientalisti oltranzisti, ideologici - ha detto ancora Cingolani -: loro sono peggio della catastrofe climatica verso la quale andiamo sparati, se non facciamo qualcosa di sensato. Sono parte del problema, spero che rimaniate aperti a un confronto non ideologico, che guardiate i numeri. Se non guardate i numeri rischiate di farvi male come mai successo in precedenza". 

"La transizione ecologica deve essere sostenibile - ha rincarato il Ministro - sennò non si muore di inquinamento, ma di fame. Serve una transizione con la decarbonizzazione e il freno alla produzione di CO2, ma che dia tempo alla società di adeguarsi a queste trasformazioni. Non si può ridurre la CO2 chiudendo da domani le fabbriche di auto, mettendo sul lastrico milioni di famiglie".

Poi però il Ministro ha dato una spolverata di green al suo discorso: "Nei prossimi dieci anni serve uno sforzo planetario. Questa sfida è epocale, la politica ha un compito mostruoso, serve una politica etica a livello internazionale".

Associazione Italiana Nucleare: applausi

"Plaudo al coraggio del Ministro Cingolani e alle verità di buon senso che ha detto sul nucleare. C'è da sorprendersi per le polemiche: le iniziative di cui ha parlato sono cose che vanno avanti da tempo nell'economia internazionale. Nel mondo ci sono una ventina di questi impianti in fase di completamento, e che diventeranno operativi entro il 2026, in Paesi come Cina, Russia e Argentina". Lo ha detto all'ANSA Umberto Minopoli, presidente dell'Associazione italiana nucleare (AIN), organizzazione no profit che raccoglie i centri di competenza sul nucleare in Italia.

"Quello che è stato detto dal Ministro è importante - dichiara ancora Minopoli -. Vuol dire prendere atto di questa realtà, e finirla di parlare del nucleare come di una cosa teorica. C'è attivismo nel settore a livello internazionale: il mercato va avanti, le iniziative si moltiplicano e gli investitori ci credono. Anche in Italia sono stati raccolti 118 milioni di euro dal fisico Stefano Buono per la costruzione di uno Small Modular Reactor, con la partecipazione di investitori importanti. E il Politecnico di Milano sta mettendo insieme tutte le competenze nazionali per creare una filera in questo campo". Secondo Minopoli "parliamo di una nuova tecnologia, diversa dalle centrali tradizioni. Sono piccoli reattori avanzati a fissione, che non producono scorie radioattive ad alto decadimento, perché i prodotti di risulta diventano nuovo combustibile. Poi questi impianti non hanno pompe ed elementi manuali, e questo elimina fattori di criticità".

Cosa dicono gli ambientalisti radical chic

"Il problema della transizione ecologica in Italia si chiama Cingolani, e Draghi deve delle spiegazioni a chi offende una storia di uomini e donne che si sono battuti e si battono per migliorare il nostro Paese". Così in una nota i co-portavoce di Europa Verde Eleonora Evi e Angelo Bonelli.
"Con le considerazioni in cui ha definito gli ambientalisti radical chic, oltranzisti e peggio della crisi climatica - proseguono Evi e Bonelli -, il Ministro della Transizione Ecologica Cingolani ha dichiarato ufficialmente guerra, con parole sconsiderate, a quella comunità che da anni lavora per far valere le stesse istanze che lui, da Ministro, dovrebbe promuovere e difendere. Come possiamo dare ascolto ad un ministro che ci dice che la conversione ecologica è un bagno di sangue? Non è questa l'Italia che vogliamo".

"Mentre il Paese va letteralmente a fuoco, dilaniato da incendi e desertificazione, schiacciato nella morsa della crisi climatica - dicono Bonelli ed Evi -, il Ministro che dovrebbe lavorare a una transizione necessaria e fondamentale, pensa bene di attaccare il mondo ambientalista, con dichiarazioni vuote e prive di argomentazioni. Del resto, la visione di Cingolani era già molto chiara in questi mesi, con le innumerevoli aperture al nucleare, andando contro il volere degli italiani che un referendum hanno già espresso la loro posizione, con le autorizzazioni alle trivelle e ai nuovi siti di stoccaggio, con un PNRR inadeguato che non affronta la crisi climatica e che non ha mai perso occasione per sostenere le auto con motore endotermico, anziché puntare sull'elettrico".

