Il primo Rapporto di Sostenibilità di Assovetro, l’Associazione Nazionale degli Industriali del Vetro aderente a Confindustria, realizzato da Ergo, spin off dell’Università Sant’Anna di Pisa, ha l'obiettivo di presentare un quadro completo delle prestazioni dell’industria italiana del vetro dal punto di vista economico, ambientale e sociale. Per redigere il documento sono state esaminate 18 aziende, 15 produttrici di vetro cavo e 3 di vetro piano che rappresentano il 90% circa della presenza industriale installata in Italia.
Cresce dell’8,2% la produzione di vetro nel triennio 2016-2018; aumenta il fatturato del 6%; in salita gli investimenti in tecnologie e innovazione +44,2% (33 milioni per ambiente e sicurezza); 76,3% il tasso di riciclo; stabili le emissioni di CO2 e i consumi energetici; in crescita il ricorso alle fonti rinnovabili (il 26,20% nel 2018); l'utilizzo di acqua riciclata supera il 44% dei consumi idrici totali.
La ripartizione della produzione di vetro delle aziende oggetto della rilevazione vede la quota maggiore, oltre il 50%, impegnata per la realizzazione di contenitori per gli alimenti, il 16% di vetri per l’edilizia e per l’automotive, il 9,7% nelle lampade, il 7,6% per il mercato delle lane e dei filati.
Le performance economiche
La produzione ha toccato nel 2018 quasi 4,4 milioni di tonnellate di vetro, in aumento dell’8,2% rispetto al 2016. Il fatturato complessivo del settore è in crescita nel triennio del 6% ed è realizzato prevalentemente dalle vendite in Italia, con una quota tendenzialmente costante e pari al 60% circa.
Le spese per l’energia, che nel 2018 hanno inciso per il 15,3%, costituiscono una delle principali componenti del costo del prodotto e impattano in modo importante sulla competitività delle aziende.
Tra il 2016-2018 sono stati investiti oltre 298 milioni di euro negli impianti, con una crescita del 44,2%.
I costi sostenuti per la ricerca e sviluppo sono aumentati, dal 2016 al 2018, del 5,6%. 33 milioni sono stati investiti in ambiente e sicurezza.
Le performance ambientali
La produzione di vetro è un’attività energivora in quanto, per essere fuso, il vetro deve raggiungere alte temperature. Il consumo di energia rappresenta quindi un indicatore chiave per il settore sotto il duplice profilo economico e ambientale. L’aumento dei consumi energetici nel triennio è dovuto all’aumento della produzione. L’indicatore di prestazione energetica è rimasto costante nel triennio e pari complessivamente a 0,17 TEP/Ton di vetro fuso.
La percentuale di energia rinnovabile risulta in sicura crescita, dal 15,37% registrato nel 2016 al 26,20% del 2018. Le emissioni di CO2 (derivanti principalmente dal processo di fusione ad alta temperatura) prodotte per tonnellata di vetro fuso hanno un andamento pressoché stabile tra il 2017 e il 2018 e in diminuzione rispetto al 2016. Sono diminuite del 70% rispetto a 40 anni fa. In calo le emissioni di SOx (ossidi di zolfo).
I consumi idrici si sono ridotti grazie all’adozione di sistemi a ciclo chiuso mirati al contenimento delle perdite e al reimpiego delle acque di raffreddamento e di pulizia: attualmente l’utilizzo di acqua riciclata è superiore al 44% dei consumi idrici totali.
Grazie al sistema di raccolta differenziata il vetro può essere recuperato e reimmesso nel ciclo produttivo infinite volte. Il tasso di riciclo del vetro da imballaggio è del 76,3% ed è superiore a quello richiesto dalla normativa italiana (66%) ed europea (75% entro il 2030).
Nel 2018, l’immesso al consumo di imballaggi in vetro è cresciuto dell’1,7%, la raccolta dell’8,4%, mentre la quantità di rifiuti d’imballaggio in vetro riciclato è cresciuta del 6,6% rispetto al precedente anno.
Per produrre una tonnellata di vetro fuso è necessaria 1,11 ton di materia prima vergine (sabbia e soda); per la stessa quantità di prodotto è sufficiente una tonnellata di rottame di vetro.
Le certificazioni ambientali crescono in termini di siti certificati: +34% nel triennio.
“I contenitori in vetro sono percepiti come una garanzia di sicurezza alimentare - ha osservato Marco Ravasi, Presidente del comparto contenitori in vetro di Assovetro - e il mercato ne richiede sempre di più. Nei primi 9 mesi del 2019, la produzione delle sole bottiglie è aumentata del 5,4% rispetto allo stesso periodo del 2018. Oggi l’Italia è il secondo Paese in Europa per quantità di contenitori prodotti, dopo la Spagna.”
Sostenibilità sociale
A fine 2018 le aziende italiane del vetro cavo e del vetro piano oggetto del Rapporto impiegavano, complessivamente, 11.277 addetti, con una crescita dell’1,4% rispetto al 2016. I due comparti si caratterizzano per la netta prevalenza di forme contrattuali stabili (quasi il 90%). Circa il 97% dei lavoratori del settore risulta coperto da contratti integrativi che prevedono l’erogazione di premi variabili collettivi.
L’industria del vetro sta cercando di colmare il gender gap. C'è molto da fare: tra gli impiegati la percentuale delle donne è del 24,2%, la presenza delle donne tra i dirigenti e i quadri è del 19,5%.
Nel triennio 2016-18 sono state erogate 14,3 ore annue di formazione medie pro capite, con un picco di 16,5 ore nel 2017.
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