Con 37.600.000 di Kg prodotti di Mortadella Bologna IGP, il 2021 conferma, a volume, la produzione del 2020 e registra, invece, un incremento delle vendite dello 0,9% rispetto all’anno precedente, più marcato nel segmento dell’affettato che ha segnato un +2,8% (dati IFCQ certificazioni Srl).
Tali dati assumono un valore ancora più significativo se comparati al 2019, registrando un +1,7% nel venduto e un +4,9% nell’affettato. A conferma che la crescita è stabile e continua e di proporzioni tali da aver recuperato e superato i livelli pre-Covid.
"Nonostante il 2021 sia stato un anno difficile, ancora caratterizzato, soprattutto nel primo semestre, da restrizioni e chiusure dovute alla situazione pandemica - dichiara Guido Veroni, presidente del Consorzio italiano tutela Mortadella Bologna - la Mortadella Bologna IGP si conferma come un salume anticrisi. Questa tendenza è ampiamente confermata anche dai dati del primo quadrimestre del 2022 che, con oltre 12 milioni di Kg, registrano una crescita della produzione del 2,5% e, con 10 milioni di Kg e mezzo, un aumento delle vendite del 4,3%, il che ci fa ben sperare per un’affermazione del 2022 come anno del consolidamento dei consumi".
Mercato nazionale
Sul mercato interno la GDO si conferma il principale canale di vendita con una quota del 47%, seguita dal Normal Trade 23% e dal Discount 15%. Il mercato interno con l’82% delle vendite resta il principale mercato di riferimento.
Export
Il restante 18% delle vendite è rappresentato dall’export dove i Paesi della UE fanno la parte del leone. Al loro interno, Francia e Germania rappresentano i principali mercati, con quote del 30% e del 24%.
Sempre all’interno dei Paesi UE va segnalato nel 2021 l’aumento delle vendite in Belgio pari a +17,2 e in Spagna +5,8%.
Per quel che riguarda il Belgio, il Consorzio di tutela ricorda che il 2021 è stato il secondo anno di promozione della Mortadella Bologna attraverso il progetto finanziato dalla UE Enjoy the authentic Joy: la scelta di investire in comunicazione in questo mercato ha portato i suoi frutti. Tali azioni, fa sapere il Consorzio, continuano anche in questo primo semestre del 2022.
Complessivamente, tuttavia, sul fronte export si registra una flessione del 2%, in larga parte da imputarsi alla contrazione del Regno Unito, con l’entrata in vigore della Brexit, dove si è registrato, dopo anni di aumento, un calo dell’8,6%.
Nei mercati extra UE si registra, invece, un incremento dell’export pari a +2,5% con il sorprendente risultato del Canada +241,4%, seguito da Hong Kong +142,3% e dal Cile +44,3%.
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