Gli oli minerali in grado di
migrare da carta riciclata negli alimenti e presenti negli inchiostri, hanno
attirato l’attenzione di molti attori del mondo alimentare, dall’Efsa alle
aziende di prodotto finito, dai legislatori dei singoli Paesi alle società che
si occupano di analisi. In attesa di sapere i rischi per la salute dell’uomo e
le regole che l’Unione europea vorrà darsi, cerchiamo di capire lo stato dell’arte
del problema grazie alle risposte di Paolo Matteini di Silliker Italia,
azienda attiva nel campo della sicurezza e della qualità alimentare.
Un tema di grande attualità, soprattutto a
livello europeo, è quello riguardante gli oli minerali presenti in carta e
cartone riciclati e nell’inchiostro che possono migrare negli alimenti. Ci può
spiegare cosa sono gli oli minerali?
Gli oli minerali oggetto di attenzione, sono
essenzialmente idrocarburi, un gruppo molto eterogeneo di sostanze costituite
da catene di atomi di carbonio e idrogeno (classificate in funzione del numero
C di atomi di carbonio). In genere sono tutti derivati dal petrolio, e comprendono
composti saturi o insaturi, con struttura lineare, ramificata, ciclica,
aromatica. Gli oli minerali appartengono a due diverse
categorie: MOSH - idrocarburi saturi, sia lineari che ramificati, e MOAH - idrocarburi aromatici, costituiti da
uno o più anelli benzenici con catene di idrocarburi.
In che modo gli oli minerali riescono a migrare
negli alimenti?
Il cartone riciclato con cui vengono
costituiti gli imballaggi è una importante fonte di contaminazione. Gli oli minerali
MOSH e MOAH più leggeri (e più tossici) migrano dal cartone fino agli alimenti
attraverso l’aria, tramite un meccanismo di evaporazione e di ricondensazione
nell’alimento, anche in presenza di barriere di plastica. Gli oli minerali
pesanti (C>24), invece, non migrano e rimangono sull’imballaggio. Purtroppo,
oltre alla migrazione da carta e cartone, sono possibili molteplici altre fonti
di contaminazione. Ad esempio, nei processi industriali gli oli minerali sono utilizzati come
agenti antiaderenti per dolci e prodotti da forno, oppure per trattamenti
anti-polvere per cereali e mangimi. I pesticidi vengono dispersi sulle colture
emulsionati con oli minerali. Caffè, cacao, soia, noccioline, cereali possono
essere contaminati dai sacchi di juta (oleata) usati per il loro trasporto. La fauna
ittica, come ben noto, può essere contaminata da perdite o sversamenti
petroliferi. Sono state documentate anche frodi alimentari, in cui oli vegetali
commestibili (girasole) sono stati addizionati con oli minerali.
Sono pericolosi per la salute
dell’uomo? Che evidenze scientifiche vi sono in tal senso?
I MOAH sono ritenuti più tossici rispetto ai MOSH, per via degli anelli
benzenici che contengono, ma non vi sono al momento evidenze sulla loro
cancerogenicità. MOSH e MOAH si distinguono ulteriormente in “leggeri” (C ≤ 24)
e “pesanti”(C > 24). Anche qui esiste un’importante differenza, poiché i
leggeri sono ritenuti molto più tossici dei pesanti, secondo lo studio 59th
JECFA (2002).
Esiste una regolamentazione europea
riguardo la tollerabilità della presenza degli oli minerali negli alimenti?
Attualmente, non esiste una regolamentazione
europea che stabilisca i limiti di oli minerali in alimenti, né esistono metodi
analitici ufficiali. Però nell’ottobre 2010 la Commissione europea ha chiesto all’EFSA di
valutare i rischi per la
salute umana connessi all’olio minerale contenuto negli alimenti per decidere
in merito alla necessità di misure regolamentari. Nell’attesa di un limite, gli
studi effettuati finora hanno considerato come riferimento un valore di ADI (Acceptable
Daily Intake) pari a 0,01 mg/kg bw (10 milligrammi al giorno per chilo di peso
corporeo), stabilito nel 2002 dal 59th JECFA (Joint FAO/WHO Committee on Food
Additives), che si riferisce però soltanto ai MOSH. Questo valore, peraltro non
ancora confermato, è messo anche in discussione da alcuni tossicologi.
Svizzera
e Germania hanno posizioni avanzate; ce ne può parlare?
In Svizzera è stato recentemente pubblicato
un decreto che stabilisce i limiti di inchiostri (importanti fonti di
contaminazione), mentre la BfR (Istituto Federale Tedesco per la Valutazione
del Rischio) prevede di regolamentare gli imballi di carta e cartone. Inoltre,
sulla base del dato di JECFA, la Germania ha pubblicato una bozza di
emendamento della “German Commodities Regulation”, diffusa nel maggio 2011 e
che propone limiti per gli oli minerali (sia MOSH sia MOAH) pari a 0,6 mg/Kg di
alimento (MOSH) e 0,15 mg/Kg di alimento (migrazione di MOAH). Limiti molto
bassi, quindi, considerando ad esempio che ci sono pesticidi che hanno limiti
di legge superiori a questi. Ad oggi però non si hanno informazioni precise
sull’entrata in vigore di tale emendamento.
In Italia come ci si pone dal
punto di vista legislativo e pratico nei confronti di questo problema
emergente?
Riteniamo che le iniziative italiane saranno adempimenti delle prossime
normative europee. Alcune grandi aziende italiane ed europee stanno, però,
anticipando la normativa, quantificando MOSH e MOAH nei loro alimenti e materie
prime, cercando anche di identificare le fonti delle loro eventuali contaminazioni.
Che competenze e servizi offre
Silliker alle aziende agroalimentari in riferimento alla migrazione e alla
contaminazione da oli minerali?
Silliker conduce ricerca di oli minerali su
carta, cartone, materie plastiche e alimenti secchi (pasta, cereali, cacao) con
il metodo on-line HPLC-GC-FID sviluppato da Konrad Grob, del Kantonales Labor
Zurich in Svizzera. Il dottor Grob, noto
scienziato europeo, collabora con EFSA e BfR, e ha molta influenza sugli
aspetti normativi e scientifici dei “Food Contact Materials” (prodotti da
imballaggio, ma non solo). Il metodo on-line è caratterizzato da alta
automazione, e da ottima accuratezza e precisione, dimostrate con apposite
prove in laboratorio e attraverso confronti con altri laboratori, e lo stiamo
presentando in vari convegni scientifici in Italia e a livello internazionale. In
questo momento stiamo ampliando la casistica delle matrici analizzabili, includendo
alimenti più complessi quali pizza, prodotti dolciari e altro ancora. Le prove
finora effettuate su campioni reali confermano in pieno l’ampia diffusione
delle contaminazioni da oli minerali negli alimenti e negli imballaggi e l’origine
di tali contaminazioni spesso non è chiara. Silliker Italia può supportare i
propri clienti anche con determinazioni specifiche e studi ad hoc per
comprendere e per localizzare le fonti di contaminazione, per esempio consigliamo
al cliente di condurre le analisi sia sugli imballaggi (carta / juta / plastica)
sia sull’alimento, oppure proponiamo opportuni shelf life sugli alimenti e
sugli imballaggi, o studi sulle barriere protettive in plastica. Un
grande laboratorio come il nostro quindi si dimostra di supporto alla sanità
pubblica prima ancora che il legislatore si pronunci, collaborando con le grandi
aziende per evidenziare e circoscrivere tutte le contaminazioni degli alimenti.
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