Trimestre anti inflazione: pochi risparmi per gli italiani

Trimestre anti inflazione: pochi risparmi per gli italiani

Altroconsumo: «Gli alimenti scontati sono limitati, mancano l'olio di oliva, l'acqua e i freschi. Nel 78% dei casi il prodotto del carrello tricolore non è il più economico»

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prodotti, mercati, tecnologie, processi di filiera

20

Novembre
2023

A cura della Redazione F&T

Il trimestre anti inflazione, l’iniziativa del Governo che prevede prodotti a prezzi ribassati nei supermercati aderenti, è in corso dal 1° ottobre. Come sta andando? Si sta "contrastando la spinta inflazionistica" contenendo i prezzi e "tutelando il potere di acquisto dei consumatori" come annunciato? I cittadini stanno risparmiando?
Altroconsumo è partito da queste domande per realizzare la sua analisi di mercanto: sono stati monitorati 15 punti vendita di 8 catene (super, iper e discount) tra Roma e Milano rilevando i prezzi di 125 categorie di prodotto.
Ricordiamo che ogni punto vendita può comportarsi in modo diverso
perché si lascia massima libertà a distributori e produttori sul se e come aderire:
Al momento, spiega Altroconsumo, questa analisi "ci parla di un’iniziativa dagli effetti piuttosto limitati per le tasche dei cittadini. Continueremo a monitorarne l'efficacia nel tempo ripetendo questa analisi".

Cosa è emerso dall'analisi

Le catene a cui appartengono i 15 punti vendita visitati sono Conad, Eurospin, Esselunga, Il Gigante, Lidl, Panorama, Penny Market, Supercoop/Ipercoop.
Sono stati rilevati i prezzi di tutti i prodotti presenti a scaffale delle 125 categorie di prodotti più rappresentative della spesa delle famiglie italiane: dai prodotti alimentari a quelli per la cura della casa e della persona fino al cibo per animali. Si è visto dunque quali prodotti sono stati inseriti nel carrello e qual è l’andamento dei loro prezzi sia rispetto al passato sia rispetto alla media degli altri prodotti della categoria, non coinvolti dall’iniziativa
L’intento del Governo era costruire un carrello di prodotti essenziali per fermare gli effetti dell’inflazione, ma questo non è ancora realtà: i prezzi dei prodotti nel carrello tricolore, quasi sempre della marca del distributore, sono effettivamente diminuiti rispetto a maggio/giugno di quest’anno, anche se solo nei super e nei discount, non negli iper. Il problema, però, è che i tipi di prodotto calmierati sono troppo pochi per poter fare una spesa di prima necessità completa grazie a questa iniziativa e mancano alcuni prodotti molto acquistati dagli italiani come olio (anche molto rincarato negli ultimi mesi), acqua minerale in bottiglia e tutto il fresco (verdura, carne, pesce freschi).
Ma soprattutto dall’analisi emerge che il carrello tricolore non si è andato a sommare completamente alle promozioni già esistenti, come auspicabile, e quindi non ha generato sufficienti occasioni di risparmio in più rispetto rispetto a prima: le normali offerte della grande distribuzione infatti, nel frattempo, sono diminuite di numero di ben il 36% in media (ma le promozioni "prezzo basso sempre" sono diminuite addirittura del 60%). Nel 78% casi, infine, il prodotto del carrello tricolore non era il più economico dello scaffale.

