A cura della Redazione F&T
Nonostante il periodo congiunturale, i dati di vendita evidenziano per il biologico una crescita reale, a fronte di un incremento molto contenuto del totale del carrello alimentare: +0,4% a volume. La Distribuzione Moderna rimane il primo canale per gli acquisti di prodotti bio da parte degli italiani.
Sono questi i dati principali emersi dal convegno "Il Bio nella Distribuzione Moderna Italiana: scenario evolutivo, performance, ruolo, spazi di mercato" che ha visto la partecipazione di alcuni dei protagonisti del retail e dell’industria di trasformazione bio, che si è tenuto a Marca 2023. L’iniziativa è realizzata nell’ambito della campagna Being Organic in Eu promossa da FederBio in collaborazione con Naturland e cofinanziata dall’Unione europea ai sensi del Reg. EU n.1144/2014.
L’evento si è focalizzato sull’analisi dello scenario evolutivo del bio e sulle opportunità per ottimizzare le potenzialità del biologico nella distribuzione moderna, a fronte di un contesto segnato dalle insidie del greenwashing e dalla contrazione economica.
Durante il workshop è stato presentato anche il progetto Being organic in Eu, partner dell’iniziativa, che ha l’obiettivo di promuovere il biologico europeo attraverso attività di promozione, formazione e comunicazione tese a incrementare la considerazione e la conoscenza dell’agricoltura biologica e a sensibilizzare a un consumo più etico e sostenibile.
I numeri del bio nel 2022
Dai dati presentati da Nomisma su fonte Nielsen emerge che il 58% del totale delle vendite di bio in Italia vengono effettuate nella Distribuzione Moderna. Nel 2022, gli acquisti bio in questo canale si attestano a 2,3 miliardi di euro1, con un incremento del +1,6% a valore rispetto al 2021 (anno terminante gennaio 2023 perimetro omnichannel). Paragonata al totale del paniere agroalimentare la crescita del bio a valore è più contenuta (1,6% a fronte del 7,8%) ma si tratta di un incremento reale considerando la dinamica a volume dove il bio cresce di 1,5% mentre il totale del carrello alimentare è sostanzialmente fermo (+0,4%).
Determinante per il bio il ruolo della Marca del Distributore che oggi rappresenta oltre il 50% delle vendite e che esprime una crescita del 4% a valore a fronte della frenata nel bio registrata invece dalle marche industriali (-0,9%).
Per quanto concerne le categorie di prodotti bio maggiormente vendute all’interno della Distribuzione Moderna, troviamo al primo posto la Drogheria Alimentare (pasta, prodotti da forno, conserve, sughi) con un peso del 57% sul totale delle vendite a valore, seguono con il 21% il Fresco (formaggi, salumi, yogurt, uova) e l’Ortofrutta (12%). A livello generale i prodotti maggiormente venduti rimangono le uova, le confetture e spalmabili base di frutta, e i sostitutivi del latte.
Una crescita insufficiente
"I dati di crescita di vendita di prodotti bio nella Distribuzione Moderna - ha dichiarato Maria Grazia Mammuccini, Presidente FederBio - sono positivi, ma non bastano. L’1,6% è una percentuale troppo bassa se si considera che l’obiettivo, in linea con le politiche del Green Deal Eu, è di triplicare le superfici coltivate a bio entro il 2030. Diventa quindi fondamentale far crescere i consumi consolidando le iniziative di formazione ed educazione alimentare per spiegare con chiarezza come vengono prodotti gli alimenti biologici nel rispetto della natura e i benefici per la tutela del suolo, della biodiversità, oltre che evidenziare il contributo per la mitigazione al cambiamento climatico".
Prodotti biologici e abitudini alimentari
Nel 2022, continua l’analisi realizzata da Nomisma, l’89% delle famiglie italiane ha acquistato alimenti bio almeno una volta. Il bio continua dunque ad essere un punto di riferimento degli stili alimentari: 7 consumatori su 10 in Italia sono soddisfatti della presenza di prodotti bio freschi e il 62% valuta positivamente la disposizione dei prodotti bio sugli scaffali all’interno dei punti vendita.
Inoltre, 6 consumatori su 10 vorrebbero avere informazioni più dettagliate sulle caratteristiche, sul metodo di produzione e sui valori nutrizionali degli alimenti biologici. Nello specifico, il 58% vuole saperne di più sui benefici che il prodotto può apportare a dieta e salute; la stessa percentuale chiede anche ulteriori dettagli sulla distintività del biologico rispetto al convenzionale. Più di 6 consumatori su 10, inoltre, vogliono avere maggiori informazioni sul contributo alla sostenibilità ambientale, sociale ed economica legate al metodo biologico.
"L’Italia vende all’estero ciò che non apprezziamo in casa e così restiamo scarsi consumatori di biologico nel nostro Paese. Se promuoviamo i valori del bio - ha osservato Roberto Zanoni, presidente di AssoBio - dobbiamo mettere i consumatori in condizione di apprezzarli. La GDO ci ha messo la faccia valorizzando il settore, ma spesso l’offerta e l’assortimento restano limitati e in molti casi non è possibile acquistare una spesa bio completa. Servono, inoltre, scelte politiche su questioni su cui AssoBio è al lavoro da tempo con le istituzioni: trasparenza, costi di certificazione, piattaforma di tracciabilità, giusto prezzo e comunicazione. È evidente che non bastano sconti e promozioni per promuovere il settore, per questo motivo lanciamo l’idea di una Settimana del Bio da attuarsi in tutti i canali di vendita, compresa la ristorazione, per raccontare meglio la filiera e per creare una vera cultura del biologico nel nostro Paese".
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