In occasione della Giornata Mondiale sulla Biodiversità che cade ogni anno il 22 maggio, Legambiente ha pubblicato il nuovo rapporto sullo stato di salute delle specie viventi, sui principali fattori di rischio e sulle strategie da adottare per far fronte alla perdita della diversità biologica.
Contemporaneamente Slow Food ha lanciato un appello alla Convenzione dell’ONU e al Governo italiano per un impegno nella salvaguardia della biodiversità.
Trent’anni di tutela della natura
Tre decenni fa gli habitat naturali stavano scomparendo dal panorama europeo ad un ritmo allarmante e l’Europa aveva già perso la metà delle terre umide e quasi tre quarti delle sue dune di sabbia e brughiere a causa di una combinazione di consumo di suolo, sviluppo delle infrastrutture, inquinamento e proliferazione urbana.
Legambiente ci ricorda che la Direttiva Habitat, al suo trentesimo compleanno, insieme al programma finanziario LIFE della Commissione Europea che ha garantito la realizzazione della rete Natura 2000, hanno messo un freno a questa distruzione grazie all’introduzione di un sistema di protezione completo, portato a una conoscenza migliore e alla comprensione delle specie protette e hanno incoraggiato i Paesi a condividere esperienze di conservazione e buone pratiche.
Il nuovo dossier di Legambiente Biodiversità a rischio, un'analisi dello stato di salute della biodiversità nel mondo e in Italia, mette a fuoco diversi progetti LIFE Natura che si sono distinti per aver migliorato e ripristinato lo stato di conservazione di diverse tipologie di habitat, specie animali e vegetali presenti nei siti della rete Natura 2000.
Alcune specie sono state salvate dall’estinzione come ad esempio il Grillaio, il camoscio appenninico, alcune orchidee spontanee, mentre altre hanno visto un miglioramento del loro stato di conservazione come ad esempio il Lupo, anche se rimane ancora a rischio a causa dei conflitti con gli allevatori e il bracconaggio.
Biodiversità: Italia prima in UE, investiti oltre 1,7 miliardi
L'Italia è prima in Europa sul fronte degli investimenti per la salvaguardia della biodiversità con oltre 1,7 miliardi di euro che hanno finanziato più di 970 progetti per la protezione della natura, di cui circa 850 milioni stanziati dalla Commissione europea a titolo di cofinanziamento. Sono alcuni dei dati del report annuale di Legambiente secondo il quale dal 1992 ad oggi sono stati cofinanziati in Europa oltre 5.000 progetti che hanno mobilitato 12 miliardi di euro di investimenti di cui 5,6 miliardi stanziati dalla Commissione europea a titolo di cofinanziamento.
Legambiente indica anche una serie di azioni da mettere in campo per accelerare la tutela della biodiversità e "colmare i ritardi costati all'Italia anche una procedura di infrazione, aperta lo scorso giugno dalla Commissione europea". Tra le azioni urgenti da fare si segnalano:
prevedere una maggiore tutela per la biodiversità marina
incrementare al 2030 le aree protette e le zone di tutela integrale
promuovere la gestione integrata della costa
rafforzare la tutela degli ecosistemi marini.
L'appello di Slow Food
In occasione della Giornata mondiale della Biodiversità, Slow Food lancia un appello alla comunità internazionale e chiede che si aumentino gli sforzi per mettere in salvo questa risorsa indispensabile alla sopravvivenza dell’umanità.
I governi si riuniranno a giugno per definire il prossimo Piano strategico mondiale per la biodiversità, un piano che sarà poi adottato a ottobre dalla Convenzione ONU sulla diversità biologica (CBD - Convention on Biological Diversity), a Kunming, in Cina, e che stabilirà impegni, azioni e investimenti dei prossimi dieci anni, con obiettivi a medio termine (2030) e a lungo termine (2050).