Il numero di prodotti in offerta è aumentato? Troppo poco

Una prima domanda a cui Altroconsumo ha cercato di dare risposta è stata: il paniere tricolore sta portando occasioni di risparmio in più rispetto alle normali offerte e promozioni che la grande distribuzione già faceva e ha sempre fatto?
Sono stati quindi contati i prodotti in offerta (offerte di ogni tipo: cartà fedeltà, prezzo basso sempre, promozioni a tempo e carrello tricolore) in tutti punti vendita visitati; poi sono stati confrontati con il numero di prodotti in offerta presenti negli stessi punti vendita nel periodo maggio-giugno, prima del trimestre tricolore.
I risultati dicono che il numero di prodotti in promozione a ottobre rispetto a maggio/giugno è aumentato solo dell’11%: è passato da 1.860 a 2.069, cioè solo 209 prodotti in più, benché i prodotti contrassegnati dal carrello tricolore fossero ben 666. L'iniziativa, quindi, non è andata a sommarsi totalmente alle altre offerte già applicate dai supermercati, ma solo in parte e su 100 prodotti appartenenti al carrello tricolore 70 in realtà erano già in promozione.
Come si può notare in tabella, tutte le altre promozioni, con la comparsa del carrello tricolore, sono diminuite molto di numero: in media del 36%.

Quali prodotti nel carrello tricolore?

Per il 96% dei casi i prodotti inseriti nel paniere tricolore sono prodotti a marchio commerciale, cioè del marchio del distributore, quelli su cui le catene hanno maggior guadagno e interesse. Mancano invece gli sconti sui prodotti di marca, benché le associazioni dell'industria del largo consumo abbiano formalmente aderito all'iniziativa invitando le aziende a valutare come contribuire.

Quanto ai prodotti nello specifico, ce ne sono alcuni che non sono mai stati nel carrello e altri un po' più presenti. Ad esempio, tra tutti i 213 oli extravergine di oliva da 1 litro trovati sugli scaffali dei 15 punti vendita, nessuno aveva mai il prezzo ribassato per effetto del carrello tricolore. Eppure l'olio extravergine è tra i prodotti più consumati dagli italiani, e più rincarati; stessa cosa per l’olio di oliva non extravergine e per l’acqua minerale, sia naturale sia gassata.
Anche gli alcolici come birra, whisky e spumante non erano mai in sconto per via dell’iniziativa: e questo pare piuttosto ragionevole.
Tra gli altri prodotti mai trovati in questa promozione anche zuppe e minestre pronte, crema mani in barattolo e saponette.

Cosa è successo con gli altri prodotti più rincarati? Per quanto riguarda la pasta, è stato trovato nel carrello tricolore il 7% delle penne rigate presenti a scaffale e il 9% degli spaghetti; il 6% dello zucchero bianco e solo il 3% della passata di pomodoro.
Le categorie di prodotto più numerose nel carrello anti-inflazione sono invece i sacchetti della pattumiera e le uova fresche grandi (il 23% di tutti i sacchetti e le uova trovati sugli scaffali dei 15 punti vendita avevano il prezzo più basso per via del carrello); a seguire il pane bianco e integrale a fette (rispettivamente il 19% e il 18% di questi era nel carrello).
Tra gli altri più "calmierati": candeggina (14%); riso bianco, rotoli alluminio, cibo umido per cani in scatola, farina 00, detersivo stoviglie a mano, uova fresche medie (13%), latte fresco o microfiltrato o parzialmente scremato (12%).
Pochi prodotti calmierati, invece, tra gli assorbenti interni (4%) di cui il Governo ha deciso di eliminare le agevolazioni sull’Iva decise in precedenza proprio per abbassare il prezzo di questi prodotti essenziali. Qualcosa in più, invece, per i pannolini per bambini (11%), anch'essi interessati dalle ultime decisioni sull'Iva.

I prodotti calmierati erano i meno cari?

Le catene, ma anche i punti vendita della stessa catena, hanno aderito in modo disomogeneo, come si nota dalla tabella in basso sulle categorie di prodotto con promozione carrello tricolore.
Per categoria di prodotto intendiamo olio, acqua, spaghetti ecc.; per ogni punto vendita visitato, si indicano quante di queste avevano almeno una promozione del carrello tricolore (nella colonna "Categorie di prodotto con carrello tricolore").
Alcuni punti vendita non ne avevano nessuna oppure 8-10, altri quasi 60; in media c’erano 24 tipi di prodotto con carrello tricolore sulle 125 rilevate. Troppo poche per permettere una spesa di beni essenziali a prezzi calmierati tramite questa iniziativa.


