Per l'olio di oliva italiano si teme un calo produttivo

Per l'olio di oliva italiano si teme un calo produttivo

ISMEA: "Il meteo delle prossime settimane sarà decisivo"

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prodotti, mercati, tecnologie, processi di filiera

16

Settembre
2022

Le prime indicazioni del tutto provvisorie sulla campagna olivicola fanno presagire un raccolto non abbondante. Dopo mesi di siccità, comunica ISMEA, molti degli invasi del Paese non sono in grado di garantire i necessari volumi di acqua di irrigazione e a questo si affianca anche il fatto che nelle aree a più alta vocazione olivicola la prossima raccolta è da considerare di scarica, nella naturale alternanza.
Stime più solide, sottolinea l'ISMEA nel report Tendenze Olio di oliva, saranno fornite come di consueto a ottobre, quando cominceranno ad arrivare i riscontri dai frantoi con indicazioni più precise sulle rese per le quali le prossime settimane saranno determinanti.

L'olio di oliva nel mondo

A livello internazionale, intanto, la campagna produttiva che si avvia alla conclusione si è rivelata tutt'altro che scarsa, a dispetto delle prime stime dell'autunno scorso, con una produzione di circa 3,4 milioni di tonnellate.
Quasi tutti i principali Paesi produttori, comunitari e non, hanno incrementato le proprie produzioni a partire dalla Spagna (+7,3%), nonostante le preoccupazioni legate alla siccità, e dall'Italia (329 mila tonnellate, in aumento del 20% sul 2020).

È cresciuto anche il ruolo di altri Paesi del bacino del Mediterraneo e soprattutto della Tunisia dove è stata messa in atto una strategia di rinnovamento generalizzato del settore nelle diverse fasi della filiera. 

Il mercato italiano

Guardando all'andamento del mercato in Italia, nei primi nove mesi del 2022 si registra una lieve flessione dei prezzi per l'extravergine (-5%) a fronte di aumenti nel segmento del lampante e soprattutto dei raffinati, il cui mercato è fortemente correlato a quello degli oli di semi, schizzati alle stelle a causa del conflitto in Ucraina.
Tuttora, nonostante sia in atto a partire dall'estate un'inversione di tendenza, le quotazioni del raffinato di oliva sono sopra del 50% rispetto a febbraio 2022. Intanto, fa notare ISMEA, indicazioni non certo ottimistiche sulla prossima raccolta sia in Italia sia in Spagna stanno trasmettendo una certa dinamicità ali listini degli EVO specie sulle piazze pugliesi. 
Ma nei primi sei mesi del 2022 gli acquisti delle famiglie presso i format della distribuzione moderna hanno registrato una flessione dei volumi a fronte di aumenti dei prezzi unitari di vendita dei diversi prodotti.

Commercio estero

Nei primi cinque mesi del 2022 l'import italiano di olio di oliva e sansa è sceso in volume del 4% a fronte di un +21% degli esborsi.
Le esportazioni, invece, sono cresciute del 4% in volume con un incremento degli introiti del 23%.

I costi produttivi

L'elemento che preoccupa maggiormente gli operatori in tutte le fasi della filiera sono i costi di produzione le cui dinamiche assumono connotati di incertezza tali da rendere difficile la programmazione della produzione sia nella fase agricola, che nelle fasi più a valle. All'aumento del 19% dei mezzi tecnici di produzione per l'olio di oliva - dato comunque inferiore alla media del settore agricolo - vanno aggiunti tutti quelli nelle fasi più a valle, a partire dal confezionamento che ha visto incrementi rilevanti del vetro e difficoltà di reperimento. 
Negli operatori c'è comunque la consapevolezza che l'incremento dei costi difficilmente potrà essere traslato a valle della filiera perché i consumatori già stanno vedendo eroso il proprio potere di acquisto

Tendenze e dinamiche recenti Olio di oliva →

Foto: ismeamercati.it


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