Ricorda Slow Food che la biodiversità è il fondamento della produzione alimentare e comprende specie e varietà di piante, razze animali, insetti, microrganismi, ma anche ecosistemi, conoscenze e culture. Riconoscerne il ruolo e l’importanza è fondamentale ai fini della sicurezza alimentare, dello sviluppo sostenibile e del sostentamento di molti servizi ecosistemici di vitale importanza.
Il sostegno ai sistemi alimentari agroecologici
"Il Piano strategico per la biodiversità globale non avrà alcuna efficacia se le istituzioni internazionali e i governi nazionali non includeranno il riconoscimento e la promozione dei sistemi alimentari agroecologici come soluzione per invertire il collasso della biodiversità e per affrontare la crisi climatica e quella sanitaria. In Italia, il riconoscimento della tutela della biodiversità nella Costituzione ha rappresentato un cambiamento epocale, è importante adesso adottare azioni concrete" afferma Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia. "Agli agricoltori che praticano l’agroecologia dev’essere garantito un riconoscimento istituzionale e politico. I contadini devono essere sostenuti nel passaggio verso l’agroecologia con misure molto concrete: servizi, snellimento della burocrazia, formazione, scambi di esperienze, ma anche sostegni finanziari".
Slow Food propone di assegnare finanziamenti pubblici a chi lavora per il bene comune: il sostegno economico dei governi dovrebbe essere concesso soltanto ai sistemi di coltivazione agroecologica che producono cibo contribuendo alla sostenibilità socio-culturale, economica e ambientale delle loro aziende agricole e dei territori in cui operano. Il Piano strategico mondiale, sottolinea Slow Food, per la biodiversità deve affrontare i numerosi fattori che causano la perdita di biodiversità: la progressiva concentrazione delle filiere alimentari in pochissime multinazionali, i sistemi di coltivazione e allevamento sempre più intensivi, il consumo crescente di prodotti ultraprocessati, gli sprechi e, infine, la convinzione che la tecnologia possa risolvere ogni problema.
La situazione in Italia
"Se guardiamo all’Italia, non esiste un monitoraggio della biodiversità legata al cibo. Solo studi parziali, analisi regionali e, spesso, dati discordanti. Ma è possibile capire quel che sta succedendo partendo da alcuni casi" sottolinea Serena Milano, segretaria della Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus. Alla fine del secolo scorso si coltivavano oltre 400 varietà di frumento, ma già negli anni ’90 solo 8 varietà rappresentavano l'80% del seme impiegato e oggi, soprattutto per il frumento tenero, gran parte delle varietà sono brevettate da poche multinazionali. E lo stesso può dirsi per le varietà locali di alberi da frutto, che si trovano solo presso vivai molto piccoli che riescono con difficoltà a mantenere una rete di agricoltori impegnati nella produzione del seme. E per le razze animali, ormai estinte o in grave riduzione. Basti pensare che in Italia dodici razze bovine contano meno di mille femmine, sette sono minacciate e cinque sono in una situazione critica.
Secondo Slow Food la biodiversità non è un catalogo di rarità gastronomiche, ma è una risposta concreta a emergenze ed esigenze quotidiane: "Le varietà locali, le razze locali, i prodotti trasformati che se ne ricavano non sono solo poesia, arte e tecnica, paesaggio. Ma sono anche economia, lavoro per i giovani, cura del territorio, terreni abbandonati che vengono recuperati, cura della montagna e delle aree marginali. Conservare un’ampia variabilità genetica è indispensabile per mantenere un sistema agricolo in grado di sfamare il pianeta, facendo fronte alla crisi climatica, alle pandemie e alla carenza di risorse naturali" sottolinea Milano.
"Come riferisce il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, gli Stati e le organizzazioni internazionali hanno l’obbligo e la responsabilità di affrontare la perdita di biodiversità e degli habitat, di evitare che ciò abbia un impatto negativo sui diritti umani e di assicurarsi che le azioni di contrasto alla perdita di biodiversità siano eque e sostenibili" conclude Milano.
Legambiente - Biodiversità a rischio 2022 →
L'appello di Slow Food sulla biodiversità →
Il documento di posizione →
Foto: slowfood.com
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