Per verificare l’effettiva convenienza della promozione, sono state anche contato le volte in cui i prodotti del carrello tricolore erano i meno cari della categoria (la seconda colonna "Categorie in cui il prodotto nel carrello tricolore ha il prezzo minimo dello scaffale (numero e percentuale)").
Mediamente solo il 22% dei prodotti sono i meno cari dello scaffale, questo vuol dire che per il 78% delle volte si può trovare un prodotto più economico con cui risparmiare di più che scegliendo il carrello.
Quindi, sono diversi i tipi di problemi che limitano l’efficacia di questa iniziativa e che non permettono di fare una spesa completa con questi prezzi calmierati: il tipo di prodotti (sono esclusi prodotti importanti come olio, acqua, freschi), il numero delle categorie di prodotto (troppo poche) e il fatto che molto spesso non si tratta dei prodotti più economici a scaffale. E questo, nonostante il fatto che, almeno in super e discount, i prezzi dei prodotti nel carrello sono davvero scesi.

Di quanto si sono abbassati i prezzi?

Rispetto a maggio-giugno, i prezzi dei prodotti inseriti nel carrello tricolore si sono abbassati nei super e nei discount del 6% e del 3%: una buona riduzione se pensiamo che i dati ISTAT sul carrello della spesa ci parlano di prezzi stabili negli ultimi mesi.
Negli iper visitati, invece, c’è stato addirittura un aumento, del 2%.
In generale, però, i prezzi di tutti i prodotti rilevati sullo scaffale (tra promozioni e non) sono aumentati rispetto a maggio-giugno: rispettivamente del 4% e del 5% nei super e negli iper, dell’1% nei discount.



Cosa ci dicono questi dati? Da un lato, è un bene che ci sia stata una diminuzione di prezzo dei prodotti presenti nel carrello tricolore, ma il calo c'è stato solo per quei pochissimi prodotti inseriti nell'iniziativa. Queste poche riduzioni di prezzo non hanno avuto un'influenza su tutto lo scaffale che, anzi, nei 15 punti vendita visitati è aumentato. In pratica, lo sconto che i negozi visitati hanno fatto sui prodotti nel carrello, quasi solo del loro marchio, è stato bilanciato dall'aumento degli altri prodotti. 

Il parere di Altroconsumo

"Al momento - dichiara Federico Cavallo, Responsabile relazioni esterne di Altroconsumo - le nostre rilevazioni sul campo mostrano ancora una scarsa possibilità di risparmio per le famiglie italiane: se una lieve diminuzione di prezzo c’è stata, il calo ha riguardato solo i pochi prodotti inseriti nel carrello; inoltre, quest’ultimo non è andato a sommarsi alle promozioni già in essere e, contestualmente, vi è stato un paradossale decremento delle altre offerte. Troppo poco, quindi, per costituire un reale supporto alla spesa degli italiani e certamente non sufficiente per determinare effetti miracolistici di abbattimento dell’inflazione generale, come recentemente affermato dal Ministro Urso".

"Gli indici ISTAT, pur in calo grazie principalmente agli energetici - prosegue Cavallo - restano ancora alti ad ottobre e le famiglie rischiano di non vedere effetti positivi ancora per settimane. Abbiamo poi voluto sondare anche l'esperienza reale dei consumatori e la loro opinione rispetto a questa iniziativa governativa: ebbene, i cittadini stessi segnalano molte criticità, quali poca pubblicità nei punti vendita o l’esclusione di molti prodotti. Vista l’importanza della questione e il rilievo dato all’iniziativa, come Altroconsumo abbiamo deciso di aprire un osservatorio con cui continueremo a monitorarne la situazione per tutta la durata del Trimestre, per verificarne l’evoluzione e poterne valutare alla fine l’effettiva efficacia per le famiglie italiane".

Fonte: altroconsumo.it
Foto: mimit.gov.it


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