"Cantiere Ambiente": il DDL ottiene il sì definitivo

L'ultimo passaggio sarà in Parlamento per dare il via alla realizzazione di interventi per 6,5 miliardi di euro definiti dal Ministero dell'Ambiente

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20

Giugno
2019

Il 19 giugno 2019 è stato approvato dal Consiglio dei Ministri, dopo il via libera all’unanimità della Conferenza delle Regioni, il DDL “Cantiere ambiente - Disposizioni per il potenziamento e la velocizzazione degli interventi di mitigazione del dissesto idrogeologico e la salvaguardia del territorio”. Il provvedimento, voluto dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa, realizza gli obiettivi indicati nel Piano per la mitigazione del rischio idrogeologico “Proteggi Italia”, consentendo di spendere i 6,5 miliardi di euro che costituiscono il budget contro il dissesto. Il DDL prevede la riduzione della burocrazia, la semplificazione dei passaggi amministrativi, l'anticipo dei fondi per la progettazione, l'affiancamento delle regioni, e la programmazione de cicli di interventi per la messa in sicurezza del territorio.

Il Ministero dell’Ambiente anticipa il 30% dei fondi alle regioni per gli interventi programmati fino a 135 milioni di euro. Nasce una segreteria tecnica che segue la realizzazione delle opere e viene istituita una nuova figura professionale: il green manager che dovrà assicurare l’attuazione delle politiche ambientali con riferimento a piani di mobilità sostenibili, efficientamento energetico nelle PA, riduzione degli imballaggi, raccolta differenziata dei rifiuti.

“Sono questi i cantieri che aiutano davvero il Paese - ha affermato il ministro Costa. Con Cantiere Ambiente stiamo dando il via al piano di realizzazione di opere per 6,5 miliardi di euro. Un lavoro costruito in questi mesi insieme alle regioni e ai soggetti coinvolti nella progettazione e nella programmazione”.

“Adesso non ci sono più alibi: bisogna rafforzare gli argini, proteggere le città, mitigare il dissesto. Affinché non ci siano più emergenze - ha concluso il ministro -  serve un’azione coordinata e veloce anche perché a causa del cambiamento climatico i fenomeni piovosi sono sempre più violenti e repentini. Spero che il Parlamento approvi il provvedimento nel minor tempo possibile”.

Il dissesto idrogeologico è uno dei problemi più gravi di tutta la Penisola: secondo i dati Ispra, nel 2017 era rischio il 91% dei comuni italiani (88% nel 2015), con oltre 3 milioni di nuclei familiari residenti in queste aree ad alta vulnerabilità. Complessivamente, il 16,6% del territorio nazionale è mappato nelle classi a maggiore pericolosità per frane e alluvioni (50 mila km2). E sono oltre 7 milioni le persone che risiedono nei territori vulnerabili.  In nove Regioni (Valle D'Aosta, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Molise, Basilicata e Calabria) il 100% dei comuni è a rischio. L'Abruzzo, il Lazio, il Piemonte, la Campania, la Sicilia e la Provincia di Trento hanno percentuali di comuni a rischio tra il 90% e il 100%.


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