Biodiversità: serve la Giornata Mondiale?

Biodiversità: serve la Giornata Mondiale?

Noi speriamo di sì: entro la fine del secolo il 50% delle specie viventi saranno a rischio di sopravvivenza. In Italia scomparsi 3 frutti su 4

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21

Maggio
2019

Il 22 maggio ricorre nel mondo la Giornata per la Biodiversità. Nel migliore dei casi serve per fare il punto delle situazione e sensibilizzare chi lo legge. Quindi non ci sottraiamo.

La giornata fu istituita dalle Nazioni Unite nel 1993 per ricordare l’adozione della Convenzione sulla diversità biologica. Nientemeno che nel lontanissimo 1992, durante il Vertice sulla Terra di Rio de Janeiro, i leader mondiali definirono una strategia globale di "sviluppo sostenibile" e uno dei principali accordi adottati  è stata appunto la Convention on Biological Diversity (CBD), entrata in vigore il 29 dicembre 1993.
La CBD è un trattato internazionale giuridicamente vincolante con tre principali obiettivi: conservazione della biodiversità, uso sostenibile della biodiversità, giusta ed equa ripartizione dei benefici derivanti dall'utilizzo delle risorse genetiche. La Convenzione copre la biodiversità a tutti i livelli: ecosistemi, specie e risorse genetiche, e anche le biotecnologie.
L'organo di governo della CBD è la Conferenza delle Parti (COP) che si è impegnato a raggiungere entro il 2010 una riduzione significativa del tasso di perdita della biodiversità.
Questo obiettivo è stato poi approvato dal Vertice Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile e dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ed è stato accolto come un nuovo obiettivo nel quadro dei 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile.

Nel 2019 siamo a fare la drammatica conta della perdita di biodiversità: secondo uno studio dell'IPBES, il gruppo intergovernativo per la Biodiversità e i Servizi Ecosistemici delle Nazioni Unite, sono a rischio estinzione un milione di specie a causa dell’effetto delle azioni dell’uomo sugli ecosistemi. In particolare incidono negativamente l’urbanizzazione, i metodi di sfruttamento delle terre e delle risorse naturali, l’agricoltura intensiva e l’uso di pesticidi.

Lo Stato della biodiversità mondiale è il rapporto presentato recentemente dalla FAO. Lo studio rileva preoccupanti segnali sulla biodiversità che sta scomparendo, mettendo a rischio il futuro dell’uomo e dell’ambiente. Sono caldeggiate alcune indicazioni per invertire questo processo, come l’adozione di pratiche e approcci compatibili con la biodiversità: agricoltura biologica, gestione integrata dei parassiti, agricoltura conservativa, gestione sostenibile del suolo e l’agro-ecologia.

E nel nostro Paese? In Italia, per dire, sono scomparse dalla tavola tre varietà di frutta su quattro nell'ultimo secolo, ma la perdita di biodiversità riguarda l'intero sistema agricolo e di allevamento - afferma Coldiretti - con il rischio di estinzione che si estende dalle piante coltivate agli animali allevati.

In Italia nel secolo scorso si contavano 8 mila varietà di frutta, mentre oggi si arriva a poco meno di 2 mila e di queste 1.500 sono considerate a rischio di scomparsa anche per effetto dei moderni sistemi della distribuzione commerciale che privilegiano le grandi quantità e la standardizzazione dell'offerta.

Un pericolo per produttori e consumatori, segnala la Coldiretti, per la perdita di un patrimonio alimentare, culturale e ambientale ma anche un attacco alla biodiversità.

Investire sulla distintività è una condizione necessaria per le imprese agricole di spiccare in termini di qualità delle produzioni e affrontare il mercato globalizzato salvaguardando, difendendo e creando sistemi economici locali attorno al valore del cibo. 

L'Italia vanta 5.155 prodotti alimentari tradizionali censiti, 297 specialità DOP/IGP riconosciute a livello comunitario e 415 vini DOC/DOCG ed è leader in Europa con quasi 60mila aziende agricole biologiche e ha fatto la scelta di vietare le coltivazioni OGM.


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