C'è il nome di Lactalis fra i nuovi possibili investitori per la Nuova Castelli, società di Reggio Emilia fondata nel 1892 che, con circa 500 milioni di ricavi è leader nella distribuzione dei formaggi DOP italiani (dal Grana al Gorgonzola al Taleggio fino alla Mozzarella di Bufala e al Pecorino Toscano), oltre che principale esportatore di Parmigiano Reggiano. Da mesi il fondo Charterhouse Capital, entrato nel 2014 nel capitale, è alla ricerca di un nuovo socio. Ma gli italiani non si fanno avanti e Granarolo smentisce un suo ipotetico interessamento. Così indiscrezioni danno la multinazionale francese interessata alla acquisizione, e da ambienti vicini al gruppo si apprende che il dossier viene analizzato, anche se è uno fra i diversi alla attenzione della società francese.
Altrimenti ci arrabbiamo
"Faremo di tutto per tutelare l'agroalimentare italiano dall'assalto delle multinazionali straniere. Il Parmigiano Reggiano è uno dei prodotti più rappresentativi del made in Italy, un vanto della nostra eccellenza gastronomica riconosciuto in tutto il mondo. Si tratta di un marchio storico che va difeso senza se e senza ma". Il Ministro delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo Gian Marco Centinaio commenta così le indiscrezioni che vedrebbero il gruppo francese Lactalis coinvolto in trattative per l'acquisto dell'azienda Nuova Castelli. Di più: "non possiamo permetterci che sempre più mani straniere controllino i nostri prodotti italiani. La nostra storia va preservata. I nostri marchi storici devono rimanere dentro i nostri confini nazionali", conclude il Ministro.
"Fermare la svendita del Parmigiano Reggiano ai francesi per non ripetere gli stessi errori commessi in passato con la cessione della Parmalat alla Lactalis". Lo afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, nel commentare con preoccupazione le trattative in corso per l'acquisizione della Nuova Castelli. Lactalis negli anni si è già comperata i marchi nazionali Parmalat, Locatelli, Invernizzi, Galbani e Cadermartori e detiene circa 1/3 del mercato nazionale in comparti strategici del settore lattiero caseario. L'operazione, sottolinea la Coldiretti, rafforzerebbe l'egemonia francese mettendo le mani su prodotti italiani DOP più venduti nel mondo. "La difesa dei marchi storici - afferma Prandini - è necessaria perché spesso è il primo passo della delocalizzazione che si realizza con lo spostamento all'estero delle fonti di approvvigionamento della materia prima agricola e con la chiusura degli stabilimenti e il trasferimento dei posti di lavoro fuori dai confini nazionali". In questo caso, conclude Prandini, "l'interesse nazionale è anche legato alla tutela delle denominazioni dalle falsificazioni che si moltiplicano nei diversi continenti".
Anche l'assessore lombardo all'Agricoltura Fabio Rolfi esprime "preoccupazione" in merito a questa ipotetica trattativa in corso visto che la Nuova Castelli ha stabilimenti anche a Pavia e Abbiategrasso. "È necessario procedere alla approvazione della legge di tutela dei marchi storici - dice l'assessore - per evitare che i colossi stranieri possano rafforzare posizioni egemoniche nel settore agroalimentare italiano, determinando così il futuro della nostra agricoltura. Di questo passo si rischia la dipendenza alimentare".
Secondo UECOOP, l'Unione europea delle cooperative, "il mondo cooperativo è un protagonista storico del comparto lattiero-caseario italiano dove gestisce l'80% del latte che serve per la produzione dei formaggi DOP ed è in grado di schierare manager e piani di sviluppo seri. Nell'agroalimentare italiano operano oltre 5.200 cooperative con un fatturato complessivo di 36 miliardi di euro che rappresentano circa il 25% del fatturato agroalimentare italiano".
Investitore italiano cercasi.
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