Ambiente: PoliMi, Italia fuori target 2030 su CO2

Ambiente: PoliMi, Italia fuori target 2030 su CO2

L'abbattimento di emissioni sarà solo di 1/4 del dovuto: "mancano una visione sinergica e una sufficiente rapidità"

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19

Ottobre
2022

L'Italia mancherà il target per la riduzione delle emissioni di anidride carbonica al 2030 "per 110 milioni di tonnellate di CO2 se non mutano drasticamente le condizioni".
Il contributo alla decarbonizzazione che l'Italia potrà mettere in campo, infatti, è un risparmio di sole 44 milioni di tonnellate di CO2, all'incirca un quarto del dovuto e questo peserebbe anche sull'agenda europea visto che sono numeri che rendono impossibile raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050 non solo per l’Italia, ma per l’intera Europa.
Stime non certo incoraggianti ma che non devono distrarre dallo sforzo di decarbonizzazione, realizzando una serie di interventi che potranno garantire la necessaria accelerazione del percorso e la revisione al rialzo delle cifre.
È questo l’obiettivo del primo Zero Carbon Policy Agenda, realizzato dall’Energy&Strategy della School of Management del Politecnico di Milano: un report in cui si analizza perché siamo solo a questo punto, e si offre ai policy maker una possibile agenda di interventi a lungo termine desunti dal confronto con i tanti partner dell’Osservatorio e con i principali operatori di mercato.
Il paper è stato presentato martedì 18 ottobre nell'Aula Magna Carassa e Dadda, del Politecnico di Milano Bovisa.

"Se siamo così lontani dai target - ha commentato Davide Chiaroni, Vicedirettore Energy & Strategy - è anche perché non siamo stati in grado di affrontare il tema con sufficiente trasversalità: sono almeno sei le aree di intervento che ci permetterebbero, e ci hanno finora permesso, di ridurre le emissioni e riguardano la produzione di energia rinnovabile, l’adeguamento delle infrastrutture di rete, l’efficientamento energetico, la mobilità sostenibile, lo sviluppo di configurazioni efficienti (energy communities) e l’adozione del paradigma di economia circolare. Lungo ciascuno di questi pilastri, in Italia, ci si è già mossi, ma senza una visione sinergica e una sufficiente rapidità, nonostante gli investimenti, circa 17 miliardi nell’ultimo anno, e gli interventi di natura normativa che però non identificano target chiari per tutti i pilastri. E la crisi ha aumentato la consapevolezza dell’urgenza, ma ponendo l’attenzione sul breve termine a discapito dei temi chiave e di più ampio respiro". 

Le proposte di Zero Carbon Policy Agenda

Per colmare le distanze e avvicinarsi agli obiettivi di decarbonizzazione viene proposta al legislatore una policy agenda che identifica aree di intervento secondo tre macro-aree in ordine di rilevanza: proposte trasversali, che considerano la tematica della decarbonizzazione in modo olistico e rappresentano il presupposto indispensabile per la transizione; proposte pillar-specific, rilevanti per completare la normativa esistente sui singoli pillar; proposte ancillari, che possono agire da ulteriore acceleratore del processo.
Si va dalla necessità di predisporre una vera e propria roadmap per la decarbonizzazione con orizzonte temporale di lungo periodo (che però definisca con chiarezza anche gli obiettivi intermedi e il percorso per raggiungerli, identificando tutti gli strumenti a supporto, le leve tecnologiche disponibili e i necessari sistemi di incentivazione e finanziamento) alla realizzazione di un’etichetta emissiva che integri quella energetica con un riferimento all’impronta carbonica dei prodotti e degli edifici, spostando così il focus dai consumi di energia alle emissioni; dalla semplificazione dell’iter di autorizzazione e installazione per gli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili all’introduzione di meccanismi di incentivazione per l’idrogeno e i biocombustibili, nonché per lo sviluppo della rete di trasmissione e distribuzione che dovrà supportare il trend di elettrificazione.
A livello di efficienza energetica si dovranno fissare obiettivi di riduzione delle emissioni e dei consumi di energia primaria, facilitare l’accesso agli incentivi legandoli a risultati misurabili, limitare le emissioni massime per i nuovi edifici e introdurre normative chiare per tutte le tecnologie.
Riguardo alla mobilità sostenibile, si dovranno fissare obiettivi e incentivi anche per la decarbonizzazione del trasposto merci e off-road, così come si dovranno promuovere le comunità energetiche e le filiere circolari, a partire da quelle a maggiore potenziale, garantendo la libera circolazione delle risorse tra chi appartiene alla stessa filiera e superando le attuali barriere legare alla definizione di waste e end of waste.
"Queste proposte contribuiranno al raggiungimento dell’obiettivo solo se applicate in modo sinergico e non, come è stato spesso fatto finora, considerando le diverse azioni in maniera mutuamente esclusiva. Il nostro auspicio - ha concluso Davide Chiaroni - è che possano essere uno spunto di riflessione innovativo per i policy maker rispetto alle politiche già in atto e che permettano di compiere quell’auspicato cambio di passo che ricondurrebbe il nostro Paese sulla corretta via della decarbonizzazione, insieme all’attivo coinvolgimento di tutta la società, dai cittadini alle aziende".

Immagine: energystrategy.it


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