Il settore delle macchine automatiche per il confezionamento e l’imballaggio ha registrato nel 2021 un fatturato totale pari a 8,24 miliardi, infrangendo il precedente record del 2019 di 8,04 miliardi. Un risultato ancora più eclatante se si tiene conto delle restrizioni dovute alla pandemia che hanno caratterizzato l’intero 2021 e lo shortage mondiale di materie prime e componentistica che ha messo un freno a produzione e consegne negli ultimi mesi dell’anno.
I dati sono stati resi noti nell’ambito dell’Assemblea annuale dei soci dal Centro Studi Mecs - Ucima nell'Indagine Statistica Nazionale, che ogni anno fotografa l’andamento del comparto.
8,24 miliardi di fatturato, 633 le aziende censite, che contano 36.351 addetti, cresciuti del 2%. L’incremento rispetto al 2020 è stato pari al +5,5%.
I mercati internazionali
Il fatturato estero incide per il 78,4% su quello totale, per una cifra pari a 6,46 miliardi. Dopo il calo del 4% del 2020, le esportazioni tornano positive, registrando un +6,2%.
Con 2,15 miliardi di ricavi l’Unione Europea si conferma la principale area di destinazione delle macchine made in Italy e assorbe il 40,8% dell’intero export, con un +3,4% rispetto al 2020.
Per aree geografiche
Perde terreno l’Asia (-4,4%), ma resta comunque la seconda area più importante per l’export delle aziende italiane, con 942 milioni di euro di giro d’affari, pari al 17,8% del totale delle performance internazionali del settore. Al terzo posto il Nord America con una crescita del +13% rispetto al 2020, che si aggiunge al +6% dell’anno precedente. Stati Uniti e Canada portano in dote 828 milioni di euro. Con il 9% del fatturato totale dell’export seguono Africa e Oceania (fatturato di 473 milioni), che scavalcano al quarto posto l’Europa extra-UE. Chiude il Centro e Sud America.
Per singoli Paesi
La graduatoria dei singoli Paesi vede gli Stati Uniti d’America al primo posto, con 756 milioni di euro di macchine vendute e inviate oltreoceano. Per gli USA si registra una crescita del +13,1% rispetto al 2020, un incremento che si aggiunge a quelli degli ultimi anni. Seguono Francia e Germania, che dopo essere calate nel 2020, tornano a crescere, rispettivamente del +9,6% e del +10,1%. Il fatturato nel Paese transalpino è stato pari a 364 milioni, mentre le aziende tedesche hanno acquistato per 316 milioni. La Cina resta al quarto posto, davanti al Regno Unito, che nel corso del 2021 ha superato la Spagna.
Cresce anche il mercato italiano, con 1,77 miliardi di giro d’affari e una crescita pari al 3,2% rispetto al 2020. La percentuale sul fatturato totale è pari al 21,6%. Un trend positivo che prosegue.
I settori clienti
Dal punto di vista dei settori clienti la suddivisione tra food & beverage e industrie non food è rispettivamente del 57,1% e del 42,9%. Nel dettaglio: il food incrementa l’acquisto di tecnologie rispetto al 2020 dell’8,8%, mentre il beverage ha visto calare il giro di affari del 3,4%. Accorpati insieme la variazione rispetto al 2021 è stata del +3,4% con un fatturato di 4,7 miliardi.
Fatturato per tipologia produttiva
La struttura produttiva
Le 633 aziende che producono macchinari per il confezionamento e l’imballaggio si concentrano principalmente lungo l’asse della via Emilia - la cosiddetta Packaging Valley - con distretti produttivi anche in Lombardia, Piemonte, Veneto e Toscana. La provincia che conta più aziende è Bologna, con 73 imprese, seguita da Parma (55) e Milano (54). L’analisi per classe di fatturato evidenzia la netta prevalenza di aziende di piccola dimensione (quelle sotto i 10 milioni di fatturato costituiscono l’81% delle imprese), che pesano però circa il 16% sul fatturato complessivo. Mentre le realtà industriali più strutturate con un fatturato superiore ai 25 milioni di euro (in tutto sono 55, l’8,6% del totale delle aziende del comparto) realizzano il 72% dell’intero indotto del 2021.
Le aspettative per il 2022
Il primo trimestre 2022 ha segnato un leggero calo del -4,4% rispetto allo stesso periodo del 2021, ma gli ordini (saliti dell’8%) e i mesi di produzione garantita (6,7), fanno sperare per il proseguo dell’anno.
Fatturato 1° trimestre 2022
"Un anno che - commenta Riccardo Cavanna, neopresidente di Ucima - rischia di essere meno brillante di quello passato a causa di molte criticità: dai costi delle materie prime agli incrementi dei prezzi dei trasporti fino alla difficoltà di reperire determinati componenti che impediscono la consegna di macchine pronte. Senza contare le difficoltà dovute alle sanzioni alla Russia."
Condividi su: