A cura della Redazione F&T
La nota del Ministero della Salute
Con documento del 15 settembre a firma dei Direttori generali Pier Davide Lecchini e Ugo della Marta, e del Commissario alla PSA Vincenzo Caputo, il Ministero della Salute, a fronte della notifica di ulteriori focolai di PSA in allevamenti di suini domestici, ha confermato e prorogato fino al 15 ottobre le misure contenute nella Nota prot. 22237 del 1° settembre, integrandola con ulteriori disposizioni per le movimentazioni dei suini, sia da vita ssia da macello.
Province in cui ricadono le zone di restrizione per PSA per focolai nel domestico e/o casi nel selvatico
Negli allevamenti dei territori provinciali in cui ricadono le zone di restrizione per PSA per focolai nel domestico o casi nel selvatico, le visite cliniche previste sulle partite di animali da movimentare sono da effettuarsi nei tempi previsti dalla nota del 1° settembre, e devono comprendere:
- l’ispezione dello stato di salute generale degli animali per il rilievo di eventuali segni clinici di malattia
- un prelievo di sangue con EDTA per esame PCR sui soggetti disvitali o comunque affetti da patologie diverse dalle forme traumatiche.
In aggiunta alla visita, il Ministero e il Commissario alla PSA dispongono il test per PSA su milza dei 3 capi morti più di recente, per un controllo dell’andamento della mortalità. Ogni aumento di mortalità superiore alla media deve essere segnalato. Le informazioni inerenti alla morte degli animali devono essere registrate in BDN entro sette giorni dall’evento.
Le Autorità raccomandano inoltre di effettuare una valutazione sanitaria anche delle eventuali unità epidemiologiche separate.
Rimanenti territori delle Regioni e Province Autonome in cui ricadono le zone di restrizione per PSA per focolai nel domestico o casi nel selvatico
Negli allevamenti le movimentazioni da vita e da macello sono subordinate alla sola effettuazione della mensile l’esecuzione di visite cliniche negli allevamenti suinicoli, inclusa una verifica sull’andamento della mortalità.
Le competenti Autorità regionali, sentito il Ministero della Salute, in base ad una valutazione del rischio, possono disporre ulteriori accertamenti tesi a monitorare lo stato sanitario degli allevamenti, compresi quelli non oggetto di movimentazione.
Regioni e Province Autonome indenni da PSA
Le movimentazioni da vita e da macello restano subordinate alla validazione del DDA, Documento da parte dei Servizi veterinari localmente competenti.
Inoltre, ai fini dell’incremento del livello di sorveglianza, i Servizi veterinari programmano su base mensile l’esecuzione di visite cliniche negli allevamenti suinicoli, inclusa una verifica sull’andamento della mortalità.
Tutto il territorio nazionale
In aggiunta ai test diagnostici previsti dal Piano di sorveglianza nazionale 2023, il Ministero e il Commissario dispongono il test per PSA su milza per gli animali venuti a morte durante il trasporto e quelli in attesa di macellazione. In attesa degli esiti diagnostici l’intera partita deve essere tenuta nei locali di sosta o quarantena, oppure macellata separatamente e le carcasse non movimentate. Fermo restando quanto previsto dall’Ordinanza del Commissario straordinario alla PSA n. 5 del 24/08/2023, le Autorità raccomandano la valutazione della richiesta, da parte dei Veterinari aziendali, dell’esecuzione del test per PSA prima del ricorso a trattamenti antibiotici.
La registrazione in BDN delle informazioni inerenti alla morte degli animali "entro sette giorni dall’evento", è una disposizione valida per tutto il territorio nazionale. Eventuali aumenti di mortalità superiori alla media dovranno essere immediatamente riportati al Servizio veterinario localmente competente, che accerterà le cause di mortalità degli animali effettuando, ove necessario, un prelievo per escludere la presenza della PSA.
Nota 15 settembre: Misure di controllo negli allevamenti suinicoli - PROROGA AL 15 OTTOBRE E INTEGRAZIONI →
La situazione epidemiologica
La situazione epidemiologica riportata dal Bollettino Nazionale aggiornata al 14 settembre 2023 vede in Lombardia, nella sola Provincia di Pavia, unica colpita, tre casi nei cinghiali e otto casi nel suino domestico.
A causa della situazione, la Regione, in data 11 settembre, ha comunicato gli abbattimenti preventivi del cluster infetto. Ad oggi, fatta eccezione del focolaio di Montebello della Battaglia, tutti gli altri focolai si sono sviluppati in un cluster abbastanza delimitato e concentrati in un’area con un’alta circolazione virale; con il supporto tecnico scientifico di IZSLER, è stata definita un’area, ricompresa in un buffer di circa 10 km attorno al baricentro dei focolai, nella quale gli allevamenti presenti vengono valutati a rischio sia per contiguità sia per possibili correlazioni epidemiologiche indirette. Una volta acquisito, per le vie brevi il parere favorevole del Ministero della Salute e del Centro Nazionale di Referenza per le Pesti, è stato ritenuto opportuno procedere nel più breve tempo possibile al depopolamento preventivo degli allevamenti di suini presenti in quest’area con i metodi più efficaci. Si tratta di 4 allevamenti per un totale di circa 13.000 animali, di cui 8.000 in un solo allevamento.
In base alla Decisione della Commissione 2023/1684 del 31 Agosto 2023, attorno ai focolai di PSA è stata istituita una zona di protezione (ZP) del raggio di circa 10 km e una zona di sorveglianza (ZS) in tutto il resto della provincia di Pavia. Le autorità regionali hanno contestualmente avviato una straordinaria attività di monitoraggio su tutto il territorio regionale, non solo relativamente al comparto domestico, incrementando la sorveglianza, i controlli su biosicurezza, le attività di formazione e sensibilizzazione, predisponendo la designazione degli impianti di macellazione per i capi provenienti dalle zone di restrizione. Analogamente, sul fronte del selvatico, sono state incrementate le misure di vigilanza e sorveglianza passiva, attraverso la ricerca attiva delle carcasse e il depopolamento nelle zone di restrizione I e II.
PSA AGGIORNAMENTO EPIDEMIOLOGICO →
L’evoluzione della situazione epidemiologica desta una certa preoccupazione non solo relativamente alle perdite animali e al numero di capi abbattuti, ma anche in relazione alle difficoltà derivanti dalla gestione delle carni provenienti dalla zona infetta, le cui movimentazioni sono consentite solo previo trattamento termico finalizzato alla riduzione del rischio di presenza del virus PSA, come previsto dalle vigenti norme europee.
La Direzione ministeriale Sanità animale, in costante contatto e coordinamento con la Commissione europea per il monitoraggio della situazione, sta valutando le possibili opzioni per la gestione di tali criticità, nel rispetto delle norme vigenti.
I focolai nel domestico
Sono in totale 8. Il primo, il 18 agosto, nel Comune di Montebello della Battaglia.
Il 24 agosto ne sono stati individuati altri cinque nel Comune di Zinasco. A seguire uno nel Comune di Domo e uno in quello di Somma. Da questi otto focolai sono stati abbattuti 13.365 capi. In seguito a indagine epidemiologica ne sono stati abbattuti altri 7.500 in otto allevamenti: tre correlati al focolaio di Montebello della Battaglia, tre a quello di Zinasco e due a quello di Domo.
A questi 20.865 capi se ne aggiungono altri 13mila abbattuti in via preventiva per interrompere la diffusione del virus per un totale di 33.865 capi. Le operazioni di abbattimento si dovrebbero concludere entro domenica 17 settembre.
I casi nei cinghiali
- Piemonte: 143 casi nel 2022 e 345 nel 2023
- Liguria: 78 casi nel 2022 e 356 nel 2023
- Lazio: 48 casi nel 2022 e 43 nel 2023
- Calabria: 16 casi nel 2023
- Campania: 27 casi nel 2023.
- Lombardia: 3 casi nel 2023.
Lombardia, già abbattuti 34mila maiali
"Si stima che le perdite dell’export lombardo - ha detto venerdì il presidente della Commissione Agricoltura regionale, Floriano Massardi - potrebbero arrivare a 60milioni di euro al mese se la PSA si diffondesse in tutta la pianura padana. Il virus, infatti, ha un impatto economico diretto sulle aziende a causa dell’abbattimento dei suini e un impatto indiretto perché comporta l’istituzione di zone di rischio che prevedono restrizioni al movimento di suini vivi e di prodotti a base di carne di suino". In Lombardia sono allevati circa 5 milioni di suini che rappresentano più del 50% sull’intero comparto nazionale. L’80% degli allevamenti lombardi di suini è concentrato nelle Province di Cremona e Mantova.
GOT e Bioregolatori
Il Commissario straordinario contro la PSA, Vincenzo Caputo, ha presentato le linee del suo Piano di sorveglianza ed eradicazione della Peste suina africana. Al centro ci sono i GOT e i Bioregolatori.
I GOT sono task force composte da una ventina di tecnici degli Assessorati della Sanità, dell’Agricoltura e dell’Ambiente, coordinati dal Commissario Straordinario, che hanno il compito di mettere in rete i servizi veterinari delle aziende sanitarie locali nella definizione delle misure di contenimento della peste suina africana.
I Bioregolatori sono i soggetti abilitati al prelievo, biocontenimento e abbattimento dei cinghiali, con specifica formazione in materia di biosicurezza. Dall’elenco dei Bioregolatori possono attingere le Regioni per attività di contenimento del cinghiale, principale "veicolo" di trasmissione del virus anche attraverso le carcasse.
Da prelevare 27mila cinghiali
Il Piano, che ha una durata di cinque anni (2023-2028) e che diventerà operativo il prossimo 1° ottobre, si sviluppa su cinque linee strategiche e prevede che sia adottato da ogni Regione.
Per la Lombardia l’obiettivo è l’abbattimento di 27mila cinghiali entro la fine dell’anno. "La Lombardia - ha spiegato Caputo - ha fatto uno sforzo enorme negli ultimi cinque anni in termini di operazioni di prelievo e abbattimento dei cinghiali, ma occorre fare ancora di più perché l’obiettivo del Piano è l’eradicazione del cinghiale dai centri abitati e dai distretti suinicoli".
L’obiettivo, per i cinghiali, attualmente stimati in 5.201 esemplari, in forte calo rispetto al 2022 quando erano 14.663, è di 27mila prelievi entro la fine dell’anno.
PIEMONTE E LIGURIA
I positivi sono 493 in Piemonte, 427 in Liguria.
I positivi sono ora 920, cinque in più rispetto all’aggiornamento precedente, per due casi segnalati in Liguria dove il totale cresce a 427; per tre in Piemonte dove i casi identificati salgono a 493.
I due nuovi casi liguri sono stati rilevati in provincia di Genova: uno a Davagna (nove), uno a Fontanigorda (due). I tre nuovi casi piemontesi sono stati rilevati in provincia di Alessandria: uno ad Arquata Scrivia (venti), uno a Dernice (quattro), uno a Orsara Bormida (otto). Rimangono 113 i Comuni in cui è stata osservata almeno una positività alla Peste Suina Africana.
Fonti: Ministero Salute, AnmviOggi, sivempveneto.it
Foto: multimedia.efsa.europa.eu
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