A cura della Redazione F&T
La Commissione europea ha deciso di deferire Bulgaria, Irlanda, Grecia, Italia, Lettonia e Portogallo alla Corte di Giustizia dell’Unione europea per la mancata attuazione di varie disposizioni del Regolamento 1143/2014. Ovvero di quella norma che mira a prevenire e gestire l’introduzione e la diffusione delle specie esotiche invasive, una delle cinque principali cause di perdita di biodiversità in Europa e nel mondo.
Se si volesse monetizzare il fenomeno, nella sola Europa, le specie invasive potrebbero causare danno alle specie autoctone per 12 miliardi euro ogni anno. Affrontare questo problema è importante per conseguire l’obiettivo dell’UE di arrestare la perdita di biodiversità, come indicato sia nel Green Deal europeo sia nella strategia dell’UE sulla biodiversità per il 2030.
Tuttavia i sei Stati membri in questione, e per Grecia e Bulgaria le infrazioni sarebbero più che per gli altri Stati, non hanno elaborato, attuato e comunicato alla Commissione un piano d’azione, o una serie di piani d’azione, per contrastare i principali vettori di introduzione e di diffusione di tali specie esotiche invasive.
Ricordiamo che il Regolamento sulle specie invasive, con il relativo adeguamento richiesto ai membri comunitari, è entrato in vigore nel lontano 1º gennaio 2015, e negli anni la Commissione ha variamento invitato i Paesi a mettersi in regola.
Nel giugno 2021, infatti, la Commissione ha inviato lettere di costituzione in mora a 18 Stati membri (Belgio, Bulgaria, Cechia, Germania, Irlanda, Grecia, Spagna, Francia, Croazia, Italia, Cipro, Lettonia, Lituania, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia e Slovacchia), e, nel febbraio 2022, pareri motivati a 15 di essi (Belgio, Bulgaria, Cechia, Cipro, Francia, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia e Slovacchia).
Da allora 11 Stati membri hanno adempiuto ai loro obblighi e 1 di essi adotterà tempestivamente le misure mancanti.
L'Italia continua a rimanere indietro.
Fonte: sivempveneto.it
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