"Per Cingolani il nucleare sarebbe il futuro? Parlare di reattori di quarta generazione che non esistono e di tecnologie che non sono sicure né convenienti significa spostare l'attenzione dalla realtà, che per il clima è già critica, alla fantasia".

Lo scrive Greenpeace Italia su Twitter, commentando l'apertura al nucleare di ultima generazione da parte del ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani.
"Cingolani ha aggiunto che gli ambientalisti sarebbero peggio della catastrofe climatica - scrive Greenpeace Italia un un altro tweet -. Eppure sempre più persone si mobilitano per difendere il Pianeta! Quali interessi preferisce difendere il Ministro: quelli dell'ambiente o quelli delle lobby?"
"Dubbi sulle rinnovabili, difesa delle auto a combustibili fossili, entusiasmo per il nucleare, accuse agli ambientalisti che sarebbero peggio della catastrofe climatica - conclude l'ONG ambientalista in un terzo tweet -. Cingolani dalla transizione ecologica alla finzione ecologica il passo è breve!"

"Oggi parlare di futuro del nucleare non ha senso. Siamo in piena crisi climatica, dobbiamo decarbonizzare al più presto. Qual è il senso di investire risorse pubbliche per una tecnologia che entrerà in funzione fra venti o trent'anni? Quando oramai abbiamo già fonti pulite che non sono pericolose e non producono scorie radioattive?". Lo ha detto all'ANSA il presidente di Legambiente, Stefano Ciafani, commentando il discorso di Roberto Cingolani. "Già 25 anni fa si parlava di ricerche sul nucleare di quarta generazione - ha proseguito Ciafani -. Ma è una tecnologia che non elimina le scorie, e che ha costi esorbitanti. Le due centrali in costruzione in Francia e Finlandia non vengono completate da dieci anni, e sono arrivate a costare quattro volte i costi preventivati. Inutile discutere di finanziamenti al nucleare, perché non abbiamo più tempo. Non sappiamo se questi investimenti porteranno a una riduzione del rischio di incidenti e proliferazione, delle scorie, dei costi".

"Le rinnovabili permettono già oggi di produrre kilowattora senza gas serra e a basso prezzo. Non perdiamo tempo a discutere di tecnologie che, se arriveranno, arriveranno troppo tardi".

"La storia delle grandi battaglie ambientaliste del passato merita rispetto, perché ha garantito al nostro Paese di salvare parti consistenti del proprio capitale naturale, evitato il nucleare di vecchia generazione e i problemi ambientali e di sicurezza ad esso connessi, favorito l'istituzione dei parchi nazionali e contrastato lo sfruttamento indiscriminato del Mediterraneo, solo per citare alcuni dei grandi risultati ottenuti dal mondo ambientalista". Lo scrive in un comunicato il WWF Italia dopo le dichiarazioni del ministro Robertro Cingolani. "Le discussioni sulla natura degli ambientalisti - prosegue la ONG - rischiano di essere un esercizio ideologico inutile, che rischia di farci solo perdere tempo rispetto all'urgenza delle sfide che ci aspettano, in primis, quella al cambiamento climatico che già condiziona la nostra vita, come dimostrano l'estate di fuoco delle regioni meridionali e le alluvioni nel nord Europa e nord Italia".
"La portata delle emergenze in atto e l'urgenza delle azioni non può ridursi ad un confronto ideologico - conclude il WWF -, ma deve nel concreto affrontare il problema di come favorire positivamente la transizione ecologica, che è già in atto nel nostro Paese in settori quali le energie rinnovabili e l'agricoltura biologica".

Foto: @matteorenziufficiale


Condividi su: