di Valentina Oldani
La COP15 sulla Biodiversità di Montreal si è conclusa con un accordo globale che appare storico. Dopo due settimane di negoziazioni, i rappresentanti dei 188 Governi presenti hanno concordato che entro il 2030 saranno
protetti il 30% delle terre, degli oceani, delle zone costiere e delle acque interne della Terra, ridotti di 500 miliardi di dollari annuali i sussidi governativi dannosi, dimezzati gli sprechi alimentari.
Sono questi, in soldoni, i punti principali racchiusi nel Patto di pace con la natura emerso dall'Accordo Globale per la Biodiversità, detto Accordo Kunming-Montreal.
Facciamo notare che ad oggi si trovano sotto protezione rispettivamente il 17% e il 10% delle aree terrestri e marine del mondo.
La volontà di tutelare il 30% delle terre e dei mari è in linea con la risoluzione Strategia dell’UE sulla biodiversità per il 2030. Riportare la natura nella nostra vita approvata dal Parlamento europeo l'8 giugno 2021.
L’Accordo Globale per la Biodiversità
Il risultato della COP15 è il GBF - Global Biodiversity Framework, un accordo che comprende 4 obiettivi e 23 target da raggiungere entro il 2030 per arrestare e invertire la perdita di biodiversità. Vediamoli.
- Conservare e gestire efficacemente almeno il 30% delle terre emerse, delle acque interne, delle zone costiere e degli oceani del mondo, con particolare attenzione alle aree di particolare importanza per la biodiversità e il funzionamento e i servizi degli ecosistemi. Il GBF dà la priorità a sistemi di aree protette ecologicamente rappresentativi, ben collegati ed equamente governati e ad altre efficaci aree di conservazione, riconoscendo i territori e le pratiche indigene e tradizionali.
- Ripristinare almeno il 30% degli ecosistemi terrestri, delle acque interne e degli ecosistemi costieri e marini degradati
- Ridurre quasi a zero la perdita di aree ad alta importanza per la biodiversità, compresi gli ecosistemi ad alta integrità ecologica
- Dimezzare lo spreco alimentare globale e ridurre significativamente il consumo eccessivo e la produzione di rifiuti
- Ridurre della metà sia i fertilizzanti in eccesso sia il rischio complessivo rappresentato dai pesticidi e dalle sostanze chimiche altamente pericolose
- Eliminare gradualmente o riformare entro il 2030 le sovvenzioni che danneggiano la biodiversità di almeno 500 miliardi di dollari all'anno, aumentando nel contempo gli incentivi positivi per la conservazione e l'uso sostenibile della biodiversità
- Mobilitare entro il 2030 almeno 200 miliardi di dollari all'anno in finanziamenti nazionali e internazionali relativi alla biodiversità da tutte le fonti, pubbliche e private
- Aumentare i flussi finanziari internazionali dai Paesi sviluppati a quelli in via di sviluppo, in particolare i Oaesi meno sviluppati, i piccoli Stati insulari in via di sviluppo e i Paesi con economie in transizione, ad almeno 20 miliardi di dollari all'anno entro il 2025 e ad almeno 30 miliardi di dollari all'anno entro il 2030
- Prevenire l'introduzione di specie esotiche invasive prioritarie e ridurre di almeno la metà l'introduzione e l'insediamento di altre specie esotiche invasive note o potenziali ed eliminare o controllare le specie esotiche invasive sulle isole e altri siti prioritari
- Richiedere alle grandi aziende e alle istituzioni finanziarie transnazionali di monitorare, valutare e divulgare in modo trasparente i propri rischi e gli impatti sulla biodiversità delle loro attività.
Nel GBF si legge: "Senza tali azioni, ci sarà un'ulteriore accelerazione del tasso globale di estinzione delle specie, che è già centinaia di volte superiore alla media degli ultimi 10 milioni di anni".
L'accordo però non prevede un sistema di vigilanza verso i Paesi che si sono impegnati a raggiungere questi obiettivi, e le aziende non saranno obbligate ad adottare scelte che riducano il loro impatto sulla biodiversità, ma sono solo "incoraggiate" a impegnarsi di più.
Convention on biological diversity